Gennaro Gattuso

CONFERENZA GATTUSO – Gennaro Gattuso, allenatore del Milan, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro la Roma.

Su Castillejo
“E’ un giocatore che può spezzare le partite, ha dinamicità e forza, riesce a fare delle giocate molto interessanti, quando prende velocità riesce a saltarti. Ha cambiato metodologia di lavoro, ma si è ambientato, ride e scherza e lavora con grande serietà. E’ un giocatore che ci può dare qualcosa”.

Su Higuain e come servirlo meglio
“Calhanoglu può essere una soluzione, tante volte rientra e dà palle velenose in mezzo all’area, può cambiare qualcosina. Quando Higuain l’abbiamo cercato ha perso poche volte palla, quando si va sul fondo sterziamo sempre, è lì che dobbiamo cercare di trovarlo un po’ di più. Abbiamo verticalizzato poco, ma contro il Napoli è difficile, la verticalizzazione non te la fanno mai trovare. Attaccare la profondità per come si comporta il Napoli difficile lo trovi”.

Sulla Roma con l’Atalanta
“L’Atalanta è piccola solo di blasone, ma va tre volte più forte degli altri, non ti fa respirare, sta abbinando grande qualità atletica e di gioco, te li trovi dappertutto, non è facile. Se non hai gamba ti possono far male, è una squadra che da due anni a questa parte va a mille all’ora. Hanno giocato tante partite importanti in Europa League, non amichevoli e hanno qualcosa in più degli altri. Poi nel secondo tempo è uscita la qualità della Roma, poteva anche vincere all’ultimo, così come l’Atalanta. Domani affrontiamo una squadra con grandissime qualità, balistiche e fisiche. Se diamo campo ci possono far male”.

Sulle amnesie delle big
“Quando si fanno le amichevoli non c’è la stessa adrenalina e lo stesso stress mentale. Quando vai a giocare in campi caldi alla prima difficoltà la paghi. E’ vero. Anche la Juventus col Chievo, poi è andato a Firenze e ne ha presi sei. Oggi devo pensare a casa mia, quest’anno alla prima e seconda giornata sono successi tante cose come quelle che sono successe a noi”.

Su Donnarumma
“Se il 2-2 non lo devia Bonaventura la para. Dieci volte quella palla va fuori dal campo e due volte la mette dove l’ha messa. Non dobbiamo cercare per forza i colpevoli. Le colpe dei tre gol non sono solo sue, sul terzo gol ci siamo addormentati. Non abbiamo chiuso dentro il campo. L’errore del singolo ci sta, sono contento di Donnarumma, sicuramente poteva fare un qualcosa in più sul secondo gol, ma c’è stata una deviazione ed è molto difficile”.

Sui terzini
“Laxalt può fare tutti i ruoli, ha dinamicità, è da due settimane con noi. Calabria non ha fatto una grandissima prestazione, ha sbagliato tanto a livello tecnico, da lui non te lo aspetti, ma è un giocatore che di dà grandissima affidabilità, domani vedremo, ma sono molto contento della sua crescita”.

Sul 4-2-3-1
“Ci sono i giocatori che possono farlo, ma il problema ora non è tattico, è un problema che va oltre. La squadra può giocare 4-2-3-1, 4-4-2, 4-3-2-1, può fare di tutto. I giocatori possono fare tutto, il tempo dirà se avverrà un cambiamento o no, ma per il momento si andrà avanti così”.

Sul Milan da primi quattro posti
“A livello tecnico sì, ma a livello caratteriale ed emotivo dobbiamo diventare ancora squadra. Questo ancora manca”.

Sulla Roma
“Andiamo a preparare la partita con un avversario con caratteristiche diverse. Bisogna fare attenzioni a Dzeko, hanno giocatori veloci, che riescono a ribaltare bene l’azione, hanno grandi centimetri, bisogna stare molto attenti sulle palle inattive e fare molta attenzione. A livello mentale cambierà ben poco, dobbiamo portare sempre la partita con equilibrio e non dare la sensazione di andare allo sbaraglio”.

Su come combattere l’effetto panico
“Ci vuole del tempo, non so se la ricetta è mettere qualche giocatore di esperienza in più, non sono sicuro di questo. Anche da calciatore ho visto tante partite in mano poi buttate via. C’è solo una soluzione per sistemare questa cosa, quando si è in difficoltà per 4/5 minuti si può cambiare metodologia, far passare la buriana, in dieci dietro. Anche buttare il pallone fuori dal campo con i giocatori che devono far finta di non sentirmi. Ci vuole del tempo, è un problema che si può risolvere come tanti che abbiamo risolto”.

