AS ROMA NEWS SALERNITANA MOURINHO – Josè Mourinho, allenatore della Roma, ha parlato in conferenza stampa alla viglia della sfida di campionato contro la Salernitana. Queste le sue dichiarazioni:
“Arriviamo bene a domani, voglio ringraziare lo staff e i giocatori perché abbiamo lavorato molto bene in questo periodo. Abbiamo migliorato molti aspetti del nostro gioco, gli ultimi due arrivati ci possono aiutare perché sono giocatori di qualità ma non possono conoscere i meccanismi della squadra. La situazione dell’attaccante la conosciamo tutti ma non mi va di venire qui a piangere, a spendere parole. Abbiamo perso Tammy il 4 o 5 giugno, non abbiamo ancora fatto niente per compensare questa situazione, naturalmente il direttore e la società fanno il possibile. Io alleno i giocatori che ho a disposizione. Chiedo una volta in più ai nostri tifosi che giochino da attaccante. Abbiamo questo problema, abbiamo giocatori importanti che non potranno esserci domani, abbiamo lavorato molto bene questa settimana e i tifosi potranno aiutarci, ancora una volta, con lo stadio pieno ad agosto, nonostante un caldo incredibile. A quelli che sono arrabbiati per le bandiere, che arrivano tardi, dico di andare perché inizia la partita. Mi fido dei ragazzi”.
Che partita si aspetta con la Salernitana?
“È una squadra forte, che può puntare all’Europa, con un allenatore preparato. Nel mondo del calcio siamo indietro ancora perché iniziare una competizione con giocatori squalifica per accumulo di ammonizioni della scorsa stagione mi sembra una cosa demodé”.
Cosa possono dare Renato Sanches e Paredes. Ci dice la sua su Matic?
“Il signor Matic, se vuole dire qualcosa, è lui a doverlo fare. Dopo aver sentito le parole del direttore sportivo del Rennes penso di non aver bisogno di altro, ha detto che parlava con Nemanja da più di un mese e cosa ti posso aggiungere? Sono contento con Paredes, per non dire molto contento. È un giocatore che mi piace da tanto, non ha avuto una stagione positiva nella scorsa, l’unica cosa buona è stata diventare Campione del Mondo. Non ha avuto pre-stagione, però è arrivato in una buona condizione, soprattutto mentale. Penso ci possa dare una mano domani, non per tanti minuti ma con un modo di pensare calcio che mi piace tanto”.
Abbiamo scritto fiumi di inchiostro sul vostro rapporto interno, vi siete parlato con Friedkin?
“Aspettiamo la fine del mercato per poter valutare in modo globale il mercato. È difficile valutare adesso la globalità, ma tante cose sono state fatte bene, anche molto bene. Fare 30 milioni più o meno in modo veloce, sotto pressione, il direttore e la società hanno fatto bene. Ho dato un contributo importante ai giocatori che avevano valore vicino allo zero, un anno o due anni dopo sono stati i giocatori che hanno aiutato il club in una situazione al limite. Con le limitazioni che abbiamo come club dal punto di vista economico e legale, si è fatto un ottimo lavoro. È difficile fare meglio con tutte le difficoltà. Ma nella nostra analisi, a volte molto critica e altre volte ultra-positiva, servirebbe un po’ di equilibrio. Paredes, Sanches e Aouar mi piacciono, però quante partite ha giocato Aouar l’anno scorso? Praticamente non ha giocato un anno, era in scadenza e aveva problemi con il club. Anche per Paredes, mentre Sanches ha avuto un accumulo di infortuni che non gli hanno permesso di giocare con regolarità. Mi piacciono ma devono essere tutelati, non facciamo un paragone con altri club che hanno fatto investimenti enormi prendendo giocatori molto bravi e in una situazione diversa. Sono contento di Llorente e Ndicka: del primo l’anno scorso abbiamo capito che può essere del livello della Roma, il secondo deve imparare a giocare con noi perché ancora non lo sa fare. Ma la società ha fatto bene. Mi fa anche male al cuore leggere certe analisi su Ibanez: è troppo facile parlare di lui e dire che ha sbagliato un paio di partite importanti, quelle che la gente non dimentica, ma sarebbe più onesto dire che è stato fantastico per noi. Era il più veloce tra i difensori, il più pericoloso su palla inattiva, il più affidabile nella pressione alta. Al di là dell’attaccante, società e direttore hanno fatto un bellissimo lavoro. Per me non è facile, non posso dire di essere super contento, per me il campionato inizia domani e non il 31 agosto o 29 agosto. È difficile ma ho rispetto e sono tranquillo, non sono arrabbiato e non litigo con nessuno, cerco di essere positivo e lo sono anche perché i giocatori ne hanno bisogno. Sono convinto che direttore e società vogliono lo stesso che voglio io: non siamo su due lati opposti sul fiume, siamo insieme. Ma la verità è che l’allenatore sono io, domani ci sarà Rapetti in panchina a cercare di aiutare i ragazzi, ma l’allenatore sono io quando entriamo in campo”.
