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La notte da incubo di Marco Violi, spacciato per l’attentatore di Trump: “Io vittima degli haters dal 2018”

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AS ROMA NEWS MARCO VIOLIRomagiallorossa.it vi propone l’intervista del direttore responsabile Marco Violi a La Repubblica a firma di Marco Carta del 15 luglio 2024 relativa alla fake news mondiale in cui il responsabile del portale web veniva accusato di essere l’attentatore di Donald Trump.

«Ho acceso il telefono e su Instagram e Twitter c’erano centinaia di americani che mi accusavano di aver sparato a Trump. Anche le tv cavalcavano questa fake news. Ma ora denuncio tutti. Sono vittima degli hater perché attaccavo James Pallotta». Per diverse ore Marco Violi, direttore del sito Romagiallorossa, si è ritrovato suo malgrado a essere uno dei personaggi più popolari del pianeta, quasi quanto l’ex presidente Usa. Una bufala nata nell’ambito di una faida di quello che viene chiamato il Roma Twitter, la community virtuale di commentatori giallorossi, in cui Violi, ribattezzato dal suo hater “Mark Violets”, si sarebbe fatto diversi nemici, tra cui l’ormai celebre account troll Moussolinho. È così che per Violi un sabato sera come tanti si è trasformato in un incubo.

«Sono stato svegliato nel cuore della notte dalle notifiche del mio telefono. Io tengo sempre il cellulare acceso vicino al comodino con il volume alto. Sabato sembrava impazzito. Non erano le solite mail che possono arrivare di notte, ma notifiche di Twitter e Instagram continue. Erano centinaia. Il mio profilo Twitter e quello Instagram era invaso dai commenti di utenti americani, che mi minacciavano. Non capivo cosa stesse accadendo».

Cosa le scrivevano questi americani?
«Mi dicevano cose senza senso: Perché lo hai fatto. Perché hai sparato a Trump. Mi ero appena svegliato, leggevo e pensavo: ma questi sono matti, sono tutti impazziti. Poi, vedendo gli account dei miei haters, ho ricostruito la situazione. Ho letto di questo Mark Violets, poi è uscito il mio nome Marco Violi. E ho visto che l’account Moussolinho ha pubblicato questa fake news a cui hanno creduto tutti. Lui è uno dei miei hater storici. È uno stalker, non mi lascia in pace mai, dalla mattina alla sera. Lui e Logikseo, che è anche il suo compare, sono loro due ad aver creato questa cosa insieme ad altri account del cosiddetto Roma Twitter. E da lì ho capito tutto. Io non mi capacito di come sinceramente a quell’ora di sabato sera, invece di andarsi a bere una birra, queste persone passino le ore su Twitter a diffamare me e la mia famiglia. E non capisco perché la procura non faccia niente».

Perché ce l’hanno con lei queste persone?
«Questa cosa va avanti dal 2018. Posso immaginare che sia legata al fatto che ero molto critico nei confronti dell’ex presidente della Roma James Pallotta. Ma come tanti tifosi della Roma. C’era anche stata una manifestazione a viale Tolstoj (dove c’era la sede della società giallorossa ndr) quando non avevano rinnovato il contratto da giocatore di Daniele De Rossi. Quella manifestazione è storica ed è l’ultima che si è potuta fare liberamente. Non l’avevo organizzata io, ero uno dei tanti tifosi critici con Pallotta. Da quel momento sono iniziati gli atti persecutori».

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In che modo?
«Il loro unico obiettivo è quello di denigrarmi. Sono stato vittima di diversi video che avevano lo scopo di delegittimare la mia professione e la mia credibilità. Ho avuto anche problemi perché poi alla fine mi sono a volte ritrovato in difficoltà ad interfacciarmi con qualche procuratore o con persone che magari avevano visto le prese in giro. Mi hanno creato problemi seri e stati d’ansia forti».

Però stavolta grazie ai suoi haters si è ritrovato al centro della storia.
«Involontariamente si. Quello che mi è accaduto sabato l’ho definito la morte del giornalismo e l’11 settembre del giornalismo americano. Perché il giornalismo americano stanotte è morto. Senza verificare niente mezzo mondo si è affidato a Moussolinho. Ho visto che diverse tv sudamericane hanno rilanciato questa bufala. I media italiani invece si sono comportati bene. Io sono rimasto allibito. Non credo come si possa dare credito a un account chiamato Moussolinho. Io anche nel mio campo cerco di verificare le notizie o al limite riporto la fonte. Non scrivo, come ha fatto qualcuno, che la Roma ha preso Federico Chiesa se non ho conferme».

Lei sa chi sia questo Moussolinho?
«Non so chi sia fisicamente. Ma l’ho già denunciato da tempo. Il mio legale mi dice che le indagini sono ferme. Io spero che ora si muova qualcosa. Denunceremo lui e tutti quelli che hanno condiviso questa bufala. Non ho subito una diffamazione, ma qualcosa di più. È anche difficile spiegare quello che ho passato».

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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