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Editoriale

Roma, De Rossi-Friedkin: il gatto e la volpe. Esonerato Mourinho tornano i problemi che aveva evidenziato lo Special One

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AS ROMA NEWS DE ROSSI FRIEDKIN – Abbiamo ancora tutti negli occhi il gol di Niang al 93′ nella sfida della Roma contro l’Empoli. Un’umiliazione senza precedenti, seconda solo alla finale persa in Coppa Italia contro la Lazio. Al Castellani i giallorossi non solo hanno perso la partita, ma anche la dignità. Semplificando, De Rossi manda in B Di Francesco, l’allenatore che aveva portato la Roma nel 2018 ad una storica semifinale di Champions League contro il Liverpool di Klopp.

Se qualcuno avesse ancora dubbi sull’accoppiata Friedkin-De Rossi, penso che i dubbi siano stati fugati. Nonostante i proclami dei giornali asserviti e assetati di notizie che, dopo qualche giorno, vengono smentiti dai fatti, la Roma si appresta ad un altro mercato di lacrime e sangue. Qualcuno aveva paventato la possibilità che nel prossimo calciomercato si potesse spendere di più con l’allentamento dei paletti del Fair Play Finanziario. Invece non sarà così e il povero ds Ghisolfi, catapultato in una realtà più grande di lui, dovrà fare i salti mortali per cercare di creare una Roma competitiva. Ma a questa ipotesi, francamente, crediamo poco.

Dicevano che Friedkin e De Rossi sono un po’ come il gatto e la volpe: tolto Mourinho di mezzo, sembravano (secondo loro) risolti tutti i problemi. E invece il calcio sa essere crudele e presentarti il conto in men che non si dica. La Roma ha vinto – contro il Genoa una sola partita negli ultimi due mesi, caso strano dall’annuncio dell’accordo del rinnovo di De Rossi. Senza Mourinho addio finali europee (oggi la giocherà ancora una volta la Fiorentina ad Atene, quella di Conference), mentre DDR pensava di andare a Dublino, ma la Coppa l’ha alzata l’Atalanta. Si è passato in 10 giorni da modello Bayer Leverkusen (parole di De Rossi) e modello Atalanta (parole sempre di De Rossi). Per la serie: abbiamo poche idee ma confuse a Trigoria. Invece improvvisazione, budget limitato, giocatori futuribili e irragiungibili, seguiti dalle big europee, continuano a campeggiare nei giornali dei servi sciocchi di Trigoria.

Ma Mourinho era il grande male non solo della Roma, ma del calcio italiano. Quel Mou che aveva raggiunto due finali europee consecutive con una squadra di scappati di casa. Lo stesso Special One, recentemente, ha dichiarato che “la mia più grande impresa della mia carriera sono le due finali europee consecutive con la Roma”. Non male per uno che ha vinto due Champions League, una con il Porto e una con l’Inter, due Europa League, una con il Porto e una con il Manchester United, e una Conference con la Roma.

Morale? Friedkin non spenderà praticamente nulla sul mercato, De Rossi si dovrà barcamenare con una squadra probabilmente giovane e inesperta (come lui stesso d’altronde), e arriveranno sesti e settimi posti a iosa. La mediocrità (di moda questa parola a Trigoria tanto criticata dagli haters di professione e profumatamente pagati) torna a sovrastare i nostri pensieri più intimi e più ottimistici, scontrandoci – ahinoi – con la dura realtà. Riusciranno a smentirci? Ci credo poco. Ma noi, alla fine, siamo della Roma: speranzosi e ottimisti di natura. Altrimenti tiferemmo le grandi del Nord.

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FOTO: Credits by Shutterstock.com

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