Il confronto con i Friedkin?
“Penso che non sarebbe molto contento se io parlassi del mio rapporto con lui, quante volte mi ha chiamato, se è venuto in Portogallo o a casa mia a Setubal. Essendo una persona privata, io sono suo dipendente, come faccio a commentare il rapporto che ho con il proprietario?”
Ha elogiato la direzione sportiva, ma se guardo i conti usciti la Roma ha incassato qualcosa anche nelle difficoltà. Le è stato spiegato perché non è stato ancora investito per comprare un calciatore?
“Ci sono numeri che non ho ancora capito molto molto bene. La situazione del Fair Play Finanziario e dell’accordo della Roma con l’Uefa, ci sono dei punti che non ho capito molto molto bene, soprattutto se si paragona con altri club che hanno situazioni da risolvere con il FFP, per non citare squadre che sembra giochino in un universo completamente diverso dal nostro. Ma è una situazione dal punto di vista legale, io sono un allenatore e non è mio compito cercare di capire tutto. Lavoro con i calciatori che ho a disposizione, mi devo fidare della parola del direttore e della società che hanno detto che non finiremo il mercato senza risolvere questa situazione. Qualche settimana fa ho rilasciato un’intervista in cui ho scherzato dicendo che se Mbappe arriva il 31 agosto, sarebbe in ritardo. Siamo in ritardo, ma lo sappiamo all’interno, anche i calciatori, il direttore e la proprietà lo sanno. Se non hanno risolto, non hanno potuto e non hanno avuto lo stesso successo con altri giocatori in altre posizioni. Devo aspettare ma giocare domani nella mia stanza, fidandomi della gente in panchina e nello spogliatoio e lo facciamo dall’inizio della pre-stagione. In qualche partita non sono andato in panchina e nello spogliatoio, in altre sono stato in panchina senza parlare. I giocatori si sono allenati molto molto bene, mi devo concentrare per domani. Vediamo se la prossima settimana succede qualcosa altrimenti andiamo a Verona con la stessa mentalità. Siamo un gruppo unito, consapevole del potenziale e dei limiti”.
Il modulo 3-5-2 cosa può dare? Pellegrini potrebbe giocare con Aouar in un centrocampo a 3?
“Sì, ma dipende dal momento, da come stanno e dall’avversario. Al di là dei nuovi, gli altri hanno già lavorato e questo permette loro di pensare di giocare in modo diverso. A centrocampo abbiamo gente multifunzionale, non abbiamo un giocatore per una sola posizione o modulo. Cristante gioca da 6 o da 8 senza problemi, lo stesso Pellegrini e Aouar da 8 o da 10, forse solo Sanches è più da 8, ci danno tutti questa possibilità”.
Tra le varie cose della scorsa stagione sia a livello Uefa sia in Italia mi sembra ci sia stato un problema politico con Mourinho allenatore, non solo problema di campo. Quest’estate è stata fatta una valutazione da parte sua in questo senso?
“Una cosa è la Roma, un’altra io. Per me la cosa è semplice. Non voglio entrare sulla questione se sia politico o no, a me interessa solo il campo, la partita, gli arbitri, il quarto uomo, il rettangolo di gioco e le panchine, l’unica cosa che mi interessa è che sia uguale per tutti, che ci sia onestà ed è così. ‘Non mi piace Mourinho’ non mi interessa, nella partita l’arbitro o il quarto uomo devono trattare tutti in modo uguale. Domani vi sfido a guardare la mia panchina e quella della Salernitana, dopo farò i complimenti all’arbitro per aver trattato tutti allo stesso modo. Non sono neanche troppo preoccupato da questa situazione. Siamo tutti uguali, se siamo così avremo la stagione perfetta”.
In una vicenda come quella di Matic le è piaciuto il comportamento del gruppo? I nuovi come si sono inseriti?
“Non ci aspettavamo l’uscita del signor Matic, la Roma ha avuto una risposta immediata e fantastica. Matic ha giocato per noi, se non sbaglio, tipo 50 partite e il 75% delle partite, è un grandissimo giocatore ed era importante per noi, ma lo abbiamo perso. Viene Paredes e viene Sanches, non è un problema. Il problema è quando non arriva un altro. Loro due non sono preparati al 100% ma se li prepariamo sono giocatori di qualità. Il gruppo è fantastico, chi va via lo fa piangendo. Il contatto che la squadra ha con Sergio Oliveira, Veretout, Volpato, Tahirovic, Diawara, Felix, siamo ancora una famiglia. È andato via uno e sono arrivati altri, la famiglia continua. Benvenuti ai nuovi, che possono capire velocemente la dinamica di gruppo. Andiamo insieme, domani si inizia”.
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