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Lucchesi: “A Roma ho capito cosa significa il derby. Allegri? Sono favorevole ai grandi allenatori”

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AS ROMA NEWS DERBY LAZIO LUCCHESI – Fabrizio Lucchesi, ex dirigente della Roma dello Scudetto 2001, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Teleradiostereo 92.7 a poche ore dal derby contro la Lazio. Queste le sue parole:

La respira ancora l’atmosfera pre-derby?
Quando arrivai a Roma non sapevo che cosa fosse un derby, l’unico che conoscevo era Empoli-Fiorentina ma in 15 anni ad Empoli abbiamo giocato contro la Fiorentina tre volte, da cugini di campagna. Arrivai a Roma e inizialmente non capivo quanto fosse forte, l’ho capito dopo il primo derby: chi perde sta male tre mesi, mi sono fatto l’idea che non è una partita come le altre. Ha un valore intrinseco diverso. Aveva ragione Capello secondo me quando diceva ‘non bisogna accontentarsi di vincere una partita, dobbiamo crescere’, ma nello specifico il derby è una partita a parte“.

C’è un derby scolpito nei suoi ricordi?
Quello dei quattro gol di Montella, il 5-1, fu una cosa straordinaria: probabilmente è uno dei più clamoroso. Aveva il triplo valore quel derby: partita, derby e match per lo Scudetto. Fortunatamente ho vissuto anni molto importanti a Roma, sono stati anni belli e abbiamo perso poco. Perdere un derby è davvero dura poi da digerire“.

Si è fatto un’idea su chi potrà essere il nuovo allenatore della Roma? Montella?
Montella sarebbe un grande ex e un grande allenatore, ha vissuto la parentesi romana in un periodo in cui era difficile allenare la Roma. Poi ha fatto esperienze, ha allenato anche grandi squadre, e ora con la Nazionale turca si sta togliendo belle soddisfazioni. Per me sarebbe prontissimo per tornare ad allenare una grande squadra italiana, come la Roma. Lui è già pronto, ha già avuto le sue esperienze e le sue battute a vuoto“.

De Rossi invece non era pronto?
De Rossi era pronto, ma gli avevo detto in privato e poi anche in pubblico che si sarebbe dovuto far fare la squadra. Avevo capito che c’era qualcosa che non girava. Daniele diventerà un grande allenatore, è già un allenatore fatto. Considerarlo un motivatore è assolutamente riduttivo nei suoi confronti. L’ho incontrato privatamente pochi mesi fa: studia, si applica, va in giro per il mondo per migliorarsi, analizza, ha l’età giusta per crescere tanto e dimostrerà di essere un buon allenatore. Purtroppo in quel momento si è rotto qualcosa con la Roma, era difficile e non c’era una società che l’ha protetto: non c’era un trait d’union e questo lo ha pagato. Tornerà alla Roma, è scritto nella storia e sono stra-sicuro che avverrà: mi auguro presto, perché De Rossi ha il sangue giallorosso“.

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Sulla panchina della Roma non sarebbe più adatto un allenatore di grande esperienza, come magari Allegri?
Sono favorevole all’avere grandi allenatori, certe piazze hanno bisogno di prodotti pronti. Credo che l’aspetto manageriale e delle direzione tecnica della prima squadra siano legate. Non ho ancora capito il ruolo di Ranieri in futuro, è stata la fortuna della Roma di ieri e di oggi: se avrà un ruolo operativo il profilo di allenatore sarà a lui complementare, sarà un tipo d’allenatore; se invece stacca del tutto dal campo e fa sostanzialmente il consigliere esterno, dietro una scrivania, sarei per un allenatore pronto e fatto, che in un paio d’anni possa aiutare a costruire una squadra che possa competere per il titolo. Un grande allenatore vuole una grande squadra, vuole un grande mercato: devi essere pronto, con un allenatore importante, a fare x investimenti per costruire una squadra che ambisce a lavorare per arrivare prima. Il destino della Roma deve essere quello, oggi la Roma è pronta per tornare a quell’era in cui l’abbiamo lasciata 20 anni fa“.

Pioli potrebbe essere l’allenatore adatto?
Sicuramente andrebbe bene, come altri ha il vantaggio di essere italiano e quindi conosce abitudini e cultura. Non è da poco. Mi auguro che non sia vero che l’allenatore che viene sia un tecnico di ripiego, penso che la svolta della Roma arriverà quando partirà il progetto dello stadio: sarebbe ciò che manca per chiudere un cerchio che stiamo aspettando da tempo, per ridimensionare la Roma come business appetibile o per gli stessi Friedkin o per un altro grande gruppo internazionale che a quel punto sviluppa definitivamente il progetto. Anche dalla scelta dell’allenatore si capirà se il progetto è di breve, medio o lungo periodo. Ho lavorato in tante piazze, i tifosi romanisti sono straordinari ma credo abbiano una grande qualità: vogliono la chiarezza. Se gli dici che c’è da soffrire sono pronti a soffrire, per questa maglia e questi colori, ma non vanno presi in giro perché se si arrabbiano… Lo hanno dimostrato fino ad oggi, non credo che in Europa ci sia un calore, un amore e una fiducia del genere: credo debba essere ripagata e il modo migliore è costruire qualcosa, senza smontare o rimontare che non porta a nulla“.

Lei chi prenderebbe?
Sarri l’ho portato in Serie B ad Avellino, veniva dalla C. Con Italiano siamo cresciuti insieme, mentre Allegri è delle mie zone e lo conosco benissimo. Non voglio essere paravento, dipende dal progetto: prima si fa il programma, poi si mettono gli uomini dentro“.

Nel recente passato c’è stato un interesse nei suoi confronti da parte dei Friedkin?
In più occasioni ho sfiorato il rientro, e sarei tornato a piedi scalzi e di corsa. Non devo più far carriera, il prestigio che la Roma mi darebbe anche per i sentimenti… Sono 26 anni che vivo a Roma, i miei figli sono cresciuti qui. Tutt’ora godo di privilegi dello Scudetto, questo mi onora e mi dà un senso di responsabilità, oltre che appartenenza a questi colori. Ho sfiorato il ritorno 2-3 volte, persone vicine alla proprietà mi hanno mandato messaggi più o meno diretti. Anche i Friedkin, c’era ancora la signora Souloukou. Loro hanno un modello d’azienda che giustamente portano avanti e che non ha visto ruoli molto marcati, se non quelli apicali. Non sta a me giudicare, ma la Roma per diventare grande ha bisogno di una grande proprietà, un grande management e grandi giocatori“.

La convince Ghisolfi?
Fatemi andare a cena (ride, ndr). Non lo conosco, devo dire di sì. Sicuramente è una persona preparata e che conosce il mestiere, ma non ne ho una conoscenza diretta quindi non voglio entrare nel merito. In questo mondo è bravo chi sbaglia meno, non chi non sbaglia“.

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FOTO: Credits by Shutterstock.com

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