Campionato
Fonseca: “La Roma non è depressa. Non cambiamo identità solo perchè perdiamo”
CONFERENZA STAMPA AS ROMA FONSECA – Paulo Fonseca, allenatore della Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida di campionato contro la Fiorentina. Queste le sue dichiarazioni:
Fiorentina-Roma significa dare subito risposte in fase difensiva dopo qualche errore: la difesa della Roma è 13esima in Serie A per gol subiti. Kumbulla e Smalling pronti per tornare titolari?
La verità dei numeri è questa, la squadra ha subito più gol di quelli che volevamo. Però dobbiamo capire una cosa, l’organizzazione della squadra. Quante volte il Milan ha creato pericolosità per la sua organizzazione offensiva? La squadra è stata sempre equilibrata, non gli abbiamo permesso di organizzarsi. Il problema è che siamo noi che ci creiamo i problemi, non è una questione di organizzazione difensiva. Il Milan ha creato quando noi abbiamo sbagliato in costruzione, questo è successo anche nelle altre partite. E’ un problema di decisioni, di perdere dei palloni all’inizio della costruzione. Se sbagliamo in quella fase poi possiamo dire ‘perché giochiamo così?’. Noi vogliamo giocare così, dobbiamo capire se la squadra ha pressione e può farlo. Con il Milan non abbiamo avuto grande pressione e abbiamo sbagliato perché abbiamo sbagliato. Non è un problema di organizzazione difensiva. E’ un problema anche offensivo. Stiamo migliorando questo aspetto, perché nell’organizzazione difensiva non abbiamo grandi problemi. Kumbulla è pronto per giocare e domani giocherà. Smalling sarà convocato, ma non è nella condizione di giocare 90 minuti.
Domani sarà la terza partita in sei giorni: di solito lei fa turnover in questi casi. Riguarderà anche Mayoral?
No, Borja Mayoral giocherà domani. Abbiamo avuto tante partite, lo abbiamo gestito con gli attaccanti e i mediani in Europa, ma con così tanti problemi in difesa è difficile gestire Karsdorp, Spinazzola, Cristante e Mancini. E’ più difficile, ma qualcuno sta tornando e in questa partita cambieremo 2-3 giocatori.
Chi giocherà in porta?
Pau Lopez.
Quando il livello degli avversari si alza Borja Mayoral fatica: è solo un caso o non è ancora pronto?
Non possiamo dimenticare che il calcio italiano è difficile per gli attaccanti, per tutti. E non dimentichiamo che lui è un giovane che sta imparando. I suoi numeri sono buoni. Il problema è che segna va tutto bene, se non segna va sempre tutto male ed è solo responsabilità di un giocatore. Io non posso vedere le cose così, ma è lo stesso con gli altri attaccanti. Se Dzeko segna va bene, se non segna va male.
Pellegrini ha fatto spesso il terzo di centrocampo con il Milan, ma la Roma è stata in ritardo nelle chiusure: può essere una soluzione stabile il 3-5-2?
Abbiamo difeso con il 3-5-2, è chiaro. Il problema è che abbiamo perso i palloni facendo errori che non possiamo fare. Questo permette al Milan di recuperare palloni e arrivare velocemente in porta. Nell’organizzazione difensiva siamo stati sempre molto equilibrati con il 3-5-2.
Continua a pensare che far toccare tante volte il pallone al portiere sia più un vantaggio che uno svantaggio?
Per me è importante che il nostro portiere giochi con la squadra. Se abbiamo la palla e non abbiamo altre soluzioni dobbiamo dare il pallone all’altra squadra o dobbiamo tornare a giocare da dietro? La differenza è quando possiamo giocare e quando non possiamo farlo. Se la squadra ha una pressione forte non possiamo rischiare. In quel caso in cui Pau ha sbagliato il passaggio non avevamo pressione e potevamo giocarla. È stato un errore, ma stiamo lavorando tutti i giorni per migliorare questa cosa. E’ sempre lo stesso problema, che giochiamo sempre da dietro. Abbiamo sbagliato più di quello che possiamo sbagliare, ma la squadra crea tante di queste situazioni quando inizia a giocare. Non capisco come possano venire questi dubbi. Se possiamo giocare non dobbiamo darla all’avversario, se non possiamo giocare non possiamo giocare.
Poco apporto dalla panchina: c’è un problema di atteggiamento?
Sono numeri. Non posso fare così questa valutazione. Non ho i numeri concreti, ma nel 70% delle volte in cui sono entrati i giocatori stavamo già vincendo e questo può condizionare i numeri. Non abbiamo fatto gol con i giocatori entrati in campo? Lo avevamo già fatto. Anche quando sono entrati col Milan hanno creato tanti. Sono numeri da cui non possiamo scappare, ma da allenatore non posso vedere le cose solo così. Devo vedere come entrano i giocatori, com’è il risultato, se l’obiettivo del momento è fare gol o no. Magari l’Atalanta hanno avuto più partite in cui i giocatori entrati dovevano cambiare il risultato. E noi non abbiamo avuto tante partite in cui dovevamo cambiare il risultato con i giocatori entrati. Magari il loro obiettivo p difendere e non attaccare. Dipende dalle circostanze.
La Roma gioca sempre lo stesso tipo di calcio con le grandi, che invece cercano di adattarsi alla partita per fare male. Non è un limite essere troppo riconoscibili?
Non sono d’accordo, per una questione di identità. Facciamo un esercizio con le squadre più forti della Serie A. Ci sono 7 squadre che vogliono entrare nei primi 4, tutti hanno identità. Il Milan, la Lazio e l’Atlanta giocano sempre allo stesso modo, anche il Napoli e la Juve. Cambiano identità? No. Loro cambiano la strategia nella partita. Noi siamo una squadra che pressa alto. Contro il Milan non abbiamo pressato alto, è una strategia ma l’identità non è cambiata. Magari con gli attaccanti se vogliamo uscire più veloci o in profondità, ma l’identità soprattutto delle grandi squadre non cambia perché oggi vinciamo e domani perdiamo. Le grandi squadre hanno un’identità forte che non cambia. Abbiamo tre partite in sei giorni, il tempo è poco per lavorare. Non sono d’accordo con cambiare la squadra, abbiamo un’identità. Può cambiare anche il modulo, ma si può avere la stessa identità in diversi modulo. Non vedo squadre che cambiano identità, le grandi squadre non cambiano identità in funzione dei risultati.
Come ha visto i ragazzi?
Abbiamo sempre reagito bene dopo le sconfitte e per me è positivo. La squadra non è entrata in depressione come molto invece hanno fatto fuori. Poi possiamo vincere, perdere o pareggiare ma io ho visto una squadra che ha capito cosa non è andato e dove deve migliorare. E’ una squadra pronta a lottare per la partita di domani. Non siamo in depressione, magari fuori qualcuno ce l’ha quando non vinciamo. Ma qui da noi non può entrare, una squadra di calcio non può farlo. Dobbiamo migliorare ed essere forti nella prossima.
Che rischi presenta la partita di domani e come è cambiata la Fiorentina da Iachini a Prandelli?
Sono due allenatori diversi, due grandi allenatori. Non è lo stesso affrontare oggi la Fiorentina da quando l’abbiamo affrontata un girone fa. Per me ha grandi giocatori, è una squadra forte. Non son ostati continui, però hanno vinto 3-0 con a Juve, può vincere con chiunque. E’ una squadra forte, esce molto bene in contropiede, non c’è dubbio che sarà una partita difficile per noi. Però ho visto una squadra che vuole lottare per i tre punti.
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