AS ROMA NEWS RAGGI RIYADH SEASON – Virginia Raggi, ex sindaco e oggi presidente della commissione speciale per la candidatura di Roma a ospitare l’Expo 2030, è intervenuta ai microfoni di Centro Suono Sport durante la trasmissione “Te la do io Tokyo” per parlare della nuova partnership tra la Roma e Riyad Season.
Quello della Roma è stato uno sgarbo alla città?
“Il tema è che in questo momento la città, la regione e il governo sono tutti protesi in questa sfida che si concluderà il 28 novembre con il voto degli stati aderenti al BIE che deciderà la città che ospiterà Expo 2030. È una corsa iniziata nella pandemia. Questa sfida è importantissima per Roma che potrà godere di circa 50 miliardi di investimenti. Parliamo di un’occasione irripetibile. In questo momento, una squadra della Capitale che ha tutto il diritto di fare accordi con chi vuole, ritiene che sia opportuno associare il suo nome a quello del principale competitor della nostra città. Se lei gira in città e chiede ai romani se sono soddisfatti la maggior parte dirà di no. In questo momento c’è un sindaco passa il suo tempo a fare foto e selfie vicino ad attori cantanti e calciatori di una squadra che lui sostiene. Il sindaco che ha deciso di fare una foto con un giocatore acquistato dal suo club, ha fatto una scelta cercando di accorciare la distanza tra la politica e il calcio. Nel momento in cui è stato fatto, accorciamela anche per altre cose. C’è in ballo il progetto dello Stadio, ovvero un progetto privato su aree pubbliche. Il sindaco non si rende conto che in questo momento di tensione ultima, la sua squadra forse ha fatto una scelta poco opportuna nei tempi. Roma e Lazio hanno il diritto di scegliere da chi farsi sponsorizzare ma scegliere oggi di sponsorizzare quella roba lì io credo sia inopportuno. I tifosi dovrebbero essere liberi di tifare la propria squadra e la propria città. C’è stato un errore nella scelta dei tempi e il sindaco deve dire qualcosa perché ha tanti rapporti con la Roma”.
La parola Riyad prova questa reazione?
“In questo momento la città sta ospitando anche il Saudi Village nel cuore di Villa Pamphili. Il sindaco che partita gioca? Questo lo chiedo io e ce lo chiediamo in tanti. È importante sentire che siamo tutti dalla stessa parte per arrivare al traguardo”.
La scritta Riyad Season è un danno per Roma?
“Credo sia inopportuno in questo momento sponsorizzare un’altra città. Stiamo tutti correndo per Expo 2030 e in questo momento il principale antagonista di Roma è Riyad. Mettiamo sulle maglie della Roma e della Lazio, il logo Roma Expo 2030. Le due società della Capitale sarebbero ben liete di vincere questa grande competizione. Mettiamo da qui al 28 novembre, il logo Roma Expo 2030. Quale danno ci sarebbe per le società? Anzi sarebbe un bel gesto”.
Avete mai pensato di offrire questa possibilità alla Roma prima visto che non aveva sponsor?
“Non sono io che dirigo il comitato Expo che ha una durata limitata fino al 28 novembre. Non è un organismo permanente. La sponsorizzazione di una squadra di calcio ha tempistiche differenti”.
Sul nuovo stadio.
“La rapidità con la quale sta evolvendo, se da un lato può essere interessante per il privato, dall’altro non deve dimenticare alcune garanzie. Il progetto partecipativo deve avvenire alla luce di carte e documenti e non di ipotesi di massima. Il sindaco si fa vedere nelle occasioni pubbliche e mentre la città soffre, tante cose si muovono. Questa sponsorizzazione arriva in modo inopportuno nei tempi. Io non lo avrei fatto. Ho fatto di tutto per portare Expo a Roma. È un’occasione irripetibile. Questo oggi deve essere il faro che guida le scelte dell’amministrazione”.
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