Su Kakà
“Sono uomini importanti che hanno scritto pagine importanti. Non abbiamo bisogno delle bandiere per trovare la carica, fa piacere vedere quando tornano uomini importanti, la carica la dobbiamo trovare tra di noi, durante la settimana e quando scendiamo in campo”.

Sul vero Milan
“Il vero Milan l’ho visto per 60 minuti, quando teniamo palla diamo pensiero agli avversari, è difficile giocare contro di noi. Abbiamo corso più del Napoli, il problema è come corri. Quando dico che dobbiamo giocare sui 25/30 metri, quando andiamo a rincorrere e fare cross da lontano emergono i nostri problemi”.

Sul cambio Biglia-Bakayoko
“Bisogna essere obiettivi, mi contesto il fatto che sapevo che a livello tattico la posizione del vertice basso deve essere un giocatore che dà equilibrio. L’errore che ho commesso è stato nella fretta di cambiare Biglia, lì abbiamo perso l’equilibrio. In queste settimane ho provato solo Bakayoko mezz’ala, poco vertice basso. Su quel cambio ho sbagliato e abbiamo pagato le conseguenze”.

Sulla vittoria come migliore medicina
“E’ normale, vale per tutti. Non dobbiamo smettere di credere in quello che facciamo, l’aspetto caratteriale è due gradini al di sotto della nostra qualità”.

Sull’errore sul 2-1 a Napoli
“Noi abbiamo pasticciato, si può pasticciare, un giocatore può commettere un errore. Ci sta l’errore. Il problema è che sul 2-1 non si è mosso più nessuno, tutti hanno pensato all’errore. L’anno scorso col Bologna doveva finire 5-0, poi abbiamo commesso un errore. Se si vuole fare un calcio propositivo non si possono fare cose a metà, non è vero che non tiriamo mai una palla lunga, c’è modo di sviluppare. L’errore più grande non è solo su Biglia, che ci mette una pezza. E’ il concetto tecnico che è sbagliato. Quella è una palla che deve andare su Calabria. Il problema è che dobbiamo rimanere sempre in partita, non possiamo permetterci di uscire dal campo. Dopo il 2-1 la sensazione che non c’eravamo più in campo”.

Su Bakayoko
“Intendevo che quando si viene in un campionato nuovo non è facile, invece qualcuno ha scritto che ho massacrato Bakayoko. Questa è una squadra che è migliorata tantissimo, sono contento”.

Su Caldara 
“Vediamo domani”.

Su Higuain
“Andate a vedere quante palle ha giocato Higuain. Quando mandi in gol i difensori e i centrocampisti c’è un lavoro dietro. Se Higuain avesse fatto gol negli ultimi dieci minuti allora avremmo parlato di altro. E’ fondamentale, ci fa giocare meglio e salire, dobbiamo sfruttarlo negli ultimi 20 metri, ma sono molto soddisfatto della sua prestazione. Nel secondo gol tutti i giocatori toccano la palla, sono 27 passaggi. Questo dimostra che la squadra ha qualità, ma solo sulla qualità non si va da nessuna parte”.

Sulla squadra
“Mi ha fatto piacere vedere i ragazzi lavorare con tanta intensità, giochiamo in casa, ci saranno 60.000 persone, dobbiamo fare di tutto per non commettere gli errori di Napoli”.

Sulla gestione del pallone
“Bisogna capire come si dà la palla, a noi piace giocare sul calciatore opposto, non è vero che giochiamo solo sul vertice basso, ma quando usciamo dalla prima pressione dobbiamo guardare in avanti. Il problema di questa squadra oggi non è il palleggio, è quando non giochiamo a campo aperto. Massacrate Biglia, ma a livello tattico è fondamentale. Quando prende palla a volte torna indietro, lui sa che deve migliorare, ma il nostro problema non è il palleggio”.

Sulla sfida con la Roma
“Sarà un’altra storia, loro hanno cambiato tanti giocatori, anche noi abbiamo cambiato qualcosa. Voglio ripartire dai primi 55 minuti col Napoli. Non è tutto da buttar via, ci sono tante buone cose. Non volevo vedere la squadra spegnere la luce, quando un allenatore dice queste cose vuol dire che le sente. Noi dobbiamo rimanere in partita, dobbiamo migliorare l’interpretazione. Sembravamo una squadra padrona del campo per 60 minuti. Un errore nel calcio ci può stare, non ci possiamo permettere di uscire dal campo a livello mentale. Dobbiamo restare 95 minuti sul pezzo, non scomparire dal campo nei momenti di difficoltà”.



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