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Roma, 110 anni dalla nascita di Dino Viola: il leggendario presidente dello Scudetto 1983

AS ROMA NEWS DINO VIOLA COMPLEANNO – Il 22 aprile 1915, esattamente 110 anni fa, nasceva ad Aulla uno dei personaggi più amati e rappresentativi della storia dell’AS Roma: Dino Viola. Il club giallorosso ha voluto ricordare la ricorrenza con un omaggio sui propri canali social, definendolo con affetto e riconoscenza “il leggendario presidente”.
All’anagrafe Adino Viola, il dirigente toscano è stato presidente della Roma per 12 anni, dal 1979 al 1991, anno della sua scomparsa. Un’epoca indimenticabile per i tifosi romanisti, segnata da successi storici e da un’identità forte, forgiata proprio sotto la sua guida.
Lo Scudetto del 1983 e la finale di Coppa dei Campioni
Dino Viola sarà per sempre ricordato come il presidente del secondo Scudetto della Roma, conquistato nel 1983 con Nils Liedholm in panchina e un gruppo di campioni entrati nel mito: Falcao, Conti, Di Bartolomei, solo per citarne alcuni.
Sotto la sua presidenza, la Roma raggiunse anche la finale di Coppa dei Campioni nel 1984, persa ai rigori proprio allo stadio Olimpico contro il Liverpool, ma rimasta nel cuore della tifoseria per l’epicità di quel cammino europeo.
Gli acquisti simbolo: Falcao, Ancelotti, Cerezo
Viola fu anche l’artefice di operazioni di mercato entrate nella leggenda. Fu lui a portare nella Capitale Paulo Roberto Falcao, ribattezzato “il Divino”, e poi Toninho Cerezo e Carlo Ancelotti, contribuendo a costruire una delle squadre più forti e spettacolari della storia romanista.
Il testimone a Flora Viola
Dopo la sua morte nel gennaio 1991, il testimone passò alla moglie Flora Viola, che divenne la prima donna presidente della Roma. La sua figura, discreta ma determinata, contribuì a mantenere saldo il legame con la memoria del marito.
A distanza di 110 anni dalla nascita, Dino Viola resta un simbolo indelebile per la tifoseria romanista: un uomo di calcio, di visione, e di profondo attaccamento ai colori giallorossi. Oggi, come allora, la Curva Sud continua a cantare il suo nome.
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