NOTIZIE AS ROMA RANIERI – Claudio Ranieri, neo tecnico della Roma, ha rilasciato un’intervista al canale tematico del club giallorosso in vista della sfida contro l’Empoli. Queste le sue dichiarazioni:
“Tornare a Roma significa tanto e tutto. Sono sempre stato tifoso, giocatore e allenatore di questa squadra. Era tanto che dormivo la notte, mentre questa notte quando ho saputo che potevo essere io l’allenatore non ci sono riuscito. La Roma era nel mio dna. Posso dire che tutta la mia vita è legata a questo club. Quando giocavo nel Catania e facemmo gli spareggi qui facevo mettere le canzoni di Venditti per caricare la squadra. La giornata di oggi è stata molto lunga, ma bella. Quando fai le cose con piacere non senti la fatica. Ho trovato una Trigoria cambiata. Si sta dando una struttura internazionale e questo non può che far piacere. In questi dodici partite chiederò ai giocatori di dare il meglio. Devono sentire il valore di questa maglia. Chiederò di dare tutto loro stessi. Il primo aspetto importante da valutare è quello psicologico. Dopo due sconfitte e l’uscita dalla Champions saranno abbattuti. Dovranno reagire da uomini perché ormai è il passato. Noi siamo dei fortunati perché facciamo un mestiere fantastico. Pagheremmo, io soprattutto, per stare nella Roma. Dobbiamo essere noi stessi e tirar fuori il meglio che abbiamo. L’attaccamento alla maglia è importante e i tifosi sono passionali. E’ chiaro che siano insoddisfatti quando le cose non vanno bene, ma sanno apprezzare lo sforzo della squadra. Dare tutto noi stessi per i tifosi: batterò i tasti per questo. Io sono cambiato rispetto a 32 anni fa. Se sono stato richiamato significa che mi sono aggiornato, sono migliore dello scorso anno e di due anni fa. Ho già parlato con la squadra e il momento è delicato, in dodici partite ci giochiamo il futuro, c’è la possibilità di tornare in Champions League. I ragazzi sono sensibili, alcuni potrebbero essere non abituati, essendo giovani, ad una piazza così importante, chiedo ai tifosi di stargli vicino ed incoraggiarli anche e soprattutto nei momenti difficili, perché poi alla fine chi soffre veramente siamo noi tifosi”.
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