Avversario
Giampaolo: “La Roma è la migliore nel possesso palla. E’ il momento di tirare fuori l’orgoglio”
CONFERENZA STAMPA TORINO GIAMPAOLO – Marco Giampaolo, allenatore del Torino, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida di campionato contro la Roma. Queste le sue dichiarazioni:
Domani una trasferta complicata, ma può arrivare al momento giusto per dare una scossa? Con le big avete spesso offerto buone prestazioni.
Possiamo guardare poco in faccia all’avversario, sono discorsi che non farei. Direi invece cosa è importante aspettarsi dalla squadra: compattezza, attaccamento, orgoglio. E non mi aspetto alibi e chiacchiere. Il valore della Roma lo conosciamo, ma nelle partite ci sono altre cose da prendere in considerazione.
Come ha reagito lo spogliatoio?
Non si tratta di chi sta con chi. Il Toro è al di sopra degli interessi di ognuno di noi: bisogna stare con il Toro. Servirebbe un vademecum, dove al primo posto c’è scritto che il Toro è al di sopra di ognuno di noi, allenatore compreso. E quindi dobbiamo dare una risposta di compattezza e unione. Tutto il resto sono chiacchiere dove ognuno può trovare scorciatoie. Ci vuole la predisposizione a fare determinate cose, tutto il resto riempie soltanto le pagine dei giornali e alimenta chiacchiere.
Come si affronta la Roma che ne ha fatti cinque al Bologna?
Ho visto le loro partite, posso dire che rispetto a tutte quelle che abbiamo affrontato fino ad oggi ha le migliori doti nel possesso palla e non è una squadra codificata, nel senso che non dà grandi punti di riferimento. Hanno idee ben precise, hanno enormi mezzi tecnici. E’ difficile, ma dobbiamo affrontarla senza accettare passivamente il valore del nostro avversario.
Come si colma questa differenza di valori?
Non dobbiamo essere passivi, cercando di non concedere quella proprietà di palleggio di cui dispongono e proporre anche noi, giocando e palleggiando. Questo è un mantra che ribadisco dal primo giorno: una buona padronanza ti mette nelle condizioni di dare preoccupazione, perché si muore di non possesso.
Può essere un vantaggio giocare in trasferta?
Devi sempre metterci la faccia, con tutto da perdere o da guadagnare. Gli aspetti psicologici fanno tutto: c’è sempre da perdere, sono sfumature psicologici dentro le quali deve avere la forza per uscirne e non avere il braccino corto.
E’ più facile avere cinque cambi durante le partite?
Sono una ricchezza per le big, mentre sono un’opportunità per le altre. Usarli tutti dipende dalle alternative e dal tipo di partita, oltre alla disponibilità dei giocatori. Alcune volte ne ho fatti due, tre, nessuno, l’ultima ne ho fatti quattro. Ma dipende da chi hai in panchina, se hai cinque difensori in panchina non sono cambi, ma li metti solo se qualche difensore ha avuto un problema. Si muore anche di tanti difensori.
Quando un portiere è in difficoltà meglio insistere o dare un turno di pausa?
Si può insistere ma si può anche cambiare. Poi ci sono momenti in cui devi riflettere: in questo momento qui, al di là del discorso nostro, abbiamo tre partite in sei giorni molto ravvicinate. E in questo tour de force hai ancora un’ulteriore occasione per ribadire la forza di un gruppo. Devo chiamare a raccolta le energie di tutti, ed è un discorso che ho fatto loro prima dell’Udinese. Domani e nelle prossime due posso cambiare tante cose, a prescindere dal discorso Sirigu.
Cosa la preoccupa di più?
Non è questione di preoccupazione, io penso che la testa determini ogni cosa. Se funziona la testa, funzionano le gambe e puoi giocare tre partite in pochi giorni magari con meno energie. L’aspetto psicologico è determinante, perché se stai male di testa diventa tutto più pesante. Non posso correre sempre dietro agli altri, mentre se hai la palla corri con più allegria.
Spera di recuperare qualcuno tra Millico, Verdi, Murru e Zaza?
Penso di non recuperare nessuno. E per quanto riguarda Zaza dovete parlare con il dottore.
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