ULTIME NOTIZIE CALCIO ABODI – Il Ministro dello Sport Andrea Abodi ha parlato a La Gazzetta dello Sport. Il Ministro si è soffermato sulla situazione delle varie discipline con cui l’Italia sarà protagonista ai prossimi giochi olimpici di Parigi che inizieranno venerdì 26 luglio. In particolare ha voluto anche analizzare la recente spedizione fallimentare della Nazionale campione d’Europa al torneo giocato in Germania prima di dire la sua in merito ai prossimi provvedimenti che verranno presi per il calcio, le nuove riforme e il futuro del movimento pensando anche alla ristrutturazione degli stadi.
Secondo lei gli italiani hanno la giusta percezione del ruolo della politica nello sport?
“Non sempre. Lo dimostra il fatto che spesso ci si aspetta che la politica faccia cose che non può fare. Non siamo riusciti a far comprendere all’opinione pubblica e a far apprezzare il privilegio dell’autonomia, che non deve giustificare omertà, inerzia e inefficienze. Da me si aspettano che faccia il c.t., il presidente della Figc, quello del Coni, il Giudice Sportivo, evidentemente non c’è un’educazione alla conoscenza del sistema istituzionale. E alla fine il gioco è attribuire la responsabilità a qualcun altro”.
Si riferisce a quello che è successo dopo l’eliminazione degli azzurri dall’Europeo?
“Anche, ma non solo. Parlando degli Europei, dopo la sconfitta di Berlino è mancata l’autocritica, l’assunzione di responsabilità, un confronto in Consiglio federale, a partire da una relazione del presidente Gravina. La data delle elezioni, anticipate, come primo passo mi è sembrata una risposta istintiva e non il frutto di una riflessione comune. Di certo, questa accelerazione ha reso utile e ancora più necessario l’emendamento Mulè, nella sua versione finale. Alla prima avrei dato parere negativo, lo avevo detto anche al presidente Uefa Ceferin, con cui in Germania ho avuto un confronto franco e costruttivo, contrariamente a ricostruzioni fantasiose e non corrette. In ogni caso, ora mi auguro che la norma, che verrà approvata nelle prossime ore, trovi attuazione immediata per libera volontà della Figc e delle sue componenti”.
Lei era a Berlino, cos’è successo alla Nazionale?
“Non lo so, ma spero si ripristini una scuola federale di selezionatori. Questo presuppone un Club Italia e un settore tecnico ripensati nella loro globalità. Io ho sempre espresso giudizi positivi su Spalletti, ma servono anche analisi e autocritica, che sono mancate. Quello che è successo non può essere un semplice “capita” o “gli altri sono stati più forti”, noi siamo stati la versione peggiore di noi. Mi auguro che per la Nations League abbiano fatto tesoro della sconfitta, ma a oggi non vedo segnali”.
Parliamo di stadi.
“Ci sono tanti progetti, mi sento di tranquillizzare tutti sul fatto che organizzeremo, con la Turchia, l’Europeo 2032: faremo la proposta dei 5-6 stadi all’Uefa entro ottobre 2026 e entro aprile 2027 saranno aperti i cantieri. Ma la nostra idea per le infrastrutture va ben oltre: stiamo facendo un lavoro strutturato e concreto, mai svolto prima, con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, insieme a Cdp, Invimit, l’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, SACE e Sport e Salute, con la prospettiva di allargarlo al Ministero delle Infrastrutture. Questo gruppo di lavoro, di cui fa parte anche la Figc, identificherà nelle prossime settimane, poche, il portafoglio degli strumenti finanziari e amministrativi che metteremo a disposizione dei vari progetti. Con il ministro Giorgetti stiamo ragionando anche di crediti d’imposta per le infrastrutture, da associare a quelli per i settori giovanili e il calcio femminile”.
Nuovi aiuti al calcio?
“Sì, ma non a fondo perduto. Andremo avanti con il diritto alla scommessa, dal quale trarremo risorse anche per lo sport sociale. Vedete, in un rapporto rispettoso delle istituzioni, collaborativo e costruttivo, ci si predispone a trovare delle soluzioni ragionevoli. È il nostro primo interesse”.
Torniamo agli impianti?
“Abbiamo incontrato amministrazioni comunali e club per gli stadi di Bologna, Firenze, Cagliari, Parma e Empoli. E c’è stato un primo incontro al Ministero con il sindaco Manfredi e il presidente De Laurentiis per lo stadio di Napoli. Finalmente si è arrivati all’idea che si lavori tutti insieme per riqualificare e rigenerare profondamente il Maradona. Mi auguro che lo stesso effetto si abbia a Roma o a Milano, dove mi pare manchi ancora una soluzione finale. Ma anche a Palermo, Bari, Verona e Genova c’è fermento. C’è una competizione da vincere: la selezione degli stadi italiani per Euro 32; e una sfida fondamentale: la modernizzazione e umanizzazione dei nostri impianti”.
Come sarà il prossimo campionato?
“Ancora più combattuto e competitivo, ci sono almeno altre due-tre squadre che possono dar fastidio all’Inter campione in carica. Conte? Sono curioso di vedere come si combineranno tre elementi: il mister, De Laurentiis e la passione dei napoletani… Sarà comunque uno spettacolo”.
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