Paulo Fonseca è in salvo. L’allenatore è atterrato con la moglie Katerina ieri sera dopo mezzanotte a Lisbonae ha voluto raccontare alla stampa la situazione vissuta in Ucraina al momento dell’invasione militare della Russia. L’ex tecnico della Roma ha lasciato la capitale Kiev venerdì scorso, attraverso la missione di rimpatrio dell’ambasciata portoghese a Kiev.
“Avevamo in programma di andare in Svizzera in aereo alle 10 di giovedì. Erano le 4 del mattino e abbiamo sentito le bombe cadere a Kiev. È stato il momento più difficile, siamo stati presi dal panico, abbiamo preso le nostre borse, siamo usciti in strada, abbiamo cercato di lasciare Kiev in quel momento, ma c’era troppo traffico sulla strada principale. Da lì, siamo andati all’hotel del presidente dello Shakhtar Donetsk, insieme allo staff e ai giocatori del club. Ci siamo sentiti molto spaventati dalle bombe che cadevano vicino a noi. Non avevamo alcun dubbio che la guerra fosse iniziata“, dice Fonseca ai media portoghesi.
Il tecnico continua: “Non ho parole per descriverlo. Stanno soffrendo molto e combattendo duramente per difendere la patria. Il presidente, Volodymyr Zelensky, è il primo. C’era una lista enorme di persone che volevano entrare in Ucraina per aiutare l’esercito. Ci sono numerosi personaggi pubblici che si sono arruolati per combattere. Sarà difficile per queste persone, ma credo che abbiano già vinto questa guerra. Abbiamo molti amici che si sono arruolati e stanno difendendo l’Ucraina. I nostri amici stanno bene, al fronte. Siamo molto preoccupati per loro”.
Quanto al viaggio per tornare nel suo Portogallo, l’ex tecnico giallorosso ha sottolineato quanto è stato terribile ciò che ha visto: “È stato un viaggio difficile, non tanto per quello che stavamo vedendo…. Ovviamente abbiamo visto colonne militari, ci siamo fermati una o due volte e abbiamo sentito sirene, aerei che passavano. Il viaggio è stato molto lungo, quasi senza sosta praticamente, sempre con la sensazione di pericolo. Questa è stato la cosa peggiore. C’erano code ovunque, non c’erano né cibo né benzina nelle aree di servizio”.
Successivamente ha parlato anche la moglie di Paulo, Katerina: “Prima di tutto volevo ringraziarvi per l’ospitalità, anche se devo confessare che il mio cuore non è qui. Il mio cuore è in Ucraina, con i miei amici, con la mia gente, con tutte le persone ucraine che vivono lì, in mezzo alle bombe. Sono qui solamente per avere l’opportunità di condividere questo messaggio con il Portogallo e tutta l’Europa: voglio dire loro che c’è una guerra cruenta nel mio paese ed è completamente inaccettabile. È davvero difficile vedere come muoiono bambini, donne e civili indifesi in Ucraina. Il mio cuore è completamente distrutto. Vorrei soltanto dire che questa folle guerra deve finire, subito. Nel momento in cui stavamo aspettando l’aereo per venire qui in Portogallo, la città di Kharkiv, una delle più grandi dell’Ucraina, veniva bombardata dall’esercito russo e sono morte così tante persone. Questo l’ho saputo solo adesso, appena siamo atterrati. E’ davvero incredibile, incredibile. Ho studiato all’Università di Kharkiv e conosco molto bene la città. La nostra città e tutti i villaggi adesso stanno soffrendo gli attacchi delle bombe. La nostra gente sta morendo. Mi appello a tutte le persone che stanno ascoltando e vi prego di aiutare a fermare tutto questo”.
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