Monchi, direttore sportivo della Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Roma Radio parlando del momento dei giallorossi e della prossima sfida contro il Crotone.
Ora testa al Crotone.
Dopo l’adrenalina del passaggio del turno in Champions, dobbiamo dimostrare di essere cresciuti andando a fare risultato contro il Crotone, su un campo complicato. Cinque minuti dopo la partita ho parlato con una radio spagnola ma ero con la testa al Crotone. Noi vogliamo diventare una squadra ancora più grande, per fare questo dobbiamo saper gestire queste situazioni e dobbiamo affrontare la prossima partita con le stesse motivazioni. Deve essere un segno di maturità importante per prendere la strada che tutti vogliamo. Nel futuro vogliamo una Roma forte in tutte le partite.
La partita di Champions League deve diventare normalità.
Dobbiamo fare dello straordinario una cosa normale. In Spagna è uguale: dopo la Champions le squadre top si cambiano abito per giocare le partite di campionato.
Perché la Roma ha avuto quel momento di crisi?
Non è facile trovare un motivo. Dobbiamo capire e imparare a gestire meglio il successo e amministrare meglio la sconfitta. Per me questo è il primo problema che abbiamo qui a Roma: ogni volta che iniziamo a vincere siamo i più forti di tutti, poi alla prima sconfitta diventa tutto un disastro. Ritorno al messaggio di cinque mesi fa: dobbiamo trovare equilibrio. Non possiamo fermarci alla vittoria contro lo Shakhtar, siamo su questa strada. Non è facile percorrerla ma siamo nella direzione giusta. La critica? Parlate con me che quando ero portiere per tre volte sono dovuto uscire dallo stadio da una porta secondaria perché i tifosi volevano menarmi… Nel mio ultimo anno da calciatore, in una domenica di Pasqua abbiamo giocato a Siviglia ed ero criticato. Tre mesi dobbiamo siamo saliti in Serie A e il mio nomer era quello più cantato dai tifosi. Ho avuto gioie al Siviglia, ma anche dei momenti difficili: se la squadra non vince arrivano le critiche, se vince arrivano gli elogi. È così ovunque. Nel calcio non c’è il passato o il futuro, solo il presente.
La grandezza di una squadra è la capacità di imparare dai propri errori. Quanto ha imparato dai suoi errori?
Tanto. Non esiste una verità assoluta. Ho fatto tanti errori ma ho avuto anche la capacità di capirli. Prendiamo l’esempio di Moreno: credevo fosse da Roma, ma per una serie di motivi non è andato bene. A quel punto era meglio fermarsi e cederlo invece di continuare a insistere. Nel mio percorso ho fatto errori che provo a non fare più.
In porta era più forte Monchi o Alisson?
Io, quando Alisson gioca bendato (ride, ndr). Il brasiliano è davvero forte, i compagni si fidano di lui e questo è davvero importante. I miei compagni di squadra dicevano: “Dobbiamo segnare un gol perché in porta gioca Monchi”. Alisson è forte, così come i preparatori che lo migliorano ogni giorno sempre di più.
Il Siviglia ai quarti?
Il club andaluso è abituato a queste partite, a gestire la pressione dei match importanti. Ieri scherzavo con la mia famiglia: se uscisse Roma-Siviglia ai quarti, il primo problema sarebbero i biglietti (ride, ndr). È difficile sapere quale squadra sia meglio affrontare. Il Chelsea ieri non avrebbe meritato di perdere 3 a 0, ma se il Barcellona ha Messi in giornata… Il City per me è la squadra più forte di tutte. Ieri sera mia figlio ha pubblicato su Twitter una foto delle migliori otto squadra, è bello vedere anche la Roma. Le altre sette vogliono la Roma? Va bene, ok. Meglio così. In questo momento la mentalità è importante. In questo momento il gruppo è forte mentalmente per quello che troveremo ai quarti.
Per quello che la Roma dovrà fare a Crotone, secondo lei è meglio aver vinto a Napoli o contro il Torino?
Aver vinto tre partite di fila è importantissimo per la fiducia. È importante dipendere solo da noi: con l’atteggiamento giusto possiamo vincere in qualsiasi campo.
La Roma da fine marzo giocherà una partita ogni tre giorni.
Parlando con Baldissoni e Gandini dobbiamo capire quando giocheremo in Champions League per poi capire quando giocheremo. Il bello del calcio è giocare, non importa quando.
Si aspettava così Trigoria?
A livello sportivo dobbiamo ancora aspirare a diventare come la società. Ho trovato una società moderna, equilibrata, forte. Mi piace tanto. La crescita di una società non deve essere solo verticale.
Le radio ci sono a Siviglia?
Sì, credo lo stesso numero di radio. Il Siviglia ha una televisione e una radio ufficiale, da circa dodici anni.
Quanto sta lavorando per il futuro?
Tanto. Io abito qui a Trigoria praticamente. Le prime ore della mattina sono più vicino alla squadra e lavoro sul presente, poi lavoro sul futuro. Ho un’ottima squadra di lavoro, non ci fermiamo mai. Nel calcio non c’è un momento di tranquillità. Dopo i sorteggi domani avrò un appuntamento per parlare del futuro.
Ha tempo per lei?
Poco, anche perché la mia famiglia è in Spagna. Non esco molto, mi piace andare a casa quando esco da qui. Mi manca un po’ la famiglia. Son una persona tranquilla, penso a Trigoria e a Trigoria.
La cosa più importante che vuole vedere a Crotone?
Un buon atteggiamento. Dobbiamo partire con la mentalità vincente. Ho visto l’ultima partita del Crotone, dopo venti minuti avevano già vinto. Loro si aspettano che la Roma abbia ancora la testa alla Champions, dobbiamo smentirli.
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