Clement Grenier, centrocampista della Roma, ha rilasciato un’intervista al Match Program del club giallorosso in vista della sfida contro il Chievo.
Partiamo dalla fine, contro il Milan e la Juventus le sue sono state buone prestazioni. Come è andata?
“Sono state due partite molto importanti, da vincere. Sono state due grandi vittorie, cruciali per raggiungere i secondo posto con il Napoli che ci segue staccato di appena una lunghezza. Due prestazioni che ci hanno permesso di mantenere il secondo posto che significa accesso diretto alla Champions League”.
Contro la Juventus i tifosi hanno risposto con grande forza alla chiamata, se li aspettava così?
“Il pubblico contro la Juve è stato davvero molto importante, ci ha aiutato a rimontare il gol di svantaggio, ci ha spinto, ci ha trascinato a fare sempre di più. È stato fondamentale perché in quel momento si è percepito come tutta la squadra e tutto il club fosse unito verso un unico obiettivo”.
Lei è arrivato a Gennaio, ci fa un bilancio?
“Sono arrivato nella finestra di mercato di gennaio e sono stato accolto benissimo da tutti, dal club, dai compagni di squadra… Questo mi è servito per integrarmi subito al meglio e sentirmi a mio agio. Adesso lavoro sereno, cerco di dare sempre il massimo in allenamento tutti i giorni. Lavoro per mettere al servizio della squadra le mie qualità, e per poter dare il mio contributo al meglio anche il giorno della partita. La mia speranza è di restare qui a lungo perché la Roma è una grande squadra, ci sono grandi qualità non soltanto sportive, ma anche umane, che per me sono un fattore importante”.
Con chi hai legato di più tra i suoi compagni?
“Ho un ottimo rapporto con tutti i compagni di squadra, forse in particolare con Mario Rui che nello spogliatoio siede accanto a me, e quindi abbiamo modo spesso di chiacchierare, di commentare quello che succede. Ovviamente anche con Radja Nainggolan, che parla francese e mi ha aiutato tantissimo, anche Thomas (Vermaelen ndr) e Francesco. Per me è un piacere condividere lo spogliatoio con questi ragazzi, e continuerò a fare il massimo. Nel complesso sono molto contento della scelta fatta”.
C’è qualcuno tra i suoi compagni che la ha stupita in particolare?
“Sapevo di arrivare in una grande squadra, una squadra con grandissime qualità, quindi non sono rimasto sorpreso da qualcuno in particolare. Ovviamente Totti alla sua età, per quello che fa è davvero straordinario. Aver potuto condividere con lui dei momenti in campo, è qualcosa di fantastico, per me che da piccolo, lo ammiravo in televisione. Ripeto è una grandissima squadra con calciatori di altissimo livello in tutte le zone del campo. Tutti mettono al servizio della squadra le proprie qualità, ed è difficile indicare uno solo dei miei compagni”.
In cosa differiscono i due campionati italiano e quello francese?
“In realtà sono due campionati che si assomigliano abbastanza, sebbene in Italia le squadre siano sempre ben messe in campo e tutte le partite difficili da vincere. Forse la differenza maggiore è sul piano atletico e su quello fisico. Sicuramente in Italia il ritmo degli allenamenti, la qualità e la difficoltà è più elevata rispetto a quelli in Francia. In questo senso sto cercando di lavorare per alzare sempre di più l’asticella”.
Fisicamente come si sente?
“È vero, nelle ultime quattro gare sono entrato tre volte, lavoro ogni giorno in allenamento con grande voglia per farmi trovare pronto ogni volta. In questo periodo mi sento bene, sono arrivato che ero in forma e continuo a lavorare sempre meglio”.
Spalletti cosa le chiede di fare in mezzo al campo? Quali sono i suoi compiti tattici?
“Mi chiede semplicemente di dare il mio massimo in campo e di mettere le mie qualità al servizio della squadra”.
Come valuta il centrocampo della Roma?
“Un centrocampo di grandissima qualità, dove gli interpreti hanno caratteristiche diverse, e sta a noi calciatori in allenamento a trovare la giusta intesa, per far funzionare le cose al meglio”.
Conosce qualche giocatore francese della Roma del passato? Candela, Dacourt, Giuly?
“Sì certo, conosco tutti i grandi calciatori francesi che hanno vestito la maglia giallorossa in passato”.
Sabato vi aspetta il Chievo, un avversario sulla carta di calibro diverso dalla Juventus?
“Sarà una partita complicata, veniamo da due grandi vittorie contro due grandi squadre come Milan e Juventus. Non è mai facile mantenere la concentrazione, ma dobbiamo farlo soprattutto in quelle gare sulla carta alla nostra portata. Soprattutto adesso che siamo arrivati allo sprint finale. Dobbiamo fare bene per tutti, il club e i tifosi e in primo luogo per noi stessi che vogliamo raggiungere il secondo posto. Non sarà facile, dovremmo giocare al nostro meglio ma abbiamo buone possibilità di riuscire a finire il campionato secondi”.
Il Chievo è in una posizione di classifica dove non ha nessun obiettivo da raggiungere… Meglio o peggio?
“Non so se sia meglio o peggio, in ogni caso giocherà in casa e vorrà fare bene davanti ai suoi tifosi. Saranno liberi di mente e poi nel cacio non esistono partite facili, dovremmo essere concentrati e giocare al nostro miglior livello per portare a casa i tre punti”.
Ha conosciuto il nuovo direttore sportivo Monchi?
“Sì ci siamo incontrati, abbiamo scambiato qualche battuta, ma è ancora prematuro per parlare del mio futuro. In ogni caso lui mi conosce e ci siamo limitati a parlare dell’attualità, di quello che sta succedendo”.
Ha affrontato la Juventus, quanto crede che la Roma debba lavorare per arrivare al livello dei bianconeri?
“Non so cosa manchi per colmare il gap con la Juve, sicuramente il divario esiste e non so come si possa ripianare. Loro hanno dominato il campionato nelle ultime stagioni, però credo che sul piano della qualità tecnica e degli effettivi della rosa della Roma non c’è uno scarto così grande. È evidente la Juve ha vinto tantissimi titoli, l’ultimo mercoledì sera in finale di Coppa Italia contro la Lazio. Mentre la Roma non vince da parecchi anni e probabilmente dall’esterno si percepisce ancora più grande di quello che in realtà sia. Mi auguro che nei prossimi anni la Roma possa ridurre ulteriormente il gap e possa giocarsela alla pari”.
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