Il presidente della Roma, James Pallotta, ha rilasciato un’intervista a ‘Leaders in sport‘ facendo un bilancio di questi anni alla guida dei giallorossi, affrontando anche la questione dello stadio.
Pallotta stila un bilancio della sua presidenza: “Sembra che sia passato molto più tempo e non soli cinque anni e mezzo. Non c’è dubbio. Non ho molta pazienza per le cose, penso che potevamo abbiamo perso tanto e che potevamo fare molto meglio, ci sono state alcune ferite autoinflitte, altre cose dovute all’ambiente e altre ancora da imparare, quindi penso che mi darei una C (sufficienza ndr) come voto. Abbiamo fatto alcune cose buone sul lato calcistico e digitale, e penso che non ci siamo concentrati su alcuni aspetti commerciali. Non per quanto riguarda lo stadio, sul quale abbiamo fatto un grande lavoro, ma generalmente ci sono elementi di branding e marketing e cambiamenti che probabilmente avremmo dovuto fare prima”.
L’obiettivo numero uno continua ad essere il nuovo stadio: “Inaugurazione nel 2021? Lo spero. Non voglio criticare gli altri, ma in molti stadi che ho visitato ho visto errori derivanti dal fatto che non si è pensato all’intero ecosistema, o che gli sponsor hanno deciso come dovevano esser fatti, ho visto tanti errori del genere. Le mie conoscenze derivano dalla tecnologia, ho investito in centinaia di compagnie private e pubbliche, e l’intrattenimento e la tecnologia sono le mie risorse più forti. Vogliamo essere sicuri che lo stadio e il campus siano studiati e costruiti in modo tale che quando la tecnologia migliorerà potremo utilizzarla senza dover fare modifiche. Le persone utilizzano 2-3 volte la realtà virtuale, poi si rendono conto che è grandiosa e decidono di spendere 100-200-300 dollari”.
Infine il sogno del presidente: “Vorrei che fossimo la squadra preferita di tutti ma non è una cosa possibile, come non è possibile per il Real Madrid, per il PSG e per nessun altro. La cultura aumenta di generazione in generazione e potremo anche avere nuovi tifosi che non hanno una squadra preferita, ma alla fine credo che oltre ad aumentare i nostri tifosi, se diventiamo la seconda squadra preferita di tutti, su 30 milioni di persone che seguono il calcio, se riusciamo ad avere anche una piccola percentuale di questi 30 milioni, ad esempio 1%, che apprezzano quello che fai e che decidono di spendere 10 o 20 dollari per una sciarpa o un cappello, possono generare tanti introiti che possono poi essere investiti per migliorare la squadra e per rendere l’esperienza dei tifosi stessi migliore”.
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