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La Roma di Ranieri, una squadra votata alla verticalità: come funziona il sistema che punta la porta
AS ROMA NEWS RANIERI – Nel calcio moderno, la capacità di attaccare in verticale è una delle chiavi per superare le difese avversarie, indipendentemente dallo stile di gioco adottato. La scelta può variare tra un’immediata verticalizzazione o un possesso palla più ragionato per disordinare gli avversari prima di colpire. La Roma di Claudio Ranieri ha fatto della verticalità il proprio marchio di fabbrica, costruendo un sistema di gioco che mira a puntare la porta avversaria nel minor tempo possibile, sfruttando le caratteristiche dei suoi giocatori.
Una Roma che guarda avanti
La filosofia della Roma di Ranieri è chiara: perdere il meno tempo possibile nel possesso palla, limitandolo allo stretto necessario per trovare spazi e colpire in verticale. È un gioco diretto, che punta a sfruttare le qualità tecniche e fisiche dei suoi giocatori per creare pericoli costanti verso la porta avversaria.
Questa strategia si adatta perfettamente alle caratteristiche della rosa giallorossa, dove diversi giocatori sono naturalmente predisposti al gioco verticale. Partendo dalla difesa, Gianluca Mancini, cresciuto nel sistema di Gasperini, è uno dei principali interpreti di questo approccio. Con un’aggressività innata e una propensione a sostenere l’azione offensiva, Mancini è tra i difensori della Serie A che effettuano più passaggi in avanti.
Angelino e Paredes, le chiavi della costruzione
Se Mancini è un protagonista nella costruzione dal basso, nessuno nella Roma incarna meglio il gioco verticale di Angelino. Il terzino spagnolo è un elemento fondamentale nello schema di Ranieri, con la sua capacità di effettuare giocate in avanti, sia corte che lunghe. Angelino non si limita a spingere sulla fascia: è un costruttore di gioco aggiunto, che contribuisce a mantenere costante la pressione sulla difesa avversaria.
A centrocampo, Leandro Paredes rappresenta un punto di equilibrio perfetto tra un gioco più ragionato e uno diretto. Il centrocampista argentino è in grado di alternare un possesso palla più elaborato a passaggi filtranti di qualità che penetrano le linee avversarie, offrendo un ventaglio di soluzioni tattiche a Ranieri.
Koné, più di un ruba-palloni
Tra i protagonisti della Roma verticale, c’è anche Koné, che sta dimostrando di essere molto più di un semplice mediano difensivo. Conosciuto per la sua capacità di recuperare palloni, Koné ha dimostrato di saper contribuire anche in fase di costruzione. Non solo attacca la profondità con palla al piede, ma è in grado di effettuare passaggi in verticale che aprono spazi e creano occasioni.
Trequartisti e alternative tattiche
Il gioco verticale della Roma non si limita ai difensori e ai centrocampisti. I trequartisti, come Paulo Dybala, El Shaarawy e il giovane Baldanzi, aggiungono creatività e incisività nell’ultimo terzo di campo. Anche due giocatori finiti ai margini nelle ultime settimane, Lorenzo Pellegrini e Bryan Cristante, hanno nelle loro corde la capacità di andare in verticale, sebbene abbiano vissuto un periodo difficile. La loro esperienza e abilità potrebbero tornare utili nel corso della stagione.
La verticalità per risollevare la stagione
L’approccio verticale non è solo una questione di stile, ma una necessità per la Roma in questa fase della stagione. Con una buona organizzazione difensiva a supporto, la verticalità rappresenta un’arma fondamentale per risalire in classifica e continuare a lottare in Europa League e Coppa Italia.
La filosofia di Ranieri punta a sfruttare al massimo le caratteristiche della rosa, adattandole a un sistema che permette alla squadra di attaccare con velocità ed efficacia. Con questo approccio, la Roma può non solo raddrizzare una stagione complicata, ma anche gettare le basi per un futuro più solido. Verticale, appunto.
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