Sean Cox

NOTIZIE SEAN COX – Martina Cox, moglie del tifoso del Liverpool rimasto gravemente ferito in seguito agli scontri con i sostenitori romanisti prima della semifinale di Champions League, ha parlato alla BBC Sports:

“Ad aprile Sean è andato a una partita e non è mai tornato a casa, questa è la realtà. L’attacco è durato solo 17 secondi, ma quei 17 secondi avranno un effetto a vita su mio marito, che ora non può parlare, camminare o sedersi senza aiuto. Sean è un grandissimo tifoso, aveva deciso all’ultimo di partire da Dunboyne e andare a vedere la partita. Ha sostenuto il Liverpool per tutta la vita. Anfield era un posto davvero familiare per lui, anche lui si sarebbe sentito al sicuro. E’ stata una caduta orribile, lo hanno colpito ai fianchi e sulla testa, anche una volta caduto a terra”.

La moglie di Sean ricorda il momento in cui è venuta a conoscenza dei fatti: “Ho ricevuto una chiamata da mia cognata, mi ha detto che Sean aveva subito un colpo alla testa e che stava andando all’ospedale di Aintree. Poi ho parlato con un’infermiera che mi ha spiegato che mio marito aveva avuto un’emorragia cerebrale con gravi lividi, e aveva bisogno di un intervento d’urgenza. Ero in uno stato di schock assoluto, non riuscivo a capacitarmi, non ho guardato i social”.

Poi la visita dopo l’operazione: “E’ stato orribile vederlo così. Mio marito, sdraiato lì senza vita. Per le successive due settimane è stato sedato totalmente, poi ci sono volute circa altre 4 settimane perché ne uscirre effettivamente. In realtà fino a Beaumont non ha aperto gli occhi, ma comunque non era del tutto cosciente”.

Ora Sean è in un centro di riabilitazione a Dun Laoghaire, a 40 minuti di macchina dalla casa della famiglia, dove è stato curato nelle ultime sette settimane in cui è riuscito a mangiare delle piccole porzioni di cibo morbido: “Ha iniziato anche a bere, ma tutto molto lento e misurato. Sono tutti passi piccoli piccoli ma è un buon progresso. Dice qualche parola in più da quando ha cominciato a mangiare – racconta Martina – e questo aiuta, ma è un processo molto molto lungo, un viaggio lunghissimo per Sean. Dicono che non tornerà la stessa persona e noi lo sappiamo. Riconosce noi familiari, è incoraggiante vedere qualche miglioramento. E’ difficile, ci sono giorni buoni e giorni brutti, ma si tratta di portare Sean nel posto migliore possibile ed è dove si trova adesso”.

Un episodio che ha avuto ovviamente un enorme impatto anche sui tre figli: “La vita di tutti i giorni è completamente cambiata. Mi manca Sean e ai bambini manca il loro papà. Stiamo cercando di cavarcela al meglio che possiamo, Sean vorrebbe che andassimo avanti con le nostre vite e ci stiamo provando. Ho due figli al college e la mia figlia più piccola sta studiando per il diploma, bisogna andare avanti con certe cose, ma è difficile”.

E andare avanti vorrebbe dire che i figli potranno guardare le partite del Liverpool ad Anfield? “Assolutamente sì. Quello che è successo non sarebbe dovuto accadere, ma le persone devono vivere la loro vita”.

Sean Cox avrà bisogno di anni di trattamenti, molto costosi. Per questo la Roma, il Liverpool e alcuni protagonisti del calcio inglese come Seamus Coleman e Jurgen Klopp, oltre a tanti tifosi comuni, hanno inviato le loro donazioni alla sua famiglia. “I tifosi sono stati fantastici e il club ha promesso di sostenere Sean. La Roma non ha alcuna relazione con Sean, ma ha contribuito come gli altri a livello di donazioni e ha anche accettato di collaborare con noi per quanto riguarda le attività di raccolta fondi. Spero che dal Liverpool ci sia un gesto simile. Aspettiamo e vediamo. C’è stata una colletta alla partita di Cardiff e metà dei fondi raccolti sono stati destinati alla Fondazione Liverpool, circa 29mila sterline. Siamo molto grati per questo. In ogni caso il Liverpool ci sta aiutando nelle raccolte fondi, ci hanno fatto sapere che stanno lavorando a una serie di inziative”.

In questi mesi bui un po’ di luce l’ha portata chi si prende cura quotidianamente di Sean: “Il personale medico è fantastico. Si stanno esaminando anche altre opzioni di trattamento nel Regno Unito, in Europa o in America. Ovviamente vogliamo il meglio per Sean, se lo merita. Stiamo facendo il possibile per raccogliere fondi. La gente si è stretta intorno a noi, hanno fatto tanto, ci hanno scaldato il cuore. Prima dell’incidente Sean era solito prefissarsi un obiettivo e raggiungerlo. E’ molto determinato in tutto ciò che fa. L’obiettivo è portarlo a casa, lo vogliamo tutti, il suo posto è accanto a noi”.



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