Monchi

Barcellona-Roma è alle porte e il direttore sportivo della Roma, Ramon Monchi, ha rilasciato un’intervista al quotidiano catalano Sport. Queste le sue dichiarazioni:

Crede che il Barcellona sia favorito non solo ai quarti di finale ma anche per la vittoria finale della Champions League?
Il Barcellona è la squadra favorita in tutte le competizioni a cui partecipa. Hanno la capacità, la storia e l’obbligo di esserlo. Credo che sia un Barcellona diverso rispetto a quello dell’anno passato. Né migliore né peggiore, ma diverso. Hanno qualità che tutti conosciamo sia a livello individuale che collettivo che la rendono una squadra molto difficile da battere.

La Roma come deve affrontare la partita?
Ovviamente conoscendo le doti dell’avversario, la Roma deve provare a contrastarle. Ma soprattutto la squadra deve comportarsi da Roma. Abbiamo le nostre qualità, la nostra filosofia e non possiamo rinunciarci.

Crede che la Roma sia una squadra sottovalutata a livello europeo?
No, a livello professionale la squadra è rispettata. A volte la poca conoscenza di un campionato e di una squadra te la fa sottovalutare, ma credo che nel calcio professionistico – non parlo della stampa – sia considerata una squadra di valore, rispettata e che con giusto merito si è conquistata un nome nel calcio europeo.

La sua professione si basa sulla scoperta dei talenti. Cosa prova quando vede giocare uno come Messi?
Mi godo la possibilità che abbiamo noi contemporanei di Messi, mi godo il suo calcio come hanno fatto prima di noi chi ha vissuto durante le epoche di Di Stefano, Pelé, Maradona. Da amante del calcio, mi godo il suo gioco. Scoprire giocatori del livello di Messi non è facile perché non ce ne sono tanti come lui.

Molti giocatori sostengono che la larghezza del Camp Nou sia una difficoltà aggiuntiva. Lei lo conosce bene: è d’accordo?
Il campo lo fa grande il Barcellona. Il loro calcio te lo rende più grande perché ti fanno correre molto. Però se sai sfruttare il fatto di giocare al Camp Nou come motivazione, perché sai che è uno scenario fantastico con tanti occhi puntati addosso, può essere utile come spinta.

Ritroverà Ivan Rakitic, un giocatore che ha portato al Siviglia. È ancora in contatto con lui?
Abbiamo un ottimo rapporto a livello personale. È una rapporto che abbiamo stretto ai tempi del Siviglia e che abbiamo mantenuto. È uno di quei calciatori con cui ho rapporti fuori dal campo. Ci vedremo, facendo ognuno il meglio per sé, ma con rispetto e amicizia.

Anche alla Roma ha ritrovato Perotti e Fazio, ex calciatori del Siviglia.
Li conosco da molto tempo, abbiamo un buon rapporto. Mi fa piacere che entrambi abbiano trovato un luogo dove tutto ciò che hanno fatto in carriera venga riconosciuto. Sono giocatori importanti per il presente e il futuro della Roma. Magari andranno anche al Mondiale, perché se lo meritano.

Una delle sue più grandi intuizioni dell’ultimo mercato è stato Cengiz Under, che sta facendo molto bene. Che margini di crescita ha?
Con Cengiz dobbiamo avere pazienza continuando a lavorare giorno dopo giorno, perché è un ragazzo giovane che ha appena lasciato casa sua, ma è vero che i primi passi che sta muovendo sono convincenti. Siamo contenti, dobbiamo continuare a tutelarlo, ma ha una cosa che è fondamentale: la qualità e il calcio.

La Spagna è stata protagonista di una grande goleada contro l’Argentina (6-1) e arriva al Mondiale come una delle favorite. Vede analogie tra questa Spagna e quella del 2010?
La Spagna sarà tra le favorite, ma non possiamo pensare che abbia già vinto il Mondiale. Sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti delle altre nazionali che sicuramente avranno le loro possibilità, e inoltre è una pressione che mettiamo alla squadra. Siamo in un buon momento, in una striscia di partite senza sconfitte da quanto è arrivato Lopetegui. Abbiamo fiducia, ma non possiamo nemmeno pensare sia tutto già fatto.



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