L’amministratore delegato della Roma, Umberto Gandini, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Radio Anch’io Lo Sport” su Radio Uno per parlare del campionato e degli obiettivi del club giallorosso.
Il momento più importante della Roma sta per arrivare. Un momento da incorniciare, arriva la doppia sfida col Barcellona: sembra impossibile, ma cosa vi aspettate da questo confronto?
C’è grande soddisfazione per aver raggiunto un traguardo intermedio in una competizione difficilissima, che la società non raggiungeva da un po’ di anni. Siamo molto contenti, ci troviamo a giocare una partita che molti sognano, c’è grande soddisfazione per giocarsi l’accesso alle semifinali contro il Barcellona. Nel calcio non ci sono certezze dal punto di vista dei risultati, è una sfida esaltante e che ci metterà grandissima pressione addosso, la giocheremo con tutte le armi in nostro possesso, contando sul fatto di avere sostanzialmente mente libera. È una di quelle sfide per cui vale la pena giocare una stagione.
Arriva in un momento giusto, parlando dello stato di forma della squadra. C’è stato un momento difficile per Di Francesco, ora sembra che il tecnico abbia ritrovato la sua squadra.
È stata una stagione con momenti un po’ particolari. Abbiamo avuto la qualificazione agli ottavi che ci ha tolto un po’, abbiamo pagato durante dicembre il periodo delle feste di Natale. Poi ci siamo ripresi, molto tranquilli dal nostro punto di vista perché la scelta che era stata fatta è stata confermata dai risultati. Abbiamo perso un po’ troppi punti dalle prime due, che stanno andando francamente a un ritmo forsennato, però siamo in corsa per due obiettivi su tre: la qualificazione alla Champions e un percorso in questa competizione che ci vede in corsa ai quarti di finale.
Firmeresti per una sconfitta di misura al Camp Nou? Un 2-1 come in Ucraina?
La prima partita è molto importante, fare gol a maggior ragione e riuscire ad arrivare a Roma con un risultato che ci permetta di giocare il tutto per tutto nella partita di ritorno. È uno degli auspici che possiamo fare. Giochiamo contro una squadra fortissima e un extraterrestre come Messi, che quando decide di cambiare le sorti di una partita lo fa in un momento. Dobbiamo stare attenti.
Al di là del momento magnifico di squadra e Di Francesco, che sta raccogliendo ciò che semina, cosa succede allo stadio e in definitiva a Pallotta per fare grande questa società alla quale manca sempre qualcosa?
Stiamo facendo quei progressi e quegli step che sono stati pianificati. Per lo stadio sta andando avanti l’iter burocratico, siamo in attesa di avere tutto quello che manca per poter finalmente far partire le gare per l’organizzazione dei cantieri e cominciare a scavare.
È ipotizzabile trovare una data di riferimento per la prima pietra?
Dipende da fatti di terzi e amministrazioni, è un po’ difficile pianificare. Confidiamo di farlo entro il 2018. La società sotto il disegno del presidente Pallotta è stata rafforzata in tantissime aree, stiamo crescendo da tanti punti di vista e stiamo facendo il percorso che avevamo disegnato e che ci sta facendo diventare tra i protagonisti del calcio italiano e possibilmente europeo.
Quanto è stato importante per la società riuscire tenere Dzeko nel mercato di gennaio visto anche quello che è stato in grado di dare alla squadra?
Importantissimo sicuramente, è un giocatore che ha avuto un’opportunità che è stata valutata, la scelta è stata quella di restare insieme. Ora andiamo avanti insieme in questo percorso, è un giocatore importantissimo per il nostro gioco, l’ha dimostrato anche ieri e lo dimostra anche quando non fa gol. Permette alla squadra di giocare in modo più completo, siamo molto contenti.
La Roma continuerà negli investimenti visti gli incassi della Champions o rimarrà così? In molti dicono ‘vedrete qualche calibro da 90 andrà via’ e si pensa ad Alisson.
Sono discorsi che ora non hanno senso, stiamo giocando la parte finale di una stagione importantissima e l’ultimo pensiero è quello di pensare a cosa succederà nel mercato estivo. Questa è una squadra che ha sempre cambiato per migliorare, i risultati e le prestazioni hanno dimostrato questo. Proseguiamo su questa strada. Il mercato è dinamico e lo è per tutti: ci sono grandissime squadre che cambiano giocatori anche per migliorare la qualità, non ci sono solo aspetti economici che possono portare a decisioni di questo tipo. Il percorso di tutti è portato per migliorare la società e la squadra.
Totti? Qualcuno lo vorrebbe più centrale nel progetto giallorosso.
Lui lo è, è con noi in questo nuovo ruolo dall’inizio della stagione e sta facendo una transizione importante. Come molti suoi illustri colleghi hanno detto il passaggio dal campo alla scrivania non è indolore, ma richiede tempo, attenzione e pazienza. Ci troviamo bene con lui, lui è vicino alla squadra, a Di Francesco e a Monchi, sta dando il suo contributo e sta imparando un po’ di segreti da chi gli sta intorno.
Quanto ti sorprende il rendimento di Gattuso al Milan?
Non mi sorprende perché lo conosco come persona, com’è attaccato alla maglia e pieno di valori. Ha mosso le corde giuste, ha messo al primo posto il valore del gruppo e si è conquistato la fiducia e l’abnegazione dei suoi giocatori. Di gavetta ne ha fatta, dal punto di vista tecnico-tattico è molto cresciuto.
Schick? Che stagione è per lui?
Arriva da un’estate molto complessa, ha avuto problemi fisici, ha avuto complicazioni, infortuni, una preparazione non fatta con la Sampdoria. Tante cose che l’hanno portato a fare un po’ di fatica. È in crescita, ci puntiamo tantissimo per il presente e il futuro. È a disposizione di Di Francesco. Non è, ed è una cosa che potevamo considerare tra le eventualità, è una stagione semplice perché passare dalla Samp alla Roma e diventare subito protagonista non è facile per nessuno.
Cosa nascerà dall’assemblea della Lega Calcio? Come sta evolvendo questa situazione?
Si sta lavorando bene, verso una stabilità e la parte più importante sono i diritti TV e l’accordo con Mediapro. Malagò ci sta aiutando a trovare convergenze per eleggere la governance, oggi vedremo se saremo in grado di eleggere il presidente e in base a come si evolverà la situazione diritti avremo tutto il tempo per definire i consiglieri di Lega l’amministratore delegato. Ad oggi la persona candidata da Malagò è Gaetano Micciché.
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