Daniele De Rossi

AS ROMA NEWS INTER DE ROSSI – Dopo le tre vittorie, contro squadre in lotta per la retrocessione, per De Rossi arriva all’Olimpico l’Inter capolista, il primo vero test della sua carriera da allenatore della Roma.

Da Trigoria, il recupero di Smalling porta una ventata di buone notizie: il difensore inglese mancava dai convocati da settembre, quando la squadra allenata da Mourinho perdeva la partita casalinga contro il Milan nella giornata in cui Lukaku veniva presentato con la maglia giallorossa.

CONFERENZA STAMPA DE ROSSI

Con quale forza e proposta la Roma sta preparando questa gara?
“Il coraggio che devono avere i giocatori forti e noi siamo pieni di giocatori forti. Serve intelligenza e conoscenza, ogni squadra del mondo è battibile. Lo è anche l’Inter. Ora si alza il livello rispetto alle prime tre gare. Cambia la preparazione della gara, affrontiamo una squadra abituata a tenere il dominio del gioco. Ma ci saranno momenti in cui possono soffrire. Siamo consapevoli di poter fare una grande partita, così come della sua forza”.

Lei ha avuto contatti anche con la famiglia di Losi. Cosa è successo da parte sua e da parte della Roma?
“Non ho chiesto dov’era il luogo, la partita del giorno prima e il post partita mi hanno distratto. È un errore, mi dispiace non essere andato a salutarlo, non è un errore in malafede. È una questione di rapporto tra me e lui, la risposta di suo figlio mi ha fatto capire che la mela non cade lontano dall’albero, è una distrazione grave perché c’era un rapporto umano. Ho aperto un post sul social e ho visto le foto del funerale ho detto non ci credo. Ho parlato con Roberto Losi e ho pensato che la cosa iportante fosse chiedere scusa a lui, credo che debba finire li”.

Che partita ti aspetti domani da Lukaku?
“Cerco di scindere l’aspetto emotivo da quello calcistico. A me basterebbe che faccia la stessa partita che ha fatto con il Cagliari: ha giocato per la squadra, ha fatto partire le azioni più importanti per la nostra squadra e ha tirato in post 5, 6 7, volte, se tira in porta 5, 6, 7 volte a partita farà tantissimi gol. A volte giochi contro la tua ex squadra e fai un partitone a volte fai delle partite meno positive e sembra che tu abbia sofferto l’ambiente, invece è solo che affronti una squadra forte”.

La Roma ha sempre faticato con le big del campionato. Da cosa dipende secondo lei?
“La casualità non esiste. Mi stai chiedendo di commentare scontri diretti che non ho preparato io. Poi ci sono dei numeri che parlano. Vediamo come andiamo domani e se ci saranno ancora queste problematiche. Quando giochi contro squadre forti ci sta perdere o faticare. Delle volte dei livelli in campo parlano. Inter, Milan e Juve sono tanto forti. Per quanto riguarda noi sto cercando di far partire un percorso che non so quanto durerà, ma devono capire che siamo una squadra forte. Problema di approccio? C’è chi ha giocato col Manchester, chi ha vinto un Europeo, chi la Coppa America, sarebbe offensivo dire che i nostri giocatori hanno problema di testa contro le grandi. Negli scontri diretti è un braccio di ferro, ma la testa dei giocatori non è un problema sennò non avrebbero ottenuto certi risultati”.

L’Inter è la squadra che ha incontrato più volte in carriera, ha un ricordo particolare di questa partita? 
“Ci sono stati tanti anni in cui ci siamo battuti e giocati lo scudetto. A parte una coppa Italia e una supercoppa hanno sempre vinto loro, era una sfida sentita e calda, ma tra noi giocatori c’è sempre stato rispetto. Mi dispiace che non potrò tornare a San Siro che è lo stadio più emozionante dopo il nostro. Sarà bello ritrovare ragazzi con cui ho passato bei momenti in nazionale, credo sarà una sfida altrettanto bella come erano quelle degli anni 2008-2010, il nostro obiettivo è tornare a giocarle punto a punto e non con 20 punti di distacco”.

Smalling e Renato Sanches?
“Renato Sanches è un elemento fondamentale come tutti gli altri. Si stanno rimpicciolendo le distanze fisiche tra loro e il resto dei compagni. Si allenano con noi e fanno poi un lavoro supplementare. Non li ho visti ancora tanto sul campo ma, da quel che poco che ho visto, saranno importanti per noi”.

Domani servirà rispetto per l’Inter?
“Domani dovremo avere rispetto ma anche un po’ di spocchia e spavalderia. Non siamo gli ultimi arrivati, se porti troppo rispetto hai paura e se hai paura poi perdi. Ci saranno dei momenti in cui soffriremo domani perché sono forti. Sapere che ciò che accadrà è da persone maturi, accettarlo significa perdere. Dobbiamo convincerci di poter vincere perché è vero. In un campionato intero sono più forti ma nella partita singola si possono battere.

El Shaarawy?
“Lo conosco da tanto, sta avendo un’evoluzione mentale importante. Prima era buono, leggerino, mi arrabbiavo a morte ma ora è diventato un giocatore vero. Anche quando vedevo la Roma da tifoso, avevo la sensazione potesse fare male in ogni momento. Bravo anche Zalewski quando è entrato contro il Cagliari, a lui tengo tanto. Sono contento degli esterni alti a sinistra”.

Giocherà domani?
“Ora vuoi troppo. Ogni partita richiede una sua strategia. Se ti dico se gioca o non gioca capisci la formazione”.

Bove giocherà considerando anche il Feyenoord?
“Siamo concentrati su domani, non sul Feyenoord. Giocheremo con la squadra che io penso sia migliore per l’Inter. Non faremo rotazione in base alla gara successiva. Si possono fare dei ragionamenti anche in base a chi è fuori lista e non potrà giocare in coppa ma non faremo ragiomamenti tattici in previsione della coppa”.

Molti ti danno del predestinato
“Ho letto questi articoli anche due anni fa. Poi dopo la SPAL in pochi continuavano a dirlo e ho trovato molte porte chiuse, giustamente. Un po’ per caso, mi sono trovato nel posto dove vorrei fare l’allenatore per tutta la vita. Il fatto che io sia qui può essere una casualità ma anche un segnale importante. Sicuramente conosco meglio questo ambiente piuttosto di dove sono stato lo scorso anno. Mi godo questa avventura giorno dopo giorno”.



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