Dan e Ryan Friedkin

AS ROMA NEWS PIETRAFESA LICENZIAMENTOTe la do io Tokyo, la trasmissione più ascoltata sulla AS Roma, ideata e condotta da Mario Corsi in onda Tele Radio Stereo FM 92.7, nella giornata di ieri (14 febbraio 2024) fa una rivelazione importante sulla decisione da parte dei Friedkin di licenziare in tronco Luca Pietrafesa, capo ufficio stampa della Roma, nella giornata di martedì. Romagiallorossa.it vi propone l’audio dell’intervento e le parole di Mario Corsi, Francesco Balzani, Ugo Trani e Antonio Felici.

Mario Corsi: “I Friedkin hanno iniziato a dare credito a persone come Pietrafesa perchè anche loro erano contro Mourinho, lo volevano mandare via già dopo Budapest ma si erano resi conto che non era possibile. Poi i Friedkin hanno saputo che c’era Tiago Pinto e altri che facevano le riunioni carbonare contro Mourinho ma anche contro la Roma e i Friedkin stessi. Se ne sono accorti e hanno mandato via Pietrafesa. A mettere la zizzania nella Roma sono sempre i soliti: ci sono questioni di radio, giornalisti di giornali più importanti, che formavano delle cricche. Ma almeno quando fate le riunioni carbonare, non vi fate sentire e vedere… Invece tutti sanno che andavano da Checco dello Scapicollo a parlare male di Franco Sensi e di Rosella Sensi. Lo venga a smentire Spalletti, poi gli porto i testimoni. Questa fronda anti-Mourinho gli andava pure bene al presidente, poi quando ha saputo che è andato di mezzo anche lui, ha preso provvedimenti. Quello che hanno fatto con i social e la cosa più ridicola…”.

Francesco Balzani: “Pietrafesa è stato preso nel 2016, proprio nel bel mezzo dell’addio di Totti, ed era vicino a personaggi che influivano. Veniva da tutt’altro contesto. Nessuno gode di licenziamenti, ma gente come Pietrafesa chiamava i direttori di giornali per far licenziare i giornalisti e fare pressione. Questi personaggetti qui nella Roma non ci possono stare. Bisogna prendere delle figure che non c’entrino con il calcio ma che sappiano fare il loro mestiere. Inoltre ci sono personaggi che ancora oggi lavorano nei media della Roma che sono sempre legati a quel ‘muretto’, diciamo così… Senza contare lo schifo che hanno fatto con piattaforme e profili Twitter… Vogliamo fare finta di niente?”.

Ugo Trani: “Totti nella conferenza stampa di addio da dirigente dice tutto. I Friedkin arrivano subito dopo e dovevano studiare quella conferenza per capire cosa non andava e cosa fare. Il 90% della comunicazione che sta alla Roma è tutta roba pallottiana. Quando Mario racconta delle cene carbonare, io le ho messe per iscritto e mi sono costate richiami su richiami. Non solo andavano da Checco dello Scapicollo, ma anche dietro quell’albergo a Piazza del Popolo. Racconto un aneddoto: non trovo posto in una delle partite internazionali della Roma la scorsa stagione, mi metto in una delle file vuote adiacenti dove stavano gli uffici stampa. Incontro uno di questi degli uffici stampa che contano meno di zero, non faccio nomi, e dice ‘Questo ci ha sparato me*** per 11 anni e lo facciamo pure sedere qui?”. Io non dico niente lì per lì per non creare problemi, ma all’intervallo lo vado a prendere e chiedo chiarimenti. Lui ha fatto pippa, dicendo “Ma mica ce l’avevo con te…”.

Antonio Felici: “Facciamo passare che la comunicazione della Roma è sempre stata così, cioè un’armata Brancaleone, ma non è vero. Ti faccio l’esempio della comunicazione dell’era Sensi quando c’era un personaggio di grande spessore come Dario Brugnoli che trattava tutti allo stesso modo. Era equidistante con tutti quanti. Non è che se lo conoscevi avevi una corsia preferenziale, se era no era no. Il mio ideale di comunicazione è quello del Milan di Berlusconi, cioè ecumenica, aperta a tutti”.



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