ULTIME NOTIZIE AS ROMA PIZARRO – David Pizarro è stato un giocatore fondamentale per la Roma. Dal 2006 al 2012 il Pek è stato il perno di centrocampo. In giallorosso ha vinto due Coppe Italia e una Supercoppa. Roma Tv ha voluto intervistarlo per ricordare il suo passato nella Capitale:
“Spalletti o Montella? Quello che ha tirato fuori il meglio di me è stato Spalletti. Perrotta o Taddei? Simone, perché è campione del mondo. La differenza è quella perché per la mia Roma erano tutti importantissimi. La Coppa Italia vinta a Milano la ricordo bene, quel giorno lì hanno avuto un comportamento straordinario con noi mettendoci l’inno della Roma. La nostra curva ha cominciato a cantarla. Sono delle cose a cui tengo, perché cantare l’inno della Roma in uno stadio come San Siro dà la pelle d’oca. De Rossi è stato un compagno di reparto unico. Nonostante le offerte che arrivavano per lui è rimasto nella sua Roma. Per me è stato un privilegio. Il destino non ci ha aiutato perché meritavamo qualcosa in più. Roma-Arsenal? Ma è caduta la palla di Tonetto? Si è trovata poi? (Ride, ndr). In quella partita avevamo 14 infortunati, ha giocato Riise difensore centrale con Diamoutene. E’ venuta fuori una partita memorabile. In quella scivolata Baptista doveva andare con l’altro piede altrimenti vincevamo 2-0. Era un Arsenal forte. Eravamo amareggiati per quello che avevamo costruito. Quella Roma si è tolta grandi soddisfazioni”.
“Dzeko? Quando veniva criticato il primo anno alla Roma dicevo di stare tranquilli perché era un fuoriclasse e così è stato, perché io l’ho conosciuto al City ed è un giocatore completo. Sono contento che sia venuto fuori alla Roma. Non avevo dubbi sulla sua qualità. La mia finta non ha un nome, era mia. Forse ce l’aveva anche Di Natale. Io mi ricordo che ho perso solo due palle: una a Palermo e un retropassaggio nella finale d’andata di Coppa Italia. Poi alla fine è finita bene, 6-2 con l’Inter. Un rimpianto nella mia carriera? Vorrei cambiare Roma-Samp, quella sera è stata dura. Me la porto dietro, perché nel primo tempo sembravamo il Barcellona di Guardiola. Se il primo tempo finiva 4-0 non c’era nessun problema. Il portiere era romano, Storari, ha fatto dei miracoli assurdi. Lottavamo con l’Inter forte, l’arma in più che avevamo era il gioco. Abbiamo fatto una cavalcata storica. Mi auguro che questa spina che ho nel cuore si possa levare vedendo la Roma vincere lo scudetto. Verrei a piedi. Voglio vedere la Roma vincere, ci sono andato vicino. Vorrei andare al Circo Massimo”.
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