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Motta: “Porto la Roma nel cuore. La partita contro il Tottenham è un punto di partenza”

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AS ROMA NEWS MOTTA – Marco Motta, ex difensore della Roma, ha rilasciato un’intervista ai canali ufficiali del club giallorosso nel corso del podcast “Serie A Preview” alla vigilia del big match contro l’Atalanta, valido per la quattordicesima giornata di Serie A e in programma domani alle ore 20:45 allo Stadio Olimpico.

So che hai visto la partita contro il Tottenham. Possiamo dire che ci sono state indicazioni positive almeno nello spirito?
“Assolutamente si, seguo sempre con grande affetto la Roma, anche da lontano. Ho visto una Roma compatta, con un ottimo spirito. È stata una bella partita pareggiata bene nel finale e con tante occasioni, penso che sia un nuovo punto di partenza importante”.

Con il Tottenham gara delicatissima…
“Sì, penso che il fattore psicologico sia molto importante sia nella vita che nello sport. La Roma ha vissuto da inizio di stagione un periodo travagliato e la testa fa brutti scherzi. Ho visto una squadra compatta, dove si sono iniziate a vedere le indicazioni del mio mister, mister Ranieri. Penso sia la giusta ripartenza, prima dei valori tattici e fisici penso sia importante ricompattare l’ambiente e rendere più forte la testa. Penso che uscire dalla partita contro il Tottenham con un pareggio è sicuramente importante, viste anche le occasioni che ci sono state. Penso questo sia un fattore importante da cui ripartire”.

Ci racconti del tuo anno e mezzo alla Roma? 
“Assolutamente sì. Oggi a 38 anni sono felice di quello che sto facendo, del sogno che sto portando avanti di diventare allenatore. Porterò sempre la Roma nel cuore. È stata una stagione e mezza ma è come se fosse stata molto di più a causa di tutto quello che ho vissuto, per le grandi emozioni provate e per l’amore fantastico che ho ricevuto da tutto l’ambiente, sia a Trigoria che all’Olimpico. Come posso torno sempre con grande piacere a Roma e a Trigoria a vedere amici dentro e fuori dal campo. La scorsa stagione sono stato a Roma-Juve con mio figlio, che è entrato in campo. È stato come fargli vivere quello che ho vissuto io e fargli conoscere quello che per me è stato un passato importante che mi ha fatto crescere ma che soprattutto mi ha regalato emozioni indimenticabili”.

Hai esordito contro il Genoa ma mi ricordo una tua azione a Londra contro l’Arsenal conclusa con un bel tiro, in un doppio confronto che è stato amaro ma bellissimo. 
“Questa è una delle motivazioni principali per cui amo i tifosi romanisti. Avete una memoria straordinaria e una passione tale da farvi ricordare questi dettagli. Ho debuttato contro il Genoa all’Olimpico provando emozioni straordinarie. Sul tiro di cui parli nel doppio confronto con l’Arsenal è stato Almunia a metterci un dito per toglierla dall’incrocio. Al ritorno l’Olimpico per me è stato fantascientifico. Penso che ci ha spinto anche nei supplementari ad avere un ritmo importante. Purtroppo poi il calcio talvolta non premia chi gioca meglio, per cui la partita è finita con un’eliminazione ai rigori, ma sono stati momenti e partite straordinarie che auguro di vivere ad ogni calciatore”.

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Dopo l’eliminazione con l’Arsenal i tifosi sono venuti a Trigoria come se fossimo passati. Cosa hai pensato in quel momento? 
“L’ho sempre pensato ma l’ho realizzato tardi nella mia carriera. Il calcio è dei tifosi: senza di loro non sarebbe la stessa cosa. L’ambiente Roma è qualcosa di unico non solo in Italia. Sono una tifoseria straordinaria e questo episodio ne è l’emblema. Dovevamo giocare contro la Sampdoria in trasferta e prima di partire vedere tutta questa gente a Trigoria a sostenerci e ad incoraggiarci significa che hanno apprezzato il grande impegno che abbiamo messo nel cercare di realizzare qualcosa di grande, andando oltre il risultato. Quell’anno poi la finale di Champions si giocava a Roma e quello era un nostro obiettivo. Ribadisco, è qualcosa di straordinario che auguro ad ogni calciatore di poter vivere”.

Un bilancio della tua carriera?
“Il calcio mi ha dato tantissimo. Ho scoperto città, culture e persone… Sono grato al calcio, è uno sport che amo e oggi cerco di trasmetterlo in un’altra veste ai miei ragazzi. Sono contento di ciò che ho fatto, ma sicuramente ho commesso degli errori. Sono comunque felice della persona che sono e della famiglia che ho. Mia moglie mi ripete sempre: ‘Se ci fossi stata io non avresti lasciato la Roma’. Probabilmente è vero e non sarebbe stata una scelta sbagliata”.

Lunedì ci sarà Roma-Atalanta. Molti dicono che i bergamaschi siano candidati alla vittoria dello Scudetto. Cosa ne pensi? 
“Parli di un’altra squadra che per me ha un valore enorme. Ho iniziato all’Atalanta quando avevo 7 anni. Ho coronato il mio sogno il 9 gennaio 2009, esordendo in Serie A all’Olimpico contro la Roma. Ti lascio immaginare quindi cosa significa per me Roma-Atalanta. Non solo, in un Atalanta-Roma ho raggiunto anche le 100 partite in Serie A. Sono due squadre che hanno un valore speciale. Sicuramente l’Atalanta sta facendo qualcosa di unico. Gasperini, che è stato mio allenatore al Genoa, secondo me è un grandissimo allenatore e sono contento stia avendo questi risultati. Ai tempi andava un po’ controtendenza e oggi sta facendo una cosa totalmente unica. È riuscito a trasformare un club, una città e una tifoseria, dandogli un valore e un sogno diverso. È qualcosa che secondo me non ha prezzo. Ogni anno inoltre fa sempre di più. Ogni volta si pensa sia impossibile e invece lui lo rende possibile. Stiamo parlando di un’Atalanta che si gioca lo scudetto, cosa che fino a pochi anni fa era impensabile. Questa è la meraviglia di questo sport. Per la Roma non sarà una partita facile perché l’Atalanta è in una forma straordinaria, con il fattore psicologico che gli permette di pensare che possono fare qualsiasi cosa, dandogli uno sprint in più. Non sarà facile ma penso che la Roma si stia ricompattando bene. È la Roma, ha giocatori e valori importanti e un allenatore che la sa mettere in campo. Credo sarà una bella partita”.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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