Umberto Gandini

Umberto Gandini, amministratore delegato della Roma, ha parlato del futuro impianto di Tor di Valle: “Va sfatato il mito che lo stadio della Roma appartenga a Pallotta. Anche Lione, Bayern Monaco e Arsenal quando hanno costruito i loro impianti hanno creato una società veicolo che si è assunta l’indebitamento senza gravare sul club e che è servita a garantire i finanziatori con i ricavi pluriennali che vi affluiscono, come quelli per i naming rights. Realizzato lo stadio, sarà stipulata una convenzione tra le due realtà. L’AS Roma pagherà alla società veicolo un affitto analogo a quello che versa al Coni per l’Olimpico, 2,8 milioni all’anno, ma potrà beneficiare di ricavi extra che oggi non incamera. Dal food and beverage ai parcheggi, dal museo allo store ufficiale”.

Gandini non ha parlato soltanto dello stadio: “La Sport Industry evolve rapidamente e i club di calcio sono delle formidabili piattaforme per creare contenuti, per affermare l’identità di un marchio su cui si concentra la passione di milioni di tifosi e per veicolare i brand dei nostri sponsor. In quest’ottica abbiamo potenziato la media house di Trigoria, che ha in Roma Tv e in Roma Radio due fiori all’occhiello, con più di 60 professionisti impegnati quotidianamente. Il costo della rosa può essere sforbiciato, ma non oltre una certa misura se si vuole restare competitivi. La proprietà americana ha accettato la sfida anche quando siamo usciti con il Porto due anni fa dalla Champions ai preliminari, non smantellando la formazione. Ora con l’arrivo di Monchi puntiamo a rinforzare la squadra ringiovanendola e se ci saranno le giuste occasioni cederemo quei calciatori che non rientrano più nei piani tecnici dell’allenatore. In questo senso crediamo ancora di più nel lavoro dei nostri tecnici delle giovanili e investiamo su Trigoria. Cerchiamo il nuovo Totti e il nuovo De Rossi, ma vogliamo formare anche calciatori professionisti che possano giocare altrove remunerando il nostro investimento, come fanno tutti i grandi club europei. Continuiamo a dire che le seconde squadre sono indispensabili, ma si continua a tergiversare purtroppo. Se la squadra del cuore non si cambia, non è detto che la As Roma non possa diventare la seconda squadra di chi viene alla scoperta di Roma e può vivere la vera romanità anche venendo ad assistere a una nostra partita”.



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