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Champions League

Gandini: “Con il Liverpool possiamo scrivere una pagina della storia del calcio”

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Umberto Gandini, amministratore delegato della Roma, ha rilasciato un’intervista a ‘Radio 24‘ nella trasmissione ‘Tutti convocati‘ in cui ha parlato della sfida di martedì contro il Liverpool.

Come si vivono queste vigilie?
Adesso che abbiamo passato lo scoglio Spal, iniziamo a pensarci. Veniamo da una prestazione straordinaria che ci ha permesso di arrivare a questo punto e quindi ora vogliamo vedere quanto siamo bravi. Abbiamo questa consapevolezza.

Lei ha già vissute serate come questa…
I ricordi sono sbiaditi, sono passati 10 anni. Era molto più vivo il ricordo con il Barcellona, ma perché era una scoglio insormontabile dopo la gara dell’andata. Io mi ricordo un Milan-Manchester United perfetto, spero di essere in quel mood. La squadra è consapevole di quello che ci aspetta e dobbiamo avere questa consapevolezza.

La Roma ha meritato il passaggio col Barcellona. Delle 4 rimaste la Roma ha avuto il percorso più duro.
Credo che ce la siamo guadagnata sul campo, se la sono guadagnata il tecnico e i giocatori. Adesso devono coltivare questo sogno con tutta la tifoseria.

Come si vive in città questa partita? Quanto è importante?
Sono il meno indicato per esprimermi, ma credo che dopo il Barcellona si è entrati in una specie di guscio, di sogno. Rappresenta moltissimo per la dirigenza e il presidente Pallotta, ma anche per la città, che vive un rapporto molto forte per la squadra.

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La Roma è la terza semifinalista in Champions negli ultimi anni. Il nostro calcio deve rialzarsi dopo la delusione mondiale.
Sono cose diverse, il calcio di club rappresenta un calcio più vasto di quello delle nazionali. Si cerca di ottenere risultati attraverso il gioco. La differenza sostanziale è che in club si lavora in un modo diverso, con le giovanili ed il mercato. Il calcio italiano ha avuto questo incidente di percorso, ma è una scuola che non manca di talenti. Pensiamo alla Masia del Barcellona, l’ultimo giocatore della cantera ora è Sergi Roberto. Sono cicli.

Lo Stadio della Roma?
E’ un problema di risorse. Quando sei una squadra che ha risorse dallo stadio come la Juventus che ha 45 milioni di ricavi e ti trovi a scontrarti con club inglesi che ne hanno 140, puoi colmare il gap solo sul campo con le tattiche ed i giocatori, ma fuori dal campo non puoi competere. L’ultima volta che da noi si è avviata una politica di costruzione degli stadi  del genere è stato per Italia ’90, poi abbiamo perso diverse occasioni per poterlo rifare. Gli stadi sono tutti quelli di Italia ’90.

Quanto ci crede alla finale?
Ci crediamo tutti, perché giochiamo una semifinale, cosa che non capita a tutte le squadre e tutti i giorni. Giochiamo contro una squadra forte e blasonata, ha vinto 5 Coppe Campioni ed è molto forte davanti. Ma è una squadra che concede molto. Abbiamo l’occasione di scrivere una pagina di storia del calcio e quindi ci proviamo.

La Roma come sta?
Noi in questo periodo stiamo bene ed i momenti positivi della stagione finora sono anche coincisi con gli appuntamenti europei. E’ difficile dire se siamo una squadra costruita per l’Europa, ma finora con Shakhtar e Barcellona abbiamo sempre interpretato al meglio tutte le sfide.

Il Fair Play Finanziario?
Siamo entrati in una dimensione dove ti devi saper muovere bene. Noi oggi siamo in questa situazione per i calciatori che ci sono oggi e che hanno sostituito quelli che se ne sono andati. Quindi i meriti vanno anche a Monchi.

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La Roma ha il tifo di tutti gli italiani. Una responsabilità in più per voi.
E’ una responsabilità che sentiamo, e non solo italiano. Eliminare il Barcellona, che era una delle squadre favorite per il titolo, ci ha dato una spinta ulteriore anche verso le altre squadre del mondo con voglia di rivalsa. Noi ci prendiamo questo rispetto con grande responsabilità, ma anche con la leggerezza necessaria. Di sicuro ci sarà una finale inaspettata e questo è un bene anche per la competizione.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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