Il tecnico del Torino Sinisa Mihajlovic ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport parlando, tra le altre cose, anche di Francesco Totti. Queste le sue dichiarazioni:
Partiamo dall’alto: la Juventus…
«Parte dall’altissimo. Non ce la giochiamo con loro, che lotteranno per il settimo scudetto di fila. Un settebello alla loro portata. Perché la Juve più di una zebra sembra un animale predatore che ha una fame infinita. Sta mettendo nel motore giovani di qualità come Schick. Perderanno punti nei derby, ma restano i favoriti».
Dietro?
«Il Napoli. Gioca a memoria, merito di Sarri. Difficile inserirsi in una orchestra simile, ma se riusciranno a migliorare ancora la rosa quest’anno sono da scudetto».
Poi?
«Una delle milanesi. Vogliono tornare in Champions. Entrambe non possono fallire. Sarà una bella sfida».
Iniziamo dal Milan.
«I nuovi cinesi non badano a spese. Non si è capito bene chi siano, ma la disponibilità si vede. Stanno comprando tanto. Il mio amico Montella si potrà divertire».
E l’Inter?
«Ha ricostruito la coppia Sabatini-Spalletti tenendo un grande d.s. come Ausilio. Arriveranno presto colpi importanti, su una base che è già forte. Con tre-quattro innesti, lotta per il titolo».
Ha dimenticato la Roma.
«Anche qui una coppia intrigante, Monchi-Di Francesco, ma nuova: ci sono speranze e incognite. Per ora sta vendendo, a caro prezzo, dei giocatori importanti. Bisognerà vedere chi arriva. Arrivati a quel livello, per l’ultimo salto, dovresti aggiungere non stravolgere».
Dopo 25 anni non ci sarà più Totti.
«Fa effetto. È stato il più forte calciatore italiano degli ultimi 30-40 anni, forse di sempre. Secondo me poteva giocare ancora un anno, ma non avrebbe cambiato la sua straordinaria carriera. La dimostrazione d’amore che ha ricevuto lui dai tifosi il giorno dell’addio non l’ha avuta mai nessun altro calciatore al mondo. Questo lo ripaga di tutti i trofei che avrebbe vinto altrove».
Lei fu l’artefice del suo esordio nel lontano 1993.
«Dissi a Boskov di portarlo in panchina e poi di farlo entrare a Brescia. E le confesso che mi sarebbe piaciuto anche essere il suo ultimo allenatore».
Mi sta dicendo che…
«Sì, ho pensato a Totti per il Torino. Dall’inizio, a metà partita, o nell’ultima parte di gara, io la carta Totti nel mazzo vorrei sempre averla. Non credo pensi di indossare una maglia diversa da quella della Roma, ma se ne avesse voglia… France’, il mio numero ce l’hai».
Da chi ha giocato 25 anni con lo stesso club, a un 18enne che fatica a rinnovare.
«Non paragoniamo Totti a Donnarumma. Sono epoche diverse. Totti è stato l’ultimo dei Mohicani. Il calcio moderno non conosce bandiere. Gli agenti impostano le carriere dei giocatori»
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