Il profilo ufficiale Facebook della Serie A ha postato l’intervista del terzino della Roma, Aleksandar Kolarov, in cui ha parlato della gente e della città della Capitale. Inoltre ha ricordato il suo passato in Serbia e di come ha vissuto il calcio.
“Roma è una città unica, conosciamo tutti la sua importanza nella storia. E’ la prima città dove sono arrivato quando ho lasciato il mio paese, qui sono cresciuto come uomo e calciatore. La gente a Roma ha la stessa mentalità dei serbi, siamo simili ed è stato facile e immediato per me inserirmi qui, nella vita e soprattutto nel calcio. Ho avuto sempre questo carattere, soprattutto ora a 33 anni mostro il mio carattere serbo. Quando ascolto il mio inno nazionale sono più che orgoglioso. La mentalità serba è particolare devo dire, a volte ho un carattere strano e devi controllare questo aspetto. Bisogna essere professionisti in campo e fuori, siamo anche d’esempio per i bambini, bisogna imparare a gestire sé stessi. Chi ha un atteggiamento negativo deve scaricarlo tutto in campo. Nel mio caso è stato il calcio a salvarmi, il calcio per me è tutto. La testa è la cosa più importante, in tutto. Se decidi di allenarti duramente, allora lo farai. Il mio talento più grande? Il mio piede sinistro, il talento nel calcio non basta: la passione e il lavoro sono sempre stati la guida per il mio obiettivo, volevo sempre allenarmi. Da bambino guardavo la Serie A, credo che se puoi giocare nel campionato italiano puoi giocare ovunque. Il consiglio che do ai più giovani che si approcciano al mondo del calcio è seguire i propri sogni, concentrandosi sul calcio. Non sui soldi, quelli arriveranno. Oltre al calcio la mia passione è il basket. E in Serbia abbiamo Zeljko Obradovic (attuale allenatore del Fenerbahce, ndr), il Guardiola della pallacanestro. A fine carriera vorrei assistere ai suoi allenamenti. Sta facendo cose straordinarie. Lavora molto sull’aspetto mentale e credo che sia questo a far vincere la sua squadra”.
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