NOTIZIE AS ROMA MONCHI – Monchi, direttore sportivo della Roma, ha rilasciato un’intervista a Roma Tv facendo un bilancio sul ritiro giallorosso ma parlando anche del mercato del club di Pallotta.
Un bilancio del ritiro?
E’ stata una scelta difficile quella di restare a Trigoria, ma alla fine abbiamo trovato la strada giusta e il posto gusto. I calciatori e lo staff tecnico sono tutti contenti e anche il livello del lavoro è stato bellissimo. Il bilancio del ritiro è molto positivo
Un giudizio sui nuovi giocatori?
Questi primi giorni sono sempre utili per far ambientare i nuovi alla squadra e ai compagni. Sono rimasto sorpreso dall’adattamento di tutti i nuovi e questo è molto importante. Volevo tutti i giocatori in ritiro per adattarli al meglio. Alla fine dimentichiamo che i calciatori sono persone e hanno anche bisogno di tempo. Il mister è contento e io con lui. Ancora manca molto a livello fisico, tecnico e tattico, ma sono contento per il lavoro del gruppo.
E’ favorevole alla chiusura del mercato prima dell’inizio del campionato?
Se chiudesse domani sarebbe ancora meglio (ride ndr). Prima chiude e meglio è ed è giusto che chiuda prima dell’inizio del campionato. Questo un primo step per il futuro. Il mercato inizia quando finisce la stagione, non il primo luglio. Tre mesi di mercato sono tanti, non solo per la stanchezza del ds, ma è tanto. Un mese o poco più si potrebbe fare.
La tournée negli USA?
E’ importante per due motivi: uno è quello sportivo, potendo giocare contro squadre forti, e poi per il brand. Giocando contro squadre così blasonate significa che stiamo facendo bene. La crescita del nome della Roma è importante per tutti.
Nessun club, neanche all’estero, ha fatto dieci acquisti…
Stiamo costruendo e manca ancora qualcosa. La mia idea è di fare meno acquisti in futuro ma ora abbiamo bisogno di questa piccola rivoluzione. Si dice sempre che la Roma venda i giocatori ma li compriamo anche. Bisogna inviare un messaggio positivo. Abbiamo ambizione per fare qualcosa di importante ma non solo per un anno.
Se la Roma fosse un palazzo di 10 piani in costruzione, adesso a che piano saremmo?
Siamo vicini al piano più alto ma ancora manca qualcosa. Stiamo percorrendo la strada giusta.
Quanto è importante conoscere un ragazzo prima di acquistarlo?
Un giocatore può essere pronto per una squadra e non per un’altra. Magari l’entourage è diverso, l’ambiente. Bisogna capire la filosofia di vita anche del calciatore e vedere se lui capisce che questo è il posto ideale per lui. Tanti giocatori hanno fatto male in una squadra e benissimo in un’altra.
C’è qualche giocatore che ha avuto un rendimento superiore alle aspettative?
Per fortuna tanti giocatori hanno fatto bene. Porto sempre come esempio Dani Alves. Arrivato senza nome, ha giocato con noi che ci dovevamo salvare. Poi ha vinto il campionato, poi è stato venduto per tanti soldi e lui ha vinto ancora di più. Al livello personale, dico Rakitic. Difficile trovarlo come lui, averne 20 così vincerebbero tutti. Ha una mentalità incredibile.
Si aspettava l’applauso al Tre Fontane?
Parlavo con la mia famiglia proprio di questo. Lo stesso giorno della cessione del giocatore più importante, o comunque tra i più importanti, e ricevere l’applauso dei tifosi è qualcosa che ti fa continuare a lavorare, avendo quella pressione positiva per trovare la strada che tutti vogliamo, è stato molto bello. Non me l’aspettavo, mi aspettavo qualcosa di diverso (ride ndr). A me piace avere un contatto diretto con i tifosi, sono più tifoso che ds. Mi piacerebbe più stare in curva che in tribuna. Questo segnale di affetto mi è piaciuto e mi motiva per fare una Roma più grande
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