Monchi

Monchi, direttore sportivo della Roma, torna a parlare ai microfoni di Esports Cope, emittente radiofonica spagnola. Tanti i temi affrontati, dal sorteggio di Champions League col Barcellona fino al futuro di Alisson. Ecco le sue dichiarazioni:

Ha già imparato l’italiano?
Quello che so l’ho imparato da quando sono qui. Anche se a volte devo anche inventarmi le parole, ma capisco bene e mi faccio capire bene in italiano, anche durante le interviste.

Sinceramente, il primo pensiero dopo il sorteggio di Champions col Barcellona qual è stato?
Inizialmente ho pensato che siamo stati sfortunati, però è passata presto. Subito dopo mi sono concentrato sulla partita, dobbiamo pensare al miglior modo per preparare la doppia sfidae. Dobbiamo provare a fare qualcosa ed è difficile, in pochi ci credono, però tutto passa tutto in pochi secondi, subito dopo il sorteggio si pensa già al futuro.

Tutti danno per favoriti il Barça.
Ovviamente è favorito il Barcellona anche per me, penso solo che l’etichetta di favorito non implichi automaticamente che hanno già in mano il passaggio del turno. Significa che hanno maggiori possibilità perché hanno giocatori più forti, una storia più grande e una maggiore abitudine a giocare certe partite. Non so che percentuali dare di passaggio del turno, se 80-20 o 70-30. Dovremo dare il massimo per sognare, perlomeno, la possibilità di farcela. Essere tra le 8 d’Europa ti permette di sognare. Ci prepararemo per realizzare questo sogno.

La stagione di Alisson?
È titolare nella nazionale brasiliana, ha avuto progressi enormi in questa stagione e ha dato il suo contributo alla crescita della squadra. Viste le più di 10 partite chiuse a porta imbattuta in campionato e le parate decisive in Champions. E ha soli 26 anni, ha margini di miglioramento e dà sicurezza alla squadra, siamo molto felici del suo rendimento.

Ci sono state offerte per lui?
Nessuna ad oggi. Circolano molte voci al riguardo, ogni giorno, ma non ci sono arrivate offerte. Vogliamo tenerlo con noi.

Under: in passato si diceva anche che ricordava il primo Messi.
(Ride, ndr). Non penso che sia un giusto termine di paragone, sarebbe una pressione troppo grande. Ha 20 anni, arriva dalla Turchia e da un lungo periodo di adattamento, poco a poco si sta rivelando un giocatore importante per noi. In un momento difficile per la squadra, i suoi gol sono stati fondamentali. È un ragazzo giovane, deve crescere e gestire i momenti, le emozioni e la pressione a poco a poco. Deve ancora maturare per assumere quel ruolo di leader che hanno De Rossi, Nainggolan, Strootman, Dzeko, Manolas, Alisson e Kolarov, giocatori più maturi.



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