Mauro Baldissoni, direttore generale della Roma, ha ricevuto a Fiuggi il premio ‘Maurizio Maestrelli‘. Il riconoscimento, intitolato alla memoria del figlio dell’ex tecnico della Lazio Tommaso Maestrelli, viene consegnato ogni anno a tredici personalità del mondo calcio che si sono distinte per fair play e correttezza.

Cosa resta di questa stagione?
Manca poco per raggiungere un obiettivo importante che consente di dar seguito a quanto creato. Resta la consapevolezza. Spesso si parla in modo troppo negativo del calcio italiano. Il proverbio dice che l’erba del vicino è sempre più verde. Forse è vero solo per l’erba, perché a livello di campi da gioco siamo indietro rispetto agli altri. Quello italiano è un calcio che è stato seguito per tanti anni, ha avuto un calo di interesse rispetto agli altri campionati, e di conseguenza anche i risultati sono venuti meno. Dall’89 al 99, considerando le finali europee, in quel decennio abbiamo avuto 19 finaliste su 40, con 9 squadre diverse. Nell’ultimo decennio invece abbiamo avuto soltanto 4 finali. Resta comunque la passione e la dedizione, ma bisogna pensare che quello che facciamo è altrettanto valido rispetto a quello che fanno gli altri. Quello che ha fatto la Roma è la dimostrazione che si possono battere anche squadre che stanno più avanti rispetto a noi, per quella che è la loro capacità economica ma anche culturale. Vi faccio i complimenti, perché grazie a queste iniziative parliamo di infrastrutture, e in questa zona è stato investito molto. Sono questi gli ingredienti che consentono il progresso del movimento. Faccio i complimenti a Maurizio Stirpe, li merita tutti. Ha avuto il coraggio di credere in un investimento, ed è questo che ci fa progredire. Grazie Maurizio, e grazie a Fuggi. Il calcio italiano può avere un futuro interessante.

Quanto manca per lo stadio?
Lo Stadio è talmente ingombrante che nessuno lo può fermare (ride, ndr). L’opera è complessa, in una città complessa, ma c’è la convinzione dell’utilità del progetto per l’intera comunità da parte di tutte le forze politiche. È un investimento per l’Italia, sarà un investimento privato e straniero. Sarà il più grande nella città di Roma, una città che ha bisogno di investimenti e infrastrutture. Roma ha bisogno di tornare competitiva, perché se non si attraggono investimenti stranieri nella Capitale d’Italia si fa molta fatica a reggere il confronto con città come Parigi, Londra e Barcellona. È un investimento fondamentale per tutto il sistema. Siamo orgogliosi di portarlo avanti e fiduciosi. CI sentiamo un po’ più vicini, speriamo di avere entro quest’anno i permessi per costruire.

I big rimarranno tutti?
Siamo stanchi parlare di numeri e cessioni. le operazioni di mercato sono sempre delle scelte, a volte condizionate da opzioni tecniche ed economiche, e che tutti devono rispettare. Anche il Barcellona dovrà cedere, anche il PSG, la Juve. Il calciomercato è un’attività fisiologica. Si devono rispettare dei parametri economici, ma quello che si fa, lo si fa per vincere, non solo per coprire un buco di bilancio. Bisogna sempre ottenere risultati migliori. Nonostante le critiche che sono state mosse per questo, la Roma chiuderà quasi sicuramente tra le prime 4 dopo una semifinale di Champions. È stata una stagione più soddisfacente rispetto a quella dello scorso anno. Continuiamo a migliorare. Se quest’anno ci riusciremo sarà il quarto anno di fila in Champions. Se questo avviene attraverso operazioni di calcio mercato per esigenze di bilancio non può essere una colpa. Smettiamo di parlare di questo tema come se fosse una malattia, è semplicemente il rispetto delle regole.



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