Amantino Mancini

ULTIME NOTIZIE AS ROMA MILAN MANCINI – Il doppio ex di Milan e Roma, Amantino Mancini, ha rilasciato una intervista a Calciomercato.com parlando dei suoi ricordi in giallorosso. Queste le sue dichiarazioni:

Sul tacco al derby.
“E’ stato meraviglioso. Il primo gol in Serie A, in una partita così importante e in quel modo. Fantastico. Quella rete mi ha cambiato la vita, i tifosi mi fermavano per strada”.

L’arrivo a Roma che cambiò la sua carriera.
“Appena arrivato a Trigoria, vado nell’ufficio di Capello che mi chiese subito perché a Venezia non giocavo. Mi portò in ritiro, mi fece fare la prima amichevole e da quel giorno non mi tolse più”.

Quel gol di tacco contro la Lazio è stato istinto o l’aveva studiato?
“Nulla di preparato, l’ho improvvisato. Era l’unico movimento che potevo fare per prendere il pallone. Se rivedere l’azione, anche Emerson dietro di me si stava preparando per prenderla di tacco, solo che io l’ho presa al volo, e lui l’avrebbe fatto col pallone a terra”.

L’altro gran gol in giallorosso è quello al Lione con un tiro potente all’incrocio dei pali dopo un numero infinito di doppi passi a Reveillere.
“Quello era un numero che provavo sempre, con la Roma di Spalletti ci veniva tutto facile. Giocavamo a memoria”.

Se li riguarda ogni tanto quei due gol?
“Sì, spesso. Ogni giorni mi arrivano notifiche su Instagram di persone che mi taggano da tutto il mondo con i video. Li ho rivisti mille volte anche insieme ai miei figli, anche a loro arrivano i video dagli amici”.

Quale sceglie dei due? 
“Sono due gol diversi e importanti entrambi, ma scelgo senza dubbio il derby. Quella contro il Lione, però, è stata una delle dieci reti più belle della storia della Champions. Ricordo che anche a distanza di anni, quando mi riscaldavo prima di una gara europea, sul maxischermo facevano vedere quel gol. E io mi caricavo”.

È vero che Capello voleva portarla alla Juve?
“Sì, è vero. Ma la trattativa tra club non è andata in porto. Io, a prescindere, volevo rimanere perché ero arrivato da poco in Italia e a Roma stavo facendo molto bene”.

Chi altro l’ha cercata quando era in giallorosso?
“Dopo il gol c’è stata una trattativa con il Lione. Negli anni si sono informate anche Barcellona e Real Madrid, ma non si è mai concretizzato nulla”.

Che allenatore è Josè Mourinho?
“Un tecnico che ti entra dentro, lavora molto sulla testa dei calciatori e capisce di calcio. Un top. E’ il profilo perfetto per l’ambiente giallorosso, ma oltre a lui, per arrivare ad alti livelli, servono anche campioni in campo”.

Ci racconta un aneddoto con Mou?
“Intervallo di Panathinaikos-Inter, stavamo vincendo 2-0 con gol mio e di Adriano. Avevo fatto un gran primo tempo, lui nello spogliatoio mi disse che stavo giocando malissimo. Nella ripresa ho fatto ancora meglio, quelle parole erano state dette volutamente per caricarmi ancora di più”.

Chi è il calciatore più forte col quale ha giocato? 
“Ce ne sono tanti, da Totti a Ronaldinho, passando per Ibra. Ma se devo sceglierne uno solo dico Ronaldo, il brasiliano. Ci ho giocato in nazionale, era un fenomeno. Prendeva palla e andava in porta”.

Come la vede Milan-Roma di oggi?
“Speriamo sia una gran partita. In questo momento il Milan sta meglio, la Roma ha giovani interessanti, ma gli manca continuità. E credo che i rossoneri possano vincere lo scudetto”.

Pronostico?
“Finirà in pareggio, anche se personalmente sono più legato alla Roma. Mi piacerebbe un giorno poterla allenare, sarebbe un sogno”.



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