Ben 9 sconfitte su 23 partite disputate sono un’enormità difficilmente giustificabile
Onestamente nessuno se lo sarebbe mai aspettato, perché il suo ingaggio avrebbe dovuto non solo riportare serenità all’interno dell’ambiente giallorosso ma anche compattarlo in vista dell’ottenimento di risultati importanti. E così non è stato. Stiamo parlando dell’operato di Mourinho alla Roma che finora in campionato non ha convinto: oltre alle 9 sconfitte su 23 partite disputate – un’enormità che ha ben poche giustificazioni – ciò che preoccupa di più sono i black-out di questa squadra che non ha per nulla il carattere del suo allenatore. Il portoghese, soprattutto durante i suoi due splendidi anni all’Inter, ha dato dimostrazione di sapere come caricare i suoi uomini, “spremendoli” così tanto da permettere loro di superare i propri limiti; alla Roma questa cosa però non si è ancora vista. Accennavamo al fatto che la Lupa in campionato non sta impressionando – il 4 a 2 con l’Empoli dovrà essere confermato da altre prestazioni convincenti – dunque è venuto il momento di domandarci quali possano essere le motivazioni in grado di spiegare tutto ciò. Su tutte il fatto che il progetto di Friedkin è senza certezze ed è focalizzato esclusivamente sulla valorizzazione dei giovani; un qualcosa che stride con l’ingaggio di uno come Mourinho, che vuole vincere tutto e subito. Aggiungiamo poi che la rosa non è di primissima qualità – oltre al bomber Abraham e a Zaniolo non ci sono veri e propri top player – e che è priva di esperienza e il gioco è fatto. Anche Mou però ha le sue colpe (e tante), perché non riesce ancora a compattare la squadra – le tre linee in campo sono quasi sempre scollegate – e nemmeno a darle un’anima. La Roma, in parole povere, spesso e volentieri improvvisa; un qualcosa che in Serie A non si deve mai fare, soprattutto se sei la Lupa e aspiri a risultati importanti.
Una piccola scossa?
Le esternazioni di Mourinho dopo la partita persa per 4 a 3 contro la Juventus, che senza mezzi termini sottolineava come la formazione da lui allenata fosse più “scarsa” di come se l’era immaginata, di sicuro non hanno fatto piacere all’ambiente giallorosso. L’ex Special-one, ribattezzato “Specialone”, un doppio soprannome che nemmeno la Pulce Messi può vantare, in quell’occasione è stato molto duro, è vero, forse anche per spronare tutti a dare quel qualcosa in più. E l’effetto si sta vedendo, perché la Roma ha prima superato il Cagliari per 1 a 0 e poi l’Empoli per 4 a 2. 6 punti che forse non serviranno per la corsa Champions, che vede protagoniste altre squadre, ma almeno per raggiungere l’obiettivo Conference League, quello sì. Detto altrimenti, se per l’ex coppa dalle grandi orecchie ci sono già Inter, Milan, Napoli, Atalanta e Juventus, per la “nuova coppa” c’è invece la Fiorentina, la Lazio e appunto la Roma di Mourinho. E tra poche settimane ci saranno impegni da non sottovalutare, come quelli contro Sassuolo e Verona. Chissà se le esternazioni del portoghese dopo la vittoria contro i biancoblu serviranno anche contro Scamacca e compagni e contro Veloso e compagni!
Contro Sassuolo e Verona le maggiori insidie
Calendario alla mano, le maggiori insidie per questa Roma troppo disattenta in campo sono Sassuolo e Verona: queste due avversarie giocano infatti un ottimo calcio e sanno come mettere in difficoltà le big del nostro campionato. Se i giallorossi vorranno trionfare dovranno fare molta attenzione, compattandosi come non sono mai stati abituati a fare, perché tali formazioni hanno dimostrato di sapere come fare a sfruttare gli spazi loro concessi. Una cattiva notizia per Mourinho, che da quando è arrivato sta proponendo una Lupa un po’ troppo “umorale” nel modo in cui sceglie di muoversi sul terreno di gioco. Così evidentemente non si può più continuare, perché un campionato che già a gennaio ha troppo poco da dire non è concepibile per i giallorossi, che hanno scelto di puntare sull’allenatore portoghese proprio per fare un salto di qualità. Salto di qualità che ancora non c’è stato, anche per la troppa “pressione ambientale” che mai si sarebbe aspettato.
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