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Nainggolan: “Lavoravamo per pagare i debiti di mio padre. A fine carriera chiuderò col calcio”

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Radja Nainggolan, centrocampista della Roma, nel corso di un’intervista a VTM, ha parlato anche della sua infanzia tribolata: “Eravamo in tre a casa. Mio padre era sparito e mia madre doveva pagare i suoi debiti. Guadagnava 1300 euro lavorando dieci ore al giorno, mangiavo le stesse cose anche tre volte a settimana e succedeva che per un mese potevamo restare senza elettricità. Per questo ho deciso di venire in Italia, ma ho subito dovuto lasciare la scuola. Non ho potuto fare altrimenti”.

“Dopo sei mesi volevo tornare indietro, ma mio fratello mi ha convinto a continuare e a restare. A Pescara guadagnavo 1400 euro al mese, riuscivo a mandare 500 euro a mia madre per aiutarla. Sono andato in Indonesia quattro anni fa per cercare mio padre. Volevo dargli un’altra possibilità, volevo perdonarlo, ma mi ha voltato le spalle chiedendomi dei soldi”, poi chiosa sul Mondiale e ribadisce il suo pensiero sul calcio: “Non andarci è una situazione difficile per me che ne ho già saltato uno. Dopo la mia carriera non voglio avere niente a che fare con il mondo del calcio, ci sono troppi leccaculo. Io dico quello che penso, quello che sento. Questo è il mio problema, ma sarà sempre così”.



FOTO: Credits by Shutterstock.com

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