Giorgio Perinetti

ULTIME NOTIZIE AS ROMA PERINETTI MOURINHO – Il dirigente Giorgio Perinetti è stato intervistato da Centro Suono Sport, per parlare anche della Roma e di MourinhoQueste uno stralcio delle sue dichiarazioni:

Nel 1972 entra a far parte del settore giovanile della Roma.
“Ero giovanissimo, avevo solo 21 anni e in panchina c’era Helenio Herrera. Ho vissuto una Primavera dove c’erano tanti calciatori molto bravi”.

Ha lavorato anche con Liedholm.
“Ero il suo accompagnatore quotidiano, ricordo che era un tecnico molto scaramantico. Spesso parlavo il tempo a vedere cassette dei calciatori insieme a lui, ne abbiamo passate tante insieme. Oggi ci sono ben altri mezzi ed è tutto diverso”.

Quale contributo possono dare i giovani con Mourinho?
“L’Europa ci insegna che possono dare tanto, però occhio a non bruciare questi calciatori. In Italia siamo molto indietro in questo, all’estero un 2001/2002 è già titolare, da noi i 24enni sono ancora ritenuti giovani”.

Meglio crescere i giovani in casa o darli in prestito?
“Non penso esista una regola generale. Quando ero alla Roma, la Primavera vinse anche un campionato italiano e i giocatori di quel tempo hanno fatto carriera in Serie A e Serie B. Giannini fu mandato in Prima Squadra a maturare, così come Righetti. Altri calciatori come Tovalieri, Di Mauro, Desideri hanno dovuto fare un percorso diverso con un’esperienza fuori Roma, però abbiamo valutato tutto al momento”.

Com’è cambiato il metodo di lavoro per voi dirigenti?
“Prima eravamo pochi, oggi ci sono tanti collaboratori. Ci sono poi mezzi diversi per analizzare i calciatori, prima c’era solo l’allenatore mentre oggi abbiamo addirittura i droni che riprendono tutto l’allenamento”.

Che ne pensa del lavoro dei direttori sportivi sulle statistiche?
“Secondo me vanno bene per il baseball, per il calcio non saprei. Tutto quello che è tecnologia dà un supporto fondamentale per i tecnici, però fissarsi solo su quello mi sembra esagerato. La gestualità di un calciatore è infinita, un’azione si può fare in mille modi diversi e ci sono sport, invece, che richiedono dei gesti che si ripetono più facilmente, nel calcio ci sono varianti infiniti e non puoi capire se puoi fare o meno un’analisi più approfondita. Giudicare un calciatore, se non lo vedi sul campo, non è facile. Ci sono fasi dove il pubblico ti mette in difficoltà, momenti della partita dove puoi giocare con più facilità”.

Come vede i tanti cambiamenti dei tecnici in Serie A?
“Le società, sapendo che c’è in corso una grande crisi economica, hanno preferito puntare su allenatori forti non potendo cambiare troppi calciatori, è stata una sorta di presagio del mercato di quest’anno. Ci sono pochi soldi e la verità è solo questa. Se nessuno compra… poi magari ci sarà qualche operazione in avanti ma non penso ci saranno grandi stravolgimenti”.

Mourinho?
“Mi ricorda Liedholm per il suo carisma straordinario e la sua capacità di sintesi, in poche battute ti fa capire cosa vuole. L’ho conosciuto quando ha vinto il Triplete, posso dire che il mio Bari non fu battuto né all’andata né al ritorno. Avrà la pressione giusta per stare alla Roma, è un tecnico che indirizza le pressioni in maniera positiva, difende la squadra dall’esterno e questo è fondamentale. Lo hanno fatto Liedholm e Capello, lo farà anche lui”.



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