Fabrizio Lucchesi, ex dirigente della Roma che ha vinto lo scudetto nel 2001 con il club guidato da Franco Sensi, ha rilasciato un’intervista a RomaRadio.eu nel corso della trasmissione “Roma Giallorossa“. Queste le sue dichiarazioni:
Fabrizio Lucchesi, come si spiega il momento negativo della Roma?
La Roma in questo momento ha i punti in classifica che merita. C’era un momento in cui le cose andavano un po’ meglio e ora le cose vanno meno bene. Faccio un’analisi dei valori: ci sono due squadre come Juventus e Napoli che sono superiori, poi Inter e Roma se la giocano. Tuttavia penso che la Roma abbia i punti che merita, guardando il campo. Credo che ci possa stare un momento di difficoltà che può superare, ma per farlo occorre unione tra la società, l’allenatore e la squadra stessa.
Può creare un problema tattico la posizione in campo di Schick?
Penso che i giocatori, soprattutto quelli che hanno qualità, fanno sempre la differenza in campo. Schick è un buon giocatore ma non staremmo parlando di lui se non fosse stato pagato 42 milioni di euro, il giocatore più pagato della storia della Roma. E’ sicuramente un buon giocatore ma sovradimensionato come valore. Ci si aspetta molto da lui e questo tipo di aspettativa condiziona tutti nel giudizio. Ripeto: è un buon giocatore ma non un campione. Se fosse costato 12 milioni anzichè 42, tutti questi problemi di collocamento in campo non ce li saremmo fatti. Sicuramente Di Francesco ci sta a contatto tutti i giorni e cerca di impiegarli nel modo migliore affinchè l’undici in campo sia competitivo.
Lei avrebbe punito Nainggolan per il famoso video di Capodanno non convocando il giocatore per la sfida contro l’Atalanta?
La decisione è puramente aziendale. La società e l’allenatore all’unisono hanno deciso di dare un esempio. Questo serve quando vengono presi provvedimenti verso giocatori importanti. Se lo fai nei confronti di un ragazzino di 20 anni, si potrebbe dire che fanno i forti con i deboli. Invece la Roma ha adottato questa linea con il giocatore più rappresentativo del club che è un campione. Questo dimostra che la società vuole mantenere una linea giusta nei confronti di tutti, soprattutto in un momento in cui mancano i risultati. La ritengo una decisione giusta collocata anche in un momento storico giusto.
Lei ha vinto lo scudetto a Roma. Che differenze trova tra la sua Roma e quella attuale?
La differenza principale è nei giocatori che compongono la rosa. Avevamo costruito una squadra con 15 nazionali veri e non con 15 nazionali fasulli. I valori della Roma di ieri non sono i valori della Roma di oggi. Poi tutto il resto c’è e va bene, sono cose che fanno la differenza, ma quello che lo fa ancora di più sono i giocatori. All’epoca avevamo tanti campioni, oggi – forse – ce ne sono uno o due.
Il fatto di non aver sostituito Totti, è un problema che prima o poi si dovrà affrontare?
Totti è il più grande giocatore che abbia mai indossato la maglia della Roma. E’ uno dei primi 5 giocatori in Italia, uno dei primi 10 nel mondo. Si sta parlando di un valore assoluto che non ha possibilità di essere replicato. Si deve trovare una soluzione in un altro modo, non certo cercando un fac-simile di Totti. Il calcio a Roma deve andare avanti anche senza Totti e bisogna cercare delle soluzioni tattiche diverse. E’ chiaro, se non si ha la forza di sostituire Totti con un campione, ma lo sostituisci con un buon giocatore, la differenza si vede subito.
Lei ha vissuto l’ambiente di Roma e lo conosce bene. Vede uno scollamento tra la tifoseria giallorossa e la squadra?
I tifosi della Roma vogliono bene alla Roma, a prescindere dall’allenatore, dal presidente, dai direttori. All’inizio di questa stagione i tifosi erano un po’ freddi verso Di Francesco, che sicuramente ha la stima di tutti, ma non ha un grande curriculum da allenatore, perchè se lo deve ancora fare. Erano partiti tutti un po’ freddini verso la squadra perchè erano consci che non si poteva competere per il primo posto. Poi i risultati sono venuti e si è sciolta questa freddezza e i tifosi hanno mostrato tutto il loro calore. Ora i risultati mancano ed è normale che inizino a rumoreggiare. Tuttavia i tifosi della Roma sono maturi e capiscono anche i limiti che ha la squadra. Credo che la tifoseria sarà sempre dalla parte della squadra.
Come vede Totti da dirigente della Roma?
Lui ce la mette tutta per ritagliarsi un nuovo percorso della sua vita. Se devo essere sincero, non so che ruolo abbia o cosa sia destinato a fare. Per il momento lo vedo solo un uomo immagine, perchè è una persona che ha tanto da dare e tanto da dire, non è sicuramente il suo ruolo. Totti non sta lì a fare la bella statuina. Probabilmente sta imparando un po’ il suo nuovo ruolo che, lo ripeto, non ho capito ancora quale sia. La vita dietro una scrivania è diversa da quella del campo. Però deve avere uno spazio tutto suo, ha troppa personalità per non avere un ruolo ben definito e tutto suo nel quale calarsi completamente.
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