AS ROMA NEWS LAZIO SARRI – Maurizio Sarri, allenatore della Lazio, ha rilasciato alcune dichiarazioni dopo la vittoria dei bianconcelesti per 1-0 nel derby contro la Roma. Queste le sue parole:
SARRI A DAZN
Quanto sono importanti questi 3 punti?
“L’aspetto più importante è quello, ovvero far contento il nostro popolo. L’obiettivo del derby era questo”.
Il gol non è casuale.
“Sì, l’avevamo preparata con le uscite a tenere il difensore di centrodestra e centrosinistra per tenerli dentro. Se fossero entrati dentro il campo avremmo cercato di farli giocare sull’esterno. L’obiettivo era attaccarli con gli attaccanti esterni. La partita non è stata di altissimo livello dal punto di vista tecnico, ma è stata dispendiosa. Non è stata bella da vedere. La prestazione dei due difensori centrali è stata buona, non era facile contenere la fisicità della Roma”.
La partita è andata come ce l’aveva in testa.
“Dà soddisfazione, ma è ancora più soddisfacente vedere i ragazzi giocare con questo cuore”.
Sente qualcosa di speciale in una partita del genere?
“È uno dei derby più sentiti del mondo. A Londra ne ho giocati tanti, ma non c’è la stessa partecipazione emotiva. Non è una partita normale. Questa settimana abbiamo pagato anche quello, la testa forse era ad oggi”.
Come sta Luis Alberto?
“Lì per lì voleva uscire perché ha sentito un movimento strano nel ginocchio, poi voleva rientrare ma noi avevamo già pronto il cambio”.
Cosa ha detto ad Anderson alla fine del match?
“Gli ho fatto i complimenti, è un giocatore straordinario”.
E prima della partita?
“Se il nostro popolo vuole una partita vibrante gliela dobbiamo dare. Questa è una partita particolare e bisogna raggiungere l’obiettivo che vuole il popolo”.
SARRI A SKY SPORT
È il suo secondo derby vinto, vale di più per come ci arrivavate? Quanto pesa?
“Le problematiche che dite tutti nella settimana non le ho vissute. Abbiamo sbagliato il secondo tempo contro la Salernitana, può succedere. In Olanda abbiamo fatto una buona partita con degli insegnamenti dentro: presentarsi 5-0 contro il portiere e non andare in vantaggio è segnale di un pizzico di cattiveria che ci è mancato. Ma per vincere le partite bisogna essere cattivi e per non perderle bisogna essere attenti. Non ero preoccupato della squadra. Il Feyenoord in casa segna 3-4 gol a tutti, con noi ha segnato solo per una disattenzione”.
L’avevate preparata così?
“Dal punto di vista dei movimenti difensivi sì, poi è venuto fuori un tipico derby in cui l’aspetto tecnico non contava più e contavano altre caratteristiche. E lì siamo stati bravi perché reggere la loro fisicità con tutti i palloni che ci hanno messo dentro l’area vuol dire che abbiamo fatto una prestazione difensiva di alto livello e senza mai perdere ordine. Abbiamo perso qualità negli ultimi 30 minuti ma non ordine”.
È interessante questo cambio di mentalità della sua squadra. Sembra un gruppo che sa dare le letture giuste al momento giusto.
“Potrebbe essere un segnale positivo. Bisogna vedere nei periodi più lunghi. Oggi in questo siamo stati bravissimi, ma oggi era una partita dalle grandissime motivazioni. Quando c’è il derby si vive roba particolare, è sentitissimo, non è il derby di Londra. Ho chiesto ai ragazzi di giocare per il popolo laziale”.
Fa un sorriso?
“Sono talmente stanco che appena Orsato ha fischiato la fine sono corso a distendermi 10 minuti. Ero stanchissimo e i 10 minuti di recupero mi hanno devastato”.
SARRI IN CONFERENZA STAMPA
Dopo la partita Mourinho ha detto che l’assenza di Dybala pesava più quella di Milinkovic e Immobile, ma il laziale ha segnato di più. È d’accordo?
“Ho avuto la fortuna di allenarli entrambi, sono giocatori speciali. Paolino ha caratteristiche diverse rispetto a Ciro, ma è un giocatore pesante, con me ha fatto una stagione di livello molto molto elevato, ma dire che valga più l’assenza dell’uno o dell’altro è sempre difficile. Se la Roma gioca come nel primo tempo, Dybala può fare bene, se gioca come nel secondo, con ricerca di palle alte, Dybala sparisce dalla partita. Parliamo di due fuoriclasse”.
Qual è l’aspetto che la rende più orgoglioso?
“È stata una partita sporca, ci mettevano palloni dentro l’area azione dopo azione e poteva diventare una situazione pericolosa. Nello sporco di questo finale siamo rimasti composti, non ci siamo disuniti e questo è un aspetto importante. Ci è costato molto anche in fase offensiva”.
Felipe Anderson le fa dormire sonni tranquilli da centravanti?
“Nel finale sporco avere Ciro a tirare sportellate è importante, Felipe fa bene l’attaccante centrale in base alle sue caratteristiche, è un giocatore fastidioso, in più quest’anno ci sta mettendo qualche gol. Se rientra Ciro siamo più contenti”.
Com’è stato affrontare questi due giorni dopo l’eliminazione dall’Europa League?
“Ho tirato su subito il gruppo, ho detto loro di non ascoltare nessuno perché il commento sarebbe stato solo sul risultato e non sulla partita. Se vuoi vincere le partite devi essere cattivo, cinque uno contro uno col portiere senza segnare non si possono fare, la partita va analizzata per la prestazione, non per il risultato. Il Feyenoord in casa dà 3-4 gol a tutti, con noi ha avuto solo una palla gol. Il morale non era segnato, c’era un velo di incazzatura perché andare fuori non fa piacere a nessuno”.
Cataldi e Romagnoli?
“Due partite di livello, per loro non è facile perché la gestione mentale è complicata, siamo stati doppiamente bravi”.
Una parola sul pubblico della Lazio?
“Ai ragazzi stamani ho detto che non ci giocavamo i punti, ma che si giocava per il popolo laziale, che da noi pretendeva anima, cuore, generosità e personalità e sarebbe stata contenta se l’avessero visti. La vittoria è dedicata a loro”.
I suoi difensori erano sicuri nell’anticipo perché avevano i centrocampisti vicino. Questa partita difensiva è un’esperienza che mancava?
“Non è una scelta, nel finale hanno cominciato a metterci palla lunga su con quattro riferimenti fisici, non potevamo difendere coi quattro centrocampisti lontani, sarebbe stata follia. I ragazzi sono stati bravi a lavorare nello sporco rimanendo ordinati, ed è un bel segnale”.
Questa può essere una gara della svolta dal punto di vista del carattere?
“Sono partite di forti motivazioni, la gara della svolta sarebbe essere quelli di stasera col Monza. Quindici giorni fa dissi che le partite difficili sarebbero state Salernitana e Monza, in un momento in cui hai speso tante energie ti ritrovi a giocare con squadre meno blasonate e può portare a un errore mentale. Aspettiamo”.
Luis Alberto?
“Ha avuto una sensazione brutta, temevo qualcosa al ginocchio. Quando si è rialzato non voleva più neanche uscire, in quel momento della partita ha fatto segno col ginocchio, non è un momento di partita in cui si poteva rimanere 3-4 minuti in 10 attendendo la decisione dei medici e ho preferito fare il cambio subito. Un infortunio di leggera entità”.
Pedro?
“Si stava indurendo il polpaccio, l’anno scorso ha avuto qualche problemino e ha chiesto il cambio”.
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