Luciano Spalletti

AS ROMA NEWS ITALIA SPALLETTI DE ROSSI – Luciano Spalletti, in vista delle amichevoli americane contro Venezuela ed Ecuador, ha parlato in conferenza stampa al Giulio OnestiRoma. Il Ct della Nazionale ha analizzato anche la situazione di due romanisti protagonisti di questa fase di stagione e ha anche valutato l’operato di De Rossi sulla panchina giallorossa:

Su Pellegrini.
“Pellegrini l’abbiamo atteso tantissimo, non ce l’ho mai avuto a disposizione. Facile valutare di che livello è, è un calciatore forte che sa fare più cose. È uno che fa metri in quantità in una partita, è importante anche correre. Non so cosa verrà fuori da qui all’Europeo, ma lui è uno di quelli su cui ci si conta. Ha avuto dei problemi, ora li ha messi a posto. Con la qualità che vuole poi Daniele De Rossi si trova a suo agio, è riuscito a far vedere il suo marchio di fabbrica”.

Sull’esclusione di Cristante.
“Aveva bisogno di fare cure intense alla schiena, è da tanto che aspetta il momento per farle, altrimenti doveva fermarsi. Non andiamo a distruggere i calciatori ai club, per cui ha iniziato questa cura e la doveva fare adesso, altrimenti sarebbe stato dentro. A causa di questa complicanza abbiamo deciso, altrimenti si sarebbe fermato ugualmente. Meglio se si cura. Noi vogliamo collaborare con i club, non vogliamo distruggergli i calciatori. Sarebbe stato dentro. Così come Kayode, Fabbian, Casadei, Baldanzi, Gnonto, Calafiori sono con l’Under 21.Calafiori sarebbe stato con noi, l’avrebbe meritato, ma non ci facciamo la guerra come Club Italia tra di noi. L’under 21 si sta giocando la qualificazione e io non li prendo per indebolirli. Che gruppo saremmo? Quindi Calafiori va a giocare lì. Nunziata fa parte del nostro staff e possiamo valutarli, è come se giocasse con noi. E ci sarebbe stato anche Fabbian tra i convocati. Poi si è infortunato Gaetano, altrimenti avrei voluto vederlo, ma non sta bene e non l’ho portato. Ci sono cose che si analizzano in maniera completa, con serenità”.

L’arrivo di De Rossi può aiutare la crescita di Mancini e Pellegrini?
“Certo che può aiutarli. Daniele è stato bravissimo, io ci ho preso in tantissime cose che Daniele ha fatto vedere. In alcuni momenti mi sembra un po’ Carletto Mazzone a vederlo in panchina, esprime il suo essere ancora un po’ calciatore e la sua sapienza da allenatore. Ha fatto un lavoro eccezionale, non era facile in così poco tempo, dare una mentalità che prima non era sbagliata. Fosse stata sbagliata prima era facile fare una cosa diversa, invece era fatta bene anche prima. Fare ancora meglio di prima è un lavoro più profondo. Poi vedere che Paredes va a fare il centrale basso tra i due centrali per la costruzione, a volte le punte vanno esterne e altre volte no. Le due punte esterne sono i due trequartisti in campo, sono tutte cose bellissime per chi è interessato a ciò che succede nel calcio e ama l’evoluzione continua. Gli faccio grandissimi complimenti, che continui così, perché a Daniele voglio molto bene. Quando ci siamo sentiti mentre era fuori parlavamo del mio sogno nei suoi confronti, perché quelli che mi hanno messo a disposizione tutto quello che avevano auguro il meglio possibile. E se avessi la possibilità di aiutarli li aiuterei a sviluppare questa professione. Mancini ora gioca anche dentro, si inserisce, lo vedo a costruire e poi me lo ritrovo dentro l’area di rigore a finalizzare o fare questo inserimento sulla linea. Calafiori anche fa vedere queste cose di continuo, Bastoni è un maestro, lo stesso Acerbi si inserisce per vie centrali. È la nuova qualità di questi giocatori che fanno sovraccarico sulla metà campo e sulla trequarti per impostare bene il gioco. Mancini l’ho chiamato dopo non per una bocciatura, ma perché quello che può dare Mancini o Politano, o altri che conosco benissimo, io lo so. Chiaro che lui ha risposto in maniera perfetta, mi ha detto ‘sono sempre pronto per la Nazionale’, mi riempie il cuore e mi fa vedere la qualità del calciatore e dell’uomo. Lo stesso El Shaarawy l’ho lasciato a casa, so benissimo chi è e quali sono le sue qualità. Qualcuno poi devo lasciarlo a casa per fare qualcosa di nuovo, poi magari farò bene o male. Ho le mie indicazioni soggettive, penalizzo qualcuno e mi dispiace, ma è sempre per avere una crescita di calciatori a disposizione”



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