NOTIZIE AS ROMA GALLOPPA – Daniele Galloppa, ex giocatore e attualmente allenatore, ha rilasciato un’intervista all’AS Roma Match Program, dove racconta la sua nuova esperienza da allenatore, parla della stagione giallorossa ed espone le sue considerazioni riguardo il triste addio di Daniele De Rossi. Queste le sue dichiarazioni:
“Sì, ho guidato il Santarcangelo in questa stagione in Serie D tra tante difficoltà. Stipendi non pagati per alcuni mesi e squadra smantellata in corso d’opera. Il campionato per la squadra non è andato bene, però l’esperienza è stata formativa”.
E adesso?
“Seguirò un corso di allenatore UEFA A per
continuare in questo cammino di crescita, cercando di migliorare step by step.
Vedremo se arriverà un’altra offerta, la valuterò con calma. Senza fretta”.
Si è stabilito lontano da Roma, pare di capire.
“Mia
moglie è di Cesena e stiamo qui con tutta la famiglia. Mi piace questa realtà,
si vive nel migliore dei modi”.
Da allenatore, che idee propone?
“In questa stagione ho
dimostrato di non aver un sistema di gioco fisso di riferimento. Sono partito
con la difesa a quattro, per concludere con la difesa a tre. Questo anche per i
tanti cambiamenti che abbiamo avuto nella squadra. Ho cercato di adattare il
modulo ai calciatori, facendo di necessità virtù”.
Tra i tecnici che ha avuto in carriera, ce n’è uno che le ha
trasmesso più cose di altri?
“Quello a cui ho cercato di attingere
più concetti è Giampaolo. Lui è preparatissimo, soprattutto sui principi di fase
difensiva. Ma non ho voluto fare un copia/incolla. Ho cercato di insegnare
soprattutto l’interpretazione dei ruoli. Un concetto di calcio molto europeo.
Non voglio che il mio giocatore sia imprigionato in una sola idea o in una sola
posizione in campo. E con il Santarcangelo abbiamo provato a fare un calcio
propositivo, nonostante le difficoltà elencate”.
Qualche difficoltà in stagione l’ha avuta anche la Roma. Un suo
parere sull’annata giallorossa?
“Difficile giudicare quando si è
distanti da una realtà. Posso dire che è mancata continuità di risultati e
questo ha portato all’allontanamento di Di Francesco. Comunque, io avrei
continuato con lui. È un allenatore bravo, che ha idee, con tutto il rispetto
per un professionista navigato come Ranieri. Nel calcio va così, quando vengono
a mancare i risultati, paga per primo l’allenatore”.
Lasciò il Parma dopo il fallimento
societario del 2015. Contento di averlo rivisto quest’anno in Serie A, peraltro
già salvo con un turno di anticipo?
“Mi ha fatto piacere che la mia
ex squadra sia tornata subito in alto. All’inizio del campionato si era proposta
come sorpresa della Serie A, con l’ottima intesa tra Gervinho e Inglese, ma con
il passare delle partite sono venute meno alcune certezze, fino a rimettere
quasi tutto in discussione. Comunque, si sono salvati nell’ultima gara con la
Fiorentina e verranno all’Olimpico senza grandi pressioni addosso”.
A Trigoria c’è cresciuto, in gialloblù è stata la parentesi più lunga
della carriera. A quale squadra è più legato?
“Sono affezionato a
entrambe. Nella Roma ho fatto tutta la trafila nelle giovanili, ma poi fu
complicato affermarmi in prima squadra. C’erano tanti centrocampisti forti e non
mi andava di aspettare l’infortunio di uno per sperare di giocare. Così, decisi
di andare via. Ascoli, Siena e Parma sono state tappe importanti, con i sei anni
in Emilia che mi hanno dato tanto, spalancandomi le porte della Nazionale. Però
un rammarico forte resta…”.
Quale?
“Quella di non aver fatto un gradino in più. Si
parlava di interessamenti di Napoli e Fiorentina su di me, ma per colpa degli
infortuni non riuscii ad avere questa possibilità. Brucia ancora”.
Domenica De Rossi saluterà la Roma dopo diciotto anni in prima
squadra.
“Che dire di Daniele? La carriera parla per lui. È stato un
tifoso di questa squadra sul campo di calcio, ha trasmesso passione e carattere
ai compagni nel corso di tanti anni. Ha meritato tutto quello che ho avuto, con
il club e con l’Italia. Sono contento di poterlo omaggiare e salutare attraverso
questa intervista. Ciao, Daniele!”.
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