Sebino Nela, ex giocatore della Roma che ha vinto lo scudetto nella stagione 1982/83, ha rilasciato un’intervista al Match Program del club giallorosso:
Tra Colonia e Dundee, quale rimonta fu più complicata?
“Beh, anche se il risultato da riprendere era meno ampio, sicuramente la gara con il Colonia fu più difficile. Le squadre tedesche sono sempre clienti scomodi da affrontare. Sanno come arrivare in fondo alle competizioni importanti. Basti vedere Europei o campionato del Mondo. Quel Colonia era formato da tanti giocatori della nazionale tedesca, battuta pochi mesi prima in finale del Mondiale di Spagna dall’Italia di Bearzot. Penso al portiere Schumacher e al fantasista Littbarski”.
Il Dundee, invece, non aveva la stessa tradizione del Colonia.
“Non c’è dubbio, difficilmente gli scozzesi vincono coppe o tornei a livello europeo. Ma quella con il Dundee per noi fu la partita perfetta. Segnammo tre gol come da copione e non ne subimmo. Andò tutto come volevamo. Fin dall’inizio”.
Come ci si prepara alla vigilia di una partita da rimontare?
“Bisogna essere lucidi, non arrivare troppo carichi all’evento, ma allo stesso tempo saper far lievitare la ferocia e la voglia di vincere a tutti i costi. Conta tutto in un appuntamento così importante, testa e cuore. Poi entra anche la tattica, però solo in un secondo momento. Ma secondo me hanno più importanza soprattutto altri aspetti, altri dettagli”.
Tipo?
“Sicuramente una certa postura, un certo atteggiamento nel sottopassaggio. Gli avversari devono capire che non è aria, che non può essere giornata, che sarà una serata di fuoco se non si adattano al tuo livello di competizione. Devono essere consapevoli a cosa andranno incontro”.
Con il Dundee probabilmente foste anche caricati dalle provocazioni del tecnico scozzese McLean che all’andata vi definì “Italiani bastardi”.
“Non nego che pure quelle parole contribuirono a montare la nostra voglia di rivalsa. A fine partita, durante i festeggiamenti in campo per il 3-0 ottenuto, facemmo notare a McLean il nostro disappunto… Diciamo così”.
Crede che questa Roma di Spalletti in una gara del genere abbia bisogno soprattutto dei suoi calciatori più carismatici?
“La squadra di ragazzi di personalità ne ha tanti come Fazio, Strootman, Nainggolan, De Rossi, Dzeko. Ma spero che ogni elemento della rosa capisca l’importanza di questo turno di coppa e arrivi all’incontro con le giuste motivazioni. In determinate occasioni non servono le parole di un compagno o dell’allenatore. Conta solo la voglia di vincere di ciascuno”.
E anche della spinta del pubblico sugli spalti.
“Non c’è dubbio. Il calore dei tifosi può indirizzare una partita e gli umori dei protagonisti in campo. Spero in uno stadio pieno come invocato da Spalletti. Per noi avere il tutto esaurito nelle due occasioni con Colonia e Dundee fu fondamentale”.
Se dovesse dare un consiglio?
“Non c’è bisogno dei miei consigli. Spalletti sa come preparare queste sfide, sa quali tasti toccare con i giocatori e i giocatori stessi avranno voglia di ribaltare il 4-2 dell’andata con il Lione”.
Si vuole sbilanciare in una previsione?
“Dico Roma, con il 65-70% di passare il turno. Non è un’impresa impossibile, si può fare. Si deve fare. Noi ci riuscimmo più volte”.
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