Giorgio Perinetti

AS ROMA NEWS PERINETTI RANIERI – Giorgio Perinetti apre il cassetto dei ricordi, e il cuore. E racconta anche Claudio Ranieri e Antonio Conte, che lui conosce bene avendoci lavorato rispettivamente a Napoli, Siena e Bari. L’ex dirigente, tra le altre della Roma, ha parlato a Il Mattino proprio dei due allenatori che domani si sfideranno al Maradona:

Li conosce bene, forse meglio di tutti.
“Io e Ranieri siamo nati nello stesso anno, il ‘51. Ci siamo incrociati per la prima volta da ventenni nella Roma allenata da Herrera: lui giocatore della giovanile e io accompagnatore della prima squadra”.

Giorgio Perinetti è il veterano dei direttori sportivi, con un passato anche nella Roma e nel Napoli. Coetaneo di Ranieri, nel ‘91 vi ritrovaste nel Napoli del post-Maradona.
“E del post-Moggi: presi io il posto di Luciano. Con Claudio ci eravamo ritrovati già qualche anno prima, quando lui allenava il Campania in serie C e io dirigevo il settore giovanile del Napoli. Dopo Moggi e Maradona andò via Bigon, l’allenatore del secondo scudetto. Per me fu un battesimo del fuoco. Con Ferlaino ci chiedemmo a quale tecnico affidare il Napoli. Vi fu un contatto con Sacchi ma Arrigo aveva un patto con Berlusconi: non avrebbe potuto allenare un club italiano, al massimo la Nazionale. E così decidemmo di “sostituire” il più grande calciatore al mondo con un collettivo forte, giovane e ambizioso affidandolo a Ranieri che aveva fatto benissimo a Cagliari”.

Prima stagione brillante, con la qualificazione in Coppa Uefa. E poi?
“Nel primo anno cercammo Savicevic ma il richiamo del Milan fu più forte. E allora affidammo la 10, bellissima e pesante, a Zola. Fu fatto un mercato funzionale all’idea di calcio di Ranieri e il Napoli arrivò quarto. Ciò stimolò Ferlaino, che tentò di rilanciare la sfida scudetto nella seconda stagione, partendo da un giovane e forte attaccante come Fonseca. Ma le cose non andarono come si immaginava. Dopo l’1-5 contro il Milan il presidente licenziò Ranieri e mi dimisi anche io per coerenza”.

Generazioni differenti, Claudio e Antonio. Uniti da cosa?
“Dalla passione che continua ad animarli anche dopo tante esperienze e tanti successi. Hanno un amore profondo per il calcio e gestiscono bene il gruppo, anche se con modalità differenti: Ranieri ha toni più dolci, Conte è più aggressivo perché pretende molta intensità”.



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