Diego Perotti, attaccante della Roma, ha rilasciato un’intervista a Sky Sport parlando del momento positivo della squadra e delle sue ambizioni future:
Te l’aspettavi il 3-0 contro il Chelsea?
Magari non un 3-0, sapevamo però di poter vincere. Avevamo fatto una grandissima partita a Stamford Bridge e ribaltare un 2-0 è stato più difficile che vincere 3-0. Dopo il primo gol immediato si è reso tutto più facile. Non ci aspettavamo un risultato così largo, ma pensavamo di farcela. Alla fine abbiamo anche fatto divertire i nostri tifosi e abbiamo dimostrato che la squadra c’è.
E’ giusto parlare di rivoluzione Di Francesco?
Lui ha messo il suo. Qua avevamo una maniera di lavorare diversa da quella che lui voleva quando è arrivato. Quelli che hanno iniziato a lavorare con lui da Pinzolo magari lo hanno capito prima, rispetto a quelli che sono arrivati dopo per la Nazionale. Lui ha messo la sua maniera di lavorare, il suo modo di pressare e il suo gioco. Non è facile cambiare modo di giocare, passando da un allenatore all’altro e ci vuole tempo, ma adesso penso che i risultati si stiano vedendo.
Qual è la differenza fra Spalletti e Di Francesco?
Prima di tutto con Spalletti passavamo da una difesa a tre a una a quattro, Di Francesco invece non cambia gli piace il 4-3-3 e gioca così sempre, almeno fino ad ora. A me chiede molto di prendere palla e buttarmi dentro tra le linee e quello con Spalletti non lo facevo quasi mai.
La linea di pressing è più alta?
Si anche, vuole una squadra sempre corta e stretta. Con il passare delle partite abbiamo iniziato a farlo e molto bene e sta dando risultati.
Parliamo di te. Sei rinato con questo nuovo calcio, ti senti migliorato rispetto al passato?
Sì, quando uno smette di giocare è difficile giocare e rientrare in partita ogni 20 minuti. Non si può giocare sempre 90 minuti, io l’ho capito. A gennaio e febbraio non ho giocato tantissimo, un po’ per il cambio di gioco, con Nainggolan più avanti. La squadra vinceva, Radja ha fatto bene e io non potevo che allenarmi e aspettare. Poi magari l’allenatore non mi vedeva al massimo e ha scelto altri. Il punto chiave ora è che mi sento bene fisicamente, ho fatto un bel ritiro e anche in Argentina ho fatto qualcosa, a 29 anni non puoi arrivare senza aver già fatto qualcosa. Ora arrivo con energie anche a fine partita. I risultati sono quelli che comandano e quando vinci siamo tutti bravi.
Senti aria di Mondiale?
Dopo 6 anni mi hanno richiamato quindi vuol dire che qualche partita l’hanno vista. Me la gioco adesso, in queste due amichevoli dopo la Fiorentina mi gioco il 90% delle possibilità di andare al Mondiale. Perché se non faccio bene non ci sono poi tante altre partite, le qualificazioni sono finite. La mia possibilità è adesso e me la giocherò al 100%.
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