Monchi

Monchi, direttore sportivo della Roma, ha rilasciato un’intervista a ‘El Mundo‘ parlando a tutto tondo della sua esperienza in giallorosso e, inevitabilmente, della sfida di Champions League tra i giallorossi e il Barcellona:

“La mia prima pianificazione in Italia potrebbe non essere la più normale per me. È ora che comincio a capire meglio il Monchi di cui Roma ha bisogno. Quando c’è un cambiamento grande come quello che ho vissuto, ci si deve conoscere di nuovo. E per sapere quale parte di Monchi sia ancora valida. Quando sono arrivato, tutto era molto veloce. Abbiamo dovuto far quadrare i numeri e generare guadagni “. Una delle prime scelte è stata quella di Eusebio Di Francesco: “Era una scommessa rischiosa? Io non la penso. C’era una solida base per avere fiducia. L’ho scelto per la sua abilità, ma anche per la sua conoscenza di Roma. Ha giocato quattro anni qui, ha vinto anche qui uno scudetto. Sapere quanto sia speciale lavorare in questo club, è stato molto importante. Inoltre, stavo cercando un tecnico equilibrato, in grado di avere un buon rapporto sia con i media che con i fan. Ma anche che fosse in grado di sfruttare al meglio i giocatori che avrebbe avuto tra le sue mani. È vero che non avevo esperienza in Champions League. Ma con il mio aiuto e quello dei suoi giocatori, sembrava un tema facile da affrontare”.

È stato Monchi a comunicare a Totti che era arrivato il momento di passare dietro la scrivania: “Il vuoto di Totti non è tanto grazie a Daniele De Rossi: è un giocatore formato a Roma, con un’innata capacità di trasmettere i valori dell’appartenenza”.

Su Edin Dzeko: “Ha 32 anni ma ha anche una vita professionale perfetta, si allena come dovrebbe, gli piace quello che fa e la scorsa stagione ha segnato 39 gol”. In questa ne ha segnati 17, incluso quello che è servito ad eliminare lo Shakhtar nel secondo turno della Champions League. “Forse non c’è nessuno di essenziale per noi, ma Dzeko, da solo, è in grado di vincere una partita”.

Uno dei colpi alla ‘Monchi’ è stato Under, che ha stupito tutti dopo il primo periodo di adattamento: “Si hanno sempre notizie su notizie… Ne avevo parlato con un agente con cui ho un buon rapporto, Bayram Tutumlu. Ho iniziato a seguire Ünder. Aveva fatto una stagione magnifica ed era già di valore internazionale. La cosa più difficile per portare un ragazzo di 20 anni dalla Turchia non è vederlo, ma scommettere ed essere convinto che possa avere una carriera importante . È ancora molto giovane, non domina ancora l’italiano, quindi ha molto margine di miglioramento”.

Monchi coccola anche El Shaarawy: “È ancora giovane, ha un’età magnifica per svilupparsi ancora di più. Grandi qualità e condizione incredibile. Ha dribbling, gol, colpi con entrambi i piedi ed è il nostro miglior uomo negli spazi. Credo molto in Stephan”.

Si chiude infine con la sfida contro il Barcellona: “Sono consapevole che l’ultima volta che la Roma ha giocato al Camp Nou ha perso 6-1. L’ho letto e visto molte volte. Ma spero che le cose vadano un po’ meglio questa volta”.



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