NOTIZIE AS ROMA OSVALDO – L’ex attaccante della Roma, Pablo Daniel Osvaldo, racconta a Marca la sua nuova vita, non più dedicata al calcio, ma alla musica, sua nuova grande passione.
Come si compensa la mancanza di adrenalina data dal calcio?
“In realtà continua a darmela. Guardo molte partite e sono tifoso del Boca. La mancanza del gol? La musica è come un gol dietro l’altro, ogni secondo è unico e non tornerà mai. Io non rinnego il calcio, anzi lo amo ed è il massimo che la vita mi ha regalato”.
Ci spieghi il titolo del tuo disco, ‘Liberacion’?
“Quando ho cambiato la mia vita ho sentito un senso di liberazione. Ero convinto, ma avevo paura: di pentirmene, di non far bene… ma ora ho capito di aver fatto la scelta giusta. Non mi importa se andrà bene o male. Qualcuno, come Daniele De Rossi, mi chiede se guadagno soldi con questa vita. Il contrario, a volte li perdo”.
Cosa ti ha dato il calcio?
“La possibilità di aiutare la mia famiglia. Di compiere il sogno di poter dire a mio padre di smettere di lavorare. Di viaggiare e di conoscere il mondo. Il calcio mi piaceva, ma mi aveva tolto la libertà. E per me la libertà non ha prezzo e non si compra”.
Cosa pensi del VAR?
”Chi lo ha inventato non ha mai giocato a calcio in vita sua. E non credo neanche gli piaccia. Questo non è calcio… Io posso segnare in fuorigioco, ma lo possono fare anche i miei avversari. Puoi vincere un Mondiale con la mano contro gli inglesi. Col VAR si priva il calcio del fattore umano, se pretendi di fare un sport perfetto gli togli inevitabilmente l’emozione”.
Sulla rivalità tra Messi e Ronaldo?
“Mi piacerebbe giocare come lui (Messi, ndr), ma non essere lui. Non potrebbe essere qua con noi a bersi una birra. Ronaldo non è nato genio come Messi. E’ una macchina, è più sforzo che talento, ma credo che il valore sia lo stesso. A Cristiano piace tornare a casa e fare 150 addominali, a me accendere il fuoco per fare un asado”.
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