NOTIZIE AS ROMA KOLAROV – La Roma per la Champions e per Daniele De Rossi. I giallorossi partiranno oggi per Reggio Emilia, dove domani affronteranno il Sassuolo. Sarà la penultima partita del numero 16, ma l’attenzione sarà sui tre punti, decisivi nella corsa al quarto posto. Aleksandar Kolarov ha parlato ai microfoni di Dazn toccando i temi caldi del momento:
Il rapporto con Roma…
Quando sono arrivato a Roma per la
prima volta ero giovane. Qui sono cresciuto come uomo e come calciatore. Ma da
quando sono tornato alla Roma, me la sento veramente addosso.
Una città bellissima, ma molte cose sono difficili da capire. (la
giornalista mostra la foto della scritta “Kolarov abbassa la
cresta”).
Da noi si dice che non si può essere più cattolici del
papa. Sono due anni che sto qua e non posso convincere i tifosi che sono
romanista, ma ogni volta che scendo in campo cerco di dare il massimo. A volte
va bene, a volte meno. Sicuramente a volte avrò sbagliato, ma la cresta non
l’abbasso davanti a nessuno.
Nessuno riesce a capire come fermati sui calci di
punizione.
Noi che tiriamo le punizioni dobbiamo inventarci tutto,
anche provare a fregare portiere e barriera che a volta salta, quindi tirare
sotto. Quando non faccio gol sbaglio io, quando la prendo bene il portiere non
può far niente. Mirante e Olsen? Si allenano con me ma loro sono un pochino più
vecchi. Io lavoro con i portieri della Primavera, li faccio crescere.
Difficile da capire anche l’addio di De Rossi…
Lui è mio
fratello. La prima partita che ho giocato con la Roma è stata Bergamo, contro
l’Atalanta. So che i capitani parlano prima delle partite, ma uno che fa un
discorso col suo trasporto non l’ho visto. Mi ha sorpreso e ho detto “mica sta
bene”. Ne ho vissute tante nella mia carriera, però come lui appassionato ad una
squadra io nella mia vita non ho visto nessuno. Io sono tifoso della Stella
Rossa e non ho mai avuto la fortuna di giocare tutta la mia carriera là, perché
non c’erano le stesse ambizioni. Lui ha avuto la fortuna di giocare per la
squadra che ama. Parlavamo nello spogliatoio della carriera, perché la maggior
parte l’abbiamo alle spalle, sperava di finirla qua poi sappiamo come è andata.
Lui ha detto tutto, la società ha fatto la scelta che ha fatto. Credo che tra 3
o 4 mesi, tempo che inizierà la prossima stagione, tutti si renderanno conto di
chi è e chi è stato Daniele De Rossi.
Aver perso durante la stagione allenatore, direttore sportivo e
adesso anche il capitano, pesa sulla classifica?
L’abbiamo visto in
Champions, a me è successo in Inghilterra di vincere un campionato al 90′, nel
calcio è tutto possibile. Sicuramente non è tutto nelle nostre mani, dobbiamo
sperare che le altre perdano punti. Abbiamo l’obbligo di vincere le due partite
che restano contro Sassuolo e Parma. L’obiettivo era andare in Champions, ognuno
deve prendersi le sue responsabilità. I giocatori vanno in campo e sono i primi
responsabili, ma vanno anche messi nelle condizioni di dare il massimo. E’ una
serie di cose e alla fine il risultato è quello che è. Non è un caso che la Juve
vinca il campionato da otto anni.
Cosa voleva Ronaldo da Florenzi?
Io stavo dall’altra
parte e non sono andato lì sia perché c’erano già 7-8 compagni, sia perché
sapevo che non ci stava fuoco. Forse non è un bel gesto quello di Ronaldo, ma
sono cose che succedono. Ho fatto tante cose in carriera dentro al campo di cui
mi vergogno. Ora col Var non si può fare più niente.
Che capitano sarebbe Florenzi?
Ha avuto la fortuna di
giocare sia con Totti che con De Rossi. Avrà esempi importanti da seguire ma
anche tanta responsabilità, visto come sono amati Totti e De Rossi a Roma. E’ un
ragazzo intelligente e saprà reagire nel modo giusto.
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