James Pallotta ha rilasciato un’intervista in occasione del suo quarto anniversario da presidente della Roma. Queste le parole del numero uno giallorosso al sito ‘soccer.nbcsports.com’:

E’ stato interessante monitorare il suo arrivo alla Roma e come è stato “accettato” dai tifosi giallorossi. E’ stato più impegnativo di come se lo aspettava?
“Molto di più. Ed è tuttora una sfida, sinceramente. E’ diverso lo sport in Europa, come saprai, rispetto ad essere un partner dei Celtics o in qualsiasi altro sport negli USA. Alla fine della giornata è gratificante, in alcune cose abbiamo fatto abbastanza bene, in altre abbiamo commesso degli errori, alcune le abbiamo azzerate. Zero a zero, dall’esterno qualcuno può pensare che stiamo facendo un ottimo lavoro ma io non ho molta pazienza. Tendo a soffermarmi sugli errori e le cose che abbiamo ancora da fare. E’ il modo che mi ha permesso di fare soldi con gli hedge fund per 25 anni. Potrei avere 5 titoli che sono in grande giornata e uno no, io sarei infuriato con me stesso”.

“Ci sono cinque o sei leve che non abbiamo ancora iniziato a tirare in termini di entrate che si possono ottenere da lì. Siamo una delle prime, se non la squadra più in crescita nei social media. Stiamo certamente in testa per quanto riguarda la tecnologia e le cose che stiamo facendo nessun club le ha mai fatte. Abbiamo trasmesso una partita in diretta su Facebook, prima squadra a farlo. Periscope, chat con Twitter, Facebook, l’utilizzo di Google glasses e la diretta streaming su YouTube e probabilmente un’altra dozzina di cose. Stiamo facendo un sacco di cose interessanti ma abbiamo una lunga strada da percorrere sul merchandising, sullo stadio, l’entertainment…Potrei continuare a lungo ma il progetto sta venendo su”

Un altro punto su cui siete avanti è l’attenzione all’analisi, qualcosa di caro alla tua famiglia visto che tuo figlio gestisce una società che ha aiutato il vostro club.
“Abbiamo investito nella sua compagnia ma la usiamo ogni tanto. Ci siamo costruiti un nostro centro di analisi tra Boston e Roma. Abbiamo delle cose piuttosto sofisticate che abbiamo costruito sui giocatori e sulle loro prestazioni. Abbiamo preso due figure, non proprio degli scienziati dei dati, ma professori di un livello più alto”

Lo scorso anno, a BlazerCon, i dirigenti della Roma hanno seguito la conferenza riguardo cosa la Serie A potrebbe imparare dalla Premier League. Cos’hai preso dal campionato inglese?
“Quello che gli inglesi fanno bene è proprio il campionato. Lo hanno capito una dozzina di anni fa o giù di lì, è gestita bene, più in linea con i campionati americani. E’ quello che devono fare la Serie A e la Liga, è stupido non approfittare della base di fan che abbiamo in tutto il mondo. Sul fronte delle TV, la Serie A ha un ottimo accordo, al contrario di quello internazionale e la Liga è appena arrivata a 600 milioni di dollari, ben al di sotto della Premier League. C’è una buona possibilità, nei prossimi 10 anni in Italia sui diritti TV, di aumentare di 10 volte l’accordo”

La Roma non aspetta sul campo ma anche il vostro brand e marketing sono stati molto aggressivi. Avete il vantaggio di avere colori e logo unici…
“Ti faccio un esempio. Ci sono stati alcuni studi secondo i quali i colori della Roma sono i più riconosciuti in tutto il mondo. Nelle nostre divise con Nike siamo sempre stati tra le migliori 100 e Copa 90 ieri ha votato la nostra uniforme da trasferta come la migliore quest’anno. Ho fatto mettere il lupetto invece di Romolo e Remo e la gente è impazzita. Quando giro per gli Stati Uniti e magari gioco a golf indosso un cappello da baseball e di solito è della Roma, con i suoi colori o appunto col lupetto. E la gente mi chiede “Che cos’è? Una testa di lupo?””

“Un paio d’anni fa mi è stato chiesto perché avessi deciso di investire nella Roma. Ho iniziato a parlare e dopo un paio di minuti mi sono detto che sarei potuto andare avanti per mezz’ora ma alla fine il motivo è che…è Roma cazzo!”

