Editoriale
Mourinho logora chi non ce l’ha (ma anche chi lo vorrebbe intervistare e non può)
AS ROMA NEWS MILAN MOURINHO – Chissà che ne pensano i “tifosetti da tastiera” dopo che ieri sera Tammy Abraham, al minuto 93 a San Siro contro il Milan, gli ha mandato di traverso il panettone e tutto il cenone di Natale e Capodanno. Purtroppo siamo di fronte ad un fenomeno in cui si arriva a “tifare” contro la Roma solamente per dire “Avevo ragione io!“. Una moda lanciata dalle radio romane che si professano romaniste ma di romanista hanno ben poco, se non niente. In tutto questo mettiamoci interessi personali che vengono a mancare, ristoranti che non vanno più per la maggiore come una volta, interviste e notizie che sono azzerate (contrariamente a quanto succedeva con la Roma di Pallotta, dove l’informazione era in mano a pochi), oppure chi nei circoli sportivi della Roma bene si riunisce con ex dirigenti per criticare il gioco, pardon, secondo loro, il “non gioco” di Mourinho.
Certo l’uomo di Setubal, colui che ha vinto 26 titoli, l’ultimo storico con la Roma dopo 14 anni di nulla cosmico (61 in Europa), è molto osteggiato perchè “non si fila nessuno”. Lui, imperterrito, va avanti per la sua strada e continua a ottenere risultati, anche in quella Milano dove negli anni passati abbiamo dovuto mandare giù bocconi amari. Per non parlare dei Friedkin, che non rilasciano interviste e continuano a immettere denaro su denaro ogni mese per ripianare i debiti lasciati dalla precedente gestione. Oppure Tiago Pinto, il general manager definito “giovane e ingenuo” che non sta molto a genio a qualche giornalista perchè rilascia interviste a concorrenti oppure non parla per mesi e mesi.
Ma è la Roma, signori, con una fisionomia ben precisa: profilo basso e lavorare. Ottenere risultati e vincere. Finora hanno ragione loro, poi il tempo dirà se questa politica porterà a qualcosa di più importante (scudetto o Champions League, intesa come vittoria della Coppa dalle grandi orecchie). Purtroppo chi si scontra con la realtà di Roma sa benissimo che questi atteggiamenti ci sono sempre stati, fin quando minacciavano il compianto presidente Sensi, salvo poi diventare grandissimi amici alla prima intervista concessa. I “tifosetti da tastiera”, invece, si fanno fare il lavaggio del cervello e l’unica cosa che sanno dire è “AaaaRomaNunHaGioco” (rigorosamente tutto attaccato).
Intanto è sempre a tre punti dalla grande Inter che doveva vincere lo scudetto con Lukaku e l’ex Dzeko, pareggia a San Siro in rimonta con il Milan Campione d’Italia in carica e ha perso solamente nei big match contro Napoli e Lazio. Inoltre pare che da queste parti il “Sarrismo” si sia dissolto in questo inizio gennaio e la Roma di Mourinho abbia trovato compattezza e tenacia, cosa che gli era mancata nell’ultima parte dell’anno prima del Mondiale. Noi, che guardiamo ai risultati, possiamo dice con certezza che senza Mourinho ieri a San Siro la Roma avrebbe perso tanto a poco. Oltre alla tenacia di Ibanez e Abraham, è un risultato che va ricercato nella caparbietà di un tecnico che le ha provate tutte per non perdere (riuscendoci). Teniamoci stretti Mourinho, prima che si stanchi davvero a mandi tutto all’aria. D’altronde Mourinho logora chi non ce l’ha (ma anche chi lo vorrebbe intervistare e non può).
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