Henrikh Mkhitaryan

Il calcio è fermo e il Coronavirus sta mettendo in ginocchio non solo l’Italia, ma il mondo intero. Anche di questo parla Mkhitaryan, nella sua intervista al thetimes.co.uk. 

Il primo pensiero va ad Arteta, tecnico dell’Arsenal risultato positivo al Covid-19“È stato molto triste sentirlo. Spero che queste persone possano essere forti e uscire da questa situazione. Non c’è solo lui, ma anche tanti altri giocatori in tutto il mondo. Non solo nel calcio, anche nel basket e in altri sport alcune persone sono state infettate”. Poi arriva l’augurio dell’armeno: “Vorrei per loro solo una pronta guarigione e che rimanessero forti, perché possono essere un esempio per tutti di come è possibile combattere contro questo virus.”

In un momento cosi, però, il calcio diventa secondario e sono tantissime le iniziative lanciate dalla Serie A e dalla Roma in particolare per cercare di dare una mano nella lotta al coronavirus.  “Non è la prima volta che il club mostra interesse nell’aiutare le persone”, ha detto Mkhitaryan. “Sono molto orgoglioso dell’impegno che ci sta mettendo la società, perché sta aiutando diversi ospedali qui in Italia e anche i nostri sostenitori si stanno unendo alla nostra campagna di raccolta fondi. Penso che sia una cosa meravigliosa”.  Un peccato comunque che la stagione si sia interrotta nel momento in cui la Roma e Mkhitaryan si stavano riprendendo e lo sottolinea anche il trequartista: “Quando sei in forma, con la squadra che gioca bene e vince è un peccato che tutto si fermi. Non sappiamo quando si ricomincerà a giocare e se riusciremo a riprendere la giusta forma. L’importante è comunque rimanere in allenamento e fare tutto quello che ci ha chiesto il club”.

Questi mesi poi saranno fondamentali per capire anche se tornerà o meno all’Arsenal considerato l’arrivo nella Capitale in prestito secco. “Rispetto a quello che mi chiede Fonseca, l’allenatore dell’Arsenal voleva un altro tipo di gioco. Con Paulo mi trovo meglio perché giochiamo un calcio più propositivo che rispecchia meglio le mie caratteristiche“. Sul futuro, però, non si sbilancia: “Non posso dire niente al momento perché è tutto fermo. Non so quando torneremo a giocare e cosa succederà quest’estate. Nel calcio tutto cambia velocemente, un giorno sei qui e un altro sei da un’altra parte ancora, non sai mai cosa può capitare nel tuo futuro”.

Intanto la Roma, come gli altri club di Serie A, hanno sospeso a data da destinarsi gli allenamenti e Mkhitaryan racconta com’è vivere rintanati dentro la propria casa: “Ci stiamo provando, ma non è facile. In questo momento non puoi fare molte cose. Puoi stare solamente a casa e aspettare che tutto si risolva”. L’armeno descrive anche la sua giornata tipo: “Mi sveglio, faccio colazione, parlo con i miei familiari di diverse cose, dal virus alla vita, passando per il futuro e il passato. Poi la sera sto provando a guardare qualche film con la famiglia o delle volte da solo. Oltre a questo, abbiamo il programma dello staff per l’allenamento a casa, quindi sto cercando di mantenermi in forma”.

Certo il lavoro svolto a casa non può essere lo stesso che i calciatori avrebbero fatto a Trigoria, ma Mkhitaryan prova a spiegare come stia tentando di fare il possibile: “Sto cercando di mescolare tutto insieme: la palla, usare una bici e altri esercizi con i manubri.  Sto cercando di fare tutto ciò che il club mi ha inserito nel programma d’allenamento. Non è facile perché ovviamente hai uno spazio limitato e ci sono alcune cose che non hai a casa, ma stiamo provando a trarne i migliori benefici”. L’aspetto più complesso, vista l’assenza dai campi, resta il feeling con la palla. “Ovviamente non è la soluzione migliore calciare in giro per l’appartamento, perché hai i vicini che a volte ti danno fastidio. Al momento sto provando a fare tutto senza palla, perché è più importante essere in forma fisicamente che tecnicamente” parola del settantasette giallorosso.



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