Nainggolan: “Nelle Coppe potevamo fare di più. Conte? Credo sia ancora arrabbiato con me…”

Finito il campionato, Radja Nainggolan è tornato a Cagliari, dove si è messo in mostra nei primi anni della sua carriera italiana. Il centrocampista belga ha rilasciato un’intervista a Tiki Taka su Italia 1: “E’ il posto dove sono diventato un giocatore importante. È sempre bello tornare qui, oggi è l’ultima di questo stadio, volevo esserci, cerchiamo di divertirci. Panchina? Questa è la panchina aggiunta, fuori dai posti (ride, ndr)”.

Sulla stagione: “Il campionato non è stato male, fare 87 punti e chiudere dietro alla Juventus che gioca la finale di Champions, che ha eliminato il Barcellona, può essere soddisfacente. Nelle coppe potevamo fare qualcosa in più, in Europa League ci sono stati episodi sfavorevoli. Totti? Quella serata è stata molto emozionante per tutti gli amanti del calcio, vincere al 90’ e strappare il secondo posto è stata la ciliegina sulla torta. Totti è Totti, non devo dire io che giocatore è stato e che persona è, sono legato molto a lui e ci tengo. Vedere una Roma senza Totti è una cosa difficile”.

Sul futuro e i rinnovi di Strootman e De Rossi: “Sono convinto che una squadra che vuole vincere debba tenere la base buona e migliorarsi. La società ha dimostrato che punta a formare una squadra forte, sono giocatori che hanno dimostrato. Strootman è tornato dall’infortunio, sono contento per lui perché è un calciatore forte. Sono contento per loro”.

Sulla finale di Champions League che vedrà impegnata la Juve, ‘grande nemica’ di Nainggolan: “L’altro giorno ho scherzato su Instagram, mi piace scherzare ma sono anche sportivo. Se può vincere un’italiana è una cosa buona per il calcio italiano, se la Juventus vince, e può farlo perché ha una difesa forte, sono contento. Poi ci gioca Pjanic”.

Sul suo futuro: “Se ho sentito Antonio Conte quest’anno? No. Mi sa che è ancora un po’ arrabbiato con me per l’anno scorso, penso, non lo so. Io ripeto, dico sempre la stessa cosa: mi affeziono alle piazze, se conquisti un certo rispetto è perché hai dato qualcosa. Vivo bene, mi piace giocare dove sto, cambiare spesso squadra non è cosa da me. Ho dato e adesso vediamo, ho dimostrato amore”.