James Pallotta è a Londra, dove incontrerà la dirigenza giallorossa, che relazionerà del momento in casa giallorossa. Prima però, il presidente sta presenziando all’evento “Leaders in Sports – Meet Innovation”. Queste le sue dichiarazioni sullo stadio della Roma: “Non si può essere un marchio globale senza lo stadio di proprietà. Vogliamo essere la seconda squadra preferita di tutti. Tutti a Roma vogliono questo stadio tranne forse i tifosi della Lazio, ma ci dovranno giocare una volta a stagione”.
Sugli eSports: “Mio figlio mi ha detto che avrei fatto più soldi con questi che con i Boston Celtics e la Roma insieme”.
Il presidente si è anche soffermato sul suo ingresso nel mondo del calcio: “Fino a cinque anni fa credevo fosse un gioco orribile. Non riuscivo a capirlo, ora invece vado fuori di testa”.
Pallotta ha anche parlato della possibilità di introdurre il riconoscimento facciale per ogni biglietto nel nuovo stadio: “Stiamo passando molto tempo nel decidere che tipo di misure di sicurezza ci saranno, che tipo di riconoscimento facciale useremo. Da qui a tre anni, le cose saranno diverse rispetto ad oggi. Chi ha mai assistito ad una partita in Italia? Sapete com’è un derby tra Roma e Lazio? Nel Nord Italia non litigano molto, non è così, ma al Sud… come Napoli, Roma… I problemi di sicurezza sono davvero significativi. Posso farti un esempio: circa un anno e mezzo fa, siamo andati dalla polizia, mi sono seduto ad un tavolo con il capitano e gli ho chiesto ‘Perché non arrestate queste persone?’. Lui mi ha risposto ‘Permettimi di farti vedere perché’, e mi ha aperto questo fascicolo pieno di persone che avevano commesso qualcosa ma c’erano soltanto immagini sfocate. Quindi abbiamo chiesto se potessimo portare telecamere ad alta definizione all’interno, e le abbiamo comprate noi, anche se non siamo i proprietari dello stadio, per iniziare a vedere chi è che crea problemi”.
Nel nuovo impianto ci sarà la tecnologia plug-and-play, mentre sulla VR (realtà virtuale) ha sottolineato: “È carina, ma non è una esperienza a cui penso ora e che vorrei oggi come intrattenimento nello stadio. So che ne dovremo parlare e ho già fatto questa esperienza, sono stato nel campus Microsoft e in quello Samsung e abbiamo visto tutto. Quello che verrà sarà grandioso, ma siamo ancora alle versioni 1 e 2. Ma sento che c’è bisogno almeno delle versioni 3 e 4 per avere davvero senso per noi. Adesso per me è una cosa carina, quello sì. Ma ad un certo punto diventerà sicuramente imponente, una cosa di massa. Questo è ciò che intendo per il plug-and-play (letteralmente “collega e usa”, ndR), prima di tutto vogliamo essere sicuri che chiunque sceglieremo, che sia Cisco o Huawei, possa essere usato in Italia. E poi vogliamo essere sicuri che tutti i servizi possano funzionare insieme”.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA