L’ex giocatore di Lazio e Milan Alessandro Nesta ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport, trattando fra gli altri argomenti anche quello inerente al futuro di Francesco Totti. Questo uno stralcio delle parole dell’ex capitano biancoceleste.
Si ricorda il primo incontro con Totti?
«Totti, che storia! Il primo incontro fu in un Lodigiani-Lazio. Avevo otto anni. Ricordo che nella capitale, quando eravamo piccoli, Totti era già Totti, a otto anni. Perciò tutti già sapevano quanto fosse forte. E tutti avevano molte aspettative, incredibili per un bambino, però tutti ne parlavano».
Cosa pensa di quello che sta accadendo a Totti in questo momento?
«Lo sto seguendo. Credo che quel momento arrivi per ciascuno. E credo che anticipare tutti da parte del giocatore sia la cosa migliore da fare. Quando si sente che il corpo non va più come prima e c’è un po’ di perplessità da parte della società, allora è meglio anticipare tutti. Decidere da soli, non far decidere ad altri».
Se avesse Francesco davanti adesso come su quel campo a otto anni cosa gli direbbe?
«Gli farei i complimenti. Alla sua età è ancora competitivo, cosa rara. Poi gli direi di uscire alla grande, di dire belle parole e chiudere quest’anno, fare una grande festa. L’uscita migliore che possa fare un campione del calcio come lui».
In campo, durante i derby, c’era molta rivalità tra voi due?
«Sì, ma sempre con grande rispetto. Io con Francesco ho avuto sempre un buon rapporto. Abbiamo giocato insieme in Nazionale ed è un grande amico, in campo e anche fuori. Quando vengo a Roma andiamo a cena. In campo grandi battaglie, però poi il rispetto reciproco. Ho voglia anche adesso di vederlo, di sentirlo. E’ un giocatore e una persona per la quale ho grande rispetto. Per altri magari no. Con altri in campo me le sono date e anche fuori gliele avrei date. Con lui no, in campo gliele avrei date, ma fuori considerazione immensa. E amicizia».
Quel derby in cui Montella le fece tre reti come lo ricorda? Con angoscia?
«Una delle partite peggiori o forse la peggiore che ho fatto in vita mia. Sapevo che sarebbe stato l’ultimo derby, ero a disagio. Poi, nella giornata in cui ti senti un po’ così, becchi pure quello che ti fa tre gol… Però ogni giocatore credo abbia nella carriera una giornata di quelle. A me è capitata in quel derby, con Montella».
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