A Buffalo abbiamo imparato ad odiare Cam Neely anche se segretamente lo amavo, essendo un giocatore duro, brutto ma abile. Non mi aspettavo di vederlo nel board dell’AS Roma. Cosa cercavi quando lo hai scelto per il consiglio d’amministrazione?
“Comporre un consiglio d’amministrazione significa scegliere persone che possano aiutarci. Cam è un mio amico di vecchia data, presidente dei Bruins, quindi lui avrebbe portato la sua indole sportiva. Charlotte Beers è una pazza e originale ed è ottima per come intendiamo il brand e il marketing. Stanley Gold viene dalla famiglia Disney ed ha molta esperienza nel settore immobiliare e del brand. John Galantic è il COO di Chanel e come dirameremo il nostro “licensing business” ci sarà davvero d’aiuto. Il board è stato messo in piedi così, con questa idea”

Facciamo un tuffo nel calcio americano. Qual è la tua impressione sul calcio qui?
“E’ possibile analizzarlo sotto diversi punti di vista. Il calcio femminile, ovviamente, ha fatto un inferno nel lavoro per quanto sono competitive. Credo che le donne dovrebbero essere pagate di più, sono sottopagate. E anche di molto, sinceramente. Quando guardo al programma dei giovani sta sempre migliorando e uno dei miei uomini, Alex Zecca, negli ultimi 2 anni ha probabilmente messo in piedi il miglior programma di Academy di qualsiasi altra squadra di calcio negli Stati Uniti. Abbiamo 10 grandi Academy con programmi settimanali da seguire, allenatori provenienti da ogni parte, ragazzi che speriamo di far arrivare a Roma un giorno. La scorsa settimana ad Harvard abbiamo avuto per quattro giorni alcuni ragazzi provenienti da tutto il paese e credo che quattro di loro potranno allenarsi a Roma. Bambini dai 12 ai 18 anni. Abbiamo motivo di credere che molti bambini degli Stati Uniti potrebbero giocare in Europa”

“Credo che Don Garber abbia fatto un lavoro spettacolare con la MLS ma non so fino a che punto potrà avvicinarsi al calcio europeo. I contratti TV saranno sempre superiori rispetto a quelli statunitensi, hanno costruito dei bei stadi come a Kansas City, hanno anche molti tifosi come a Seattle, Portland o la stessa Kansas City. Ma non è comunque un movimento nazionale, globalizzato. Hanno fatto davvero un buon lavoro ma i numeri parlano da soli”

E al di là dei diritti TV?
“Quando hai quegli sponsor o il merchandising, come i contratti televisivi, o uno stadio da 54mila posti contro uno da 22mila o un centro d’intrattenimento che produce entrate significative, come potranno le squadre della MLS competere con quelle europee? Basta guardare a quello che fanno Barcellona, Manchester United o Real Madrid. E non abbiamo parlato delle offerte TV, con il Sud America che credo avrà una ripresa, l’Asia, che ha un potenziale enorme, l’India, che qualcuno dimentica che sono 1,2 o 1,3 miliardi di persone e vogliono diventare una potenza del calcio, Africa, da cui vengono molti grandi calciatori”.

Quando ho parlato con Spalletti mi disse che bisogna vendere un calciatore a 100 milioni così da poterne acquistare 2-3 molto forti. Mi ha sorpreso perché fino a qualche anno fa se ne sarebbero potuti prendere 5-6. Cosa ne pensi dell’innalzamento dei prezzi?
“Ci sono dei club che possono permettersi grandi spese. Nel caso della Juventus, sembra che venderanno Pogba e così sarebbe zero a zero. Non credo che la Juventus avrebbe mai speso così tanto per un attaccante (Higuain, ndr) se non avesse ceduto Pogba. Altri club hanno fatto un buon lavoro mettendo insieme una buona squadra senza dover spendere stupide somme di denaro. Ovviamente il Leicester è stato incredibile lo scorso anno ma se guardiamo all’Atletico Madrid che è stato in finale di Champions per due volte negli ultimi tre anni e i loro ricavi sono circa di 160/70 milioni di euro, o basta vedere quanto ha fatto bene il Siviglia. Questo è quello che stiamo cercando di creare col nostro programma delle Academy. Abbiamo vinto lo scudetto Primavera, sono andato a vedere i nostri ragazzi di 9 e 10 anni e sono rimasto senza parole per il loro potenziale. Giocano come il Barcellona a 9 o 10 anni. L’obiettivo è arrivare a creare giocatori di 16, 17, 18 anni che possano aiutare la prima squadra. E stiamo spendendo molto tempo a creare un database e i rapporti per trovare questi calciatori da giovani. Non solo con i dati ma anche persone che hanno 30 anni di esperienza nel calcio”

“Guardate la squadra di quest’anno, abbiamo Sadiq e Ponce che hanno 19 anni. Abbiamo un ventenne del Senegal, Seck, che riteniamo possa diventare qualcosa d’incredibile. Un 18enne terzino, Nura, che purtroppo si è rotto il ginocchio ma che in due o tre anni avrà una grande carriera. Un 22enne Federico Ricci che sta guadagnando minuti come esterno d’attacco a destra, Paredes che abbiamo prestato e ora si giocherà il posto con De Rossi. Gerson che ha 19 anni e che abbiamo preso in Brasile e sembra davvero bravo. Bisogna avere quella combinazione di esperienza, sia esterna che interna, e potremo ritrovarci calciatori che valgono molto”.



FOTO: Credits by Shutterstock.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA

🚨SEGUICI IN DIRETTA